In ordine sparso, parole di lessico#foodcultural da degustare, una alla settimana, in questi tempi satolli. Daniela Ferrando, FamFriend :-), le cura per il nostro blog.
*** Flavedo ***
[fla-vè-do] (raro flavèdine) s. f. dal latino scientifico flavedo, v. latino classico “flavus” – letteralmente, “biondo” – è la parte più esterna, gialla o giallo-arancio, degli agrumi. Finalmente la buccia d’arancia rimanda a qualcosa di meno deprimente della cellulite!
Dove l’ho sentita:
Nell’instancabile ricerca di parole #foodcultural – ricerca che mi diletta ancor più se riferita a cose che abbiamo sotto il naso – stavo per proporvi albedo. Che della buccia è la parte bianca, interna; parola rara, ma quasi banale. E comunque, albedo sta a flavedo come il latino “albus” = “bianco” sta a “flavus” = “giallo”.
Flavedo. Il colore della buccia, dunque, di ciò che normalmente scartiamo. Che invece possiamo sempre lavare alla perfezione e utilizzare grattugiando, tagliuzzando a ultra-julienne, candendo e /o tuffando nel cioccolato. Rispettando anche in questo l’idea di una cucina circolare, anti-spreco. Usando agrumi non trattati, ça va sans dire.
E poi il sapore agrumato, le micro-gocce di succo che sprizzano sotto i denti sono così gradevoli in insalate, risotti, pasta semplice, pesce, bevande. Per ricordare il rispetto e la preziosità delle bucce, le loro virtù eupeptiche, io metterei subito flavedo nel nome di un piatto. Altro che zeste.
Per saperne di più:
Un libro semiscomparso, che vi sfidiamo a trovare. Lì di flavedo si parla di sicuro, cari amanti della mixology: il soggetto è “Il Vermouth di Torino”.
Arance candite, liquore arancino e limoncello in ricette dove appare (non era scontato) anche la nostra parola #foodcultural.
[Immagine: dreamstime, et alii]
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