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Lessico#foodcultural: Acqua piatta

In ordine sparso, parole di lessico#foodcultural da degustare, una alla settimana, in questi tempi satolli. Daniela Ferrando, FamFriend :-), le cura per il nostro blog.

*** Acqua piatta ***

Qui e ora non stiamo parlando di mare, di onde, di superfici calme o agitate. Né di piattezza o piattitudine come se fossero disvalori. Stiamo invece usando tecnicamente un aggettivo molto comune per definire l’acqua minerale naturale.

Dove l’ho sentita:
Tutta colpa di Konstantinos Stavroulakis, miglior Sommelier d’Italia 2016. Un esperto di vini che ha giocato trilateralmente con vini, acque e piatti durante la Masterclass di Wine & Water Tasting organizzata da ASPI (Associazione della Sommellerie Professionale Italiana) per il proprio decennale.

E così ho imparato che un’acqua piatta non è priva di un suo gusto o carattere. Prova ne sia che, comparata all’acqua del rubinetto che è altrettanto ferma, si distinguerà sempre rispetto a questa. Lascerà in bocca il ricordo del cibo o vino cui è stata accostata, diversamente dall’acqua frizzante che tende a resettare il palato. Il sommelier può consigliare, ma sta a ciascuno di noi scegliere un’acqua che accompagni o un’acqua che ripulisca e prepari al nuovo boccone o al nuovo sorso.

Lessico#foodcultural: Terracrèpolo
 

Acqua piatta. Liscia, non gasata, non frizzante. L’attributo “piatta” indica l’assenza di bollicine ed è un giudizio tecnico, non di valore. Per meglio apprezzarla la soluzione ideale, la più elegante, è versarla in un bicchiere di cristallo incolore, liscio, senza stelo, dall’imboccatura leggermente svasata che permette al liquido di “respirare” meglio. Ma allora è vero che, a volte, la classe è acqua.

Per saperne di più:
Siccome prima o poi al ristorante vi capiterà che vi propongano anche la carta delle acque minerali, divertitevi a imparare i passi di un’impeccabile degustazione condotta con metodo professionale.

 

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