In ordine sparso, parole di lessico#foodcultural da degustare, una alla settimana, in questi tempi satolli. Daniela Ferrando, FamFriend :-), le cura per il nostro blog.
*** Velare ***
[ve-là -re] verbo transitivo dai sottili significati, come “coprire qualcosa con un tessuto leggero”. Ma anche “offuscare” o addirittura “dissimulare”. O ancora, più gastronomicamente parlando, “ricoprire una vivanda con un leggero strato di salsa” – un velo fine, che non copra del tutto.
Dove l’ho sentita:
Da Francesca D’Orazio Buonerba, maestra di cucina e dell’arte del ricevere, leggendo la ricetta della sua sontuosa torta a tre piani di paccheri ripieni. “Velare” è il termine tecnico impiegato per descrivere la rifinitura del piatto con una fluida besciamella al tartufo.
Velare. In cucina, si sa, ogni azione richiede riflessione e appropriatezza – di tempi, di modi, di linguaggio. Il verbo “velare” di per sé è intuitivo. Ci fa capire anche il livello di fluidità del composto che non può essere una massa cementifera da spatolare su una superficie. Insomma, “velare” suggerisce, anzi rivela, quale sarà l’esecuzione a regola d’arte. Perché le parole contano.
Quanto poi ai significati più oscuri del verbo, “offuscare” o “dissimulare”, è vero che talvolta un sapore può essere offuscato da un altro ed è altrettanto vero che un cuoco non provetto può dissimulare e improvvisare ai fornelli. Ma non vi sto svelando niente di nuovo.
Per saperne di più:
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[Immagine: buttalapasta.it]
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