In ordine sparso, parole di lessico#foodcultural da degustare, una alla settimana, in questi tempi satolli. Daniela Ferrando, FamFriend :-), le cura per il nostro blog.
*** Ciclostello ***
[ci-clo-stèl-lo] s.m. neologismo, dalla fusione di ciclo-, cioè bicicletta + ostello. Dunque un ciclostello è un luogo che offre un letto (e ristoro, e manutenzione-riparazioni del mezzo) a chi viaggia in bici. Una variante di paradigma nell’ospitalità.
Dove l’ho sentita:
Alla presentazione di HUG Milano, un “community hub di rigenerazione urbana” dalle molte funzioni #foodcultural e culturali in senso lato. Questo luogo contiene infatti un bistrot “etico, vegan & gluten free” con un cuoco giovanissimo + postazioni di smart working + un’officina meccanica che è anche sede organizzativa di esplorazioni del territorio + uno spazio di servizi al cittadino. Non solum …
Ciclostello. … sed etiam a questi si aggiunge, nel corso del 2018, la possibilità di pernottamento in modalità ostello: camere a più letti. E forse, a seguire, un possibile albergo diffuso nel quartiere NoLo (North of Loreto, per gli amanti degli acronimi).
Chissà perché, “ciclostello” mi è molto più simpatico di “apericena”. Forse perché evoca e favorisce quel viaggiare in cerca del bello e del buono che ci fa amare il cibo locale, le bancarelle dei mercati e i food truck.
Per saperne di più:
Su HUG, fondato e gestito da un trio al femminile, con un click qui.
Un’infografica, dal progetto diretto da Roberta Garibaldi dell’Università di Bergamo, che riassume i trend del turismo enogastronomico italiano.
[Immagine: ufficio stampa HUG Milano]
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