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La cameriera stressata, vecchia e sfigata? Ti sveliamo il colpevole

Cibo è cultura anche nella costruzione degli stereotipi di chi lavora nella ristorazione. Un esempio? La cameriera

La cameriera nel XIX secolo, una figura ibrida tra popolana e borghese, occupa il gradino più basso nella gerarchia sociale, l’ultimo gradino della rispettabilità, dopo di lei la prostituta

Chi ha costruito lo stererotipo della cameriera stressata, vecchia, bruttina, acida e soprattutto zitella? Come si direbbe oggi sfigata. Famelici, dopo serrate indagini, ha individuato il colpevole. Si tratta di un grande scrittore francese: Honoré de Balzac, l’autore della Comédie Humaine e il creatore del realismo letterario.

La cameriera stressata

Nei suoi romanzi la cameriera è una donna priva di ogni attrativa, votata a non conoscere nemmeno una notte di piacere. Una donna sola, la cui unica compagnia è quella dei gatti. La sua raffigurazione richiama quella di una strega. Ma la poverina è ancora più sfortunata, non potendo contare neppure sul fascino di una figura che per molti ha rappresentato la lotta contro il potere maschile.

Non solo, la società ha contribuito a rendere la cameriera una figura poco affascinante, non riconoscendo la sua professionalità, equiparandola a quella di una sguattera, senza possibilità di emergere in una società sempre più giudicante.

La colpa della cameriera stressata e senza marito? Essere single e senza figli

Per Balzac essere single è un vero e proprio attentato alla costruzione di una società sana che non deve conoscere il meschino egoismo di chi non si sposa e non desidera procreare.

Rimanendo una ragazza, una creatura del sesso femminile non è altro che una sciocchezza: egoista e fredda, è orribile. Questa decisione implacabile è purtroppo troppo giusta per le vecchie cameriere per ignorare i motivi. (Balzac, “Il parroco di Tours).

Nella prefazione al suo romanzo Pierrette, Balzac propone addirittura di riprendere una proposta di legge risalente alla Rivoluzione che voleva prescrivere una tassa aggiuntiva alle persone non sposate. Non sorridete, perchè ancora oggi esistono politici – ahimé donne – che considerano la donna solo in quanto madre!

Il reietto della società è chi rifiuta la famiglia

Balzac non ama chi non forma una famiglia tradizionale e chi non mette al mondo figli. Una condanna senza appello che vale sia per gli uomini che per le donne, anche se la penna dello scrittore francese si impegna soprattutto a sbeffeggiare le donne che rifiutano il dogma della famiglia e che non si riconoscono nella figura materna.

Balzac crea lo stereotipo della cameriera stressata e sfigata

la cameriera stressata

Balzac crea lo stereotipo della povera cameriera ignorante, sola, incapace di vivere le gioie della vita. Uno stereotipo che si estende poi a tutte le donne. Lo troviamo in moltissime sue opere. Così, ad esempio, nel romanzo La cugina Betta vengono descritti gli intrighi di una vecchia zitella pronta a tutto pur di rovinare la propria famiglia. In Pierrette e ne “Il parroco di Tours” ritrae due scapoli amareggiati, avidi e brutti che tracinano coloro che li circondano alla rovina.Dalle pagine del grande scrittore francese nasce così lo stereotipo della cameriera stressata, acida, egoista, priva di vita sessuale.

Le contraddizioni di Balzac: essere single una scelta o una condanna?

Eppure Balzac talvolta sembra contraddirsi. L’immagine della sua cameriera stressata e triste dà vita a due caratterizzazioni. Da una parte sembra che che la donna scelga di essere single in modo innaturale, mentre dall’altra lo scrittore sembra sostenere che il nubilato sia una condanna da cui è impossibile sfuggire, essendo determinato da una natura corrotta.

E poi inaspettatamente Balzac si schiera a spada tratta contro i matrimoni combinati. Il loro risultato è l’infelicità soprattutto femminile. E allora perchè è così duro contro chi sceglie di non sposarsi? Probabilmente cià che Balzac non accetta è la mancata maternità, all’epoca impensabile al di fuori del matrimono..

Le parole contradditorie di Balzac che lo rendono quasi femminista (a sua insaputa!)

“Il matrimonio, l’istituzione su cui si fonda la società di oggi, ce ne fa sentire tutto il peso: per l’uomo la libertà, per la donna i doveri. Ti dobbiamo tutta la nostra vita, tu ci devi solo i tuoi rari momenti. Infine, l’uomo fa una scelta in cui ci sottomettiamo ciecamente. Oh! Signore, posso dirle tutto. Ebbene, il matrimonio, così come viene praticato oggi, mi sembra una prostituzione legale. Da lì sono nate le mie sofferenze“, scrive Honoré de Balzac nella Comédie Humaine.

Il sesso crea l’identità di una persona?

Oggi le donne sono libere di scegliere se essere madri o meno. Ma nel XIX secolo la donna doveva esserlo e per esserlo doveva accettare di far parte di una famiglia costruita dall’uomo. Le donne descritte da Balzac sono tali solo se madri. Chi non lo è perde la sua femminilità, diventa una persona priva di sesso.

Si è donna solo se si ha un uomo, dei figli, se si suscita il desiderio in un uomo, se si è sensuali, se si dichiara la propria sessualità. Senza un uomo al suo fianco la donna non è più tale. Un tema di cui si discute ancora oggi, in una società terrorizzata di chi dichiara di non avere una vita sessuale.

E se i ruoli si invertono? La rivoluzione è alle porte

Quando l’eroina di Balzac non ha un marito o un amante, il mondo si capovolge. Così Mademoiselle Gamard, Sylvie Rogron o la cugina Betta soggiogano gli uomini che le circondano creando un mondo contro natura. E allora il nubilato raccontato ne La Comédie Humaine assume una valenza anarchica, quasi rivoluzionaria, capace di mettere in pericolo l’ordine costituito.

Balzac teme le nubili o gli scapoli, li considera pericolosi sovvertitori dell’ordine soociale, ma è anche affascinato dalla loro presunta immoralità. In particolare, mel romanzo La cugina Betta, è attratto dalla saffica e feroce antieroina e dai suoi imbrogli machiavellici che descrive con evidente gioia, rendendola, forse senza accorgersene, una figura carismatica.

Ma il Balzac uomo amava ed era amato dalle donne?

balzac

Sembra proprio di sì. Era brutto, basso e grasso, ma aveva un fascino pazzesco. Era molto divertente ed era un gran narratore. Molte donne se ne innamorarono e gli rimasero fedeli, anche se tradite.

…ma torniamo alla cameriera stressata e arcigna di Balzac

Lo stereotipo di Balzac della cameriera stressata, condannata a vivere single e senza conoscere le goie del sesso ci inducono a riflettere su come la cultura si è rapportato con la figura femminile, la famiglia e la maternità. E soprattutto ci inducano a pensare se la donna oggi si sia liberata definitivamente da quella costruzione culturale che la vede pienamente realizzata solo se sposata e madre.

 

 

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Written by Monica Viani

Vivo a Milano, frequento librerie, musei, cinema, teatri e ...ristoranti! Laureata in filosofia, ex insegnante di materie umanistiche nei licei classici e scientifici milanesi, sono approdata nel 1998 al giornalismo enogastronomico. Dopo aver coordinato diverse riviste tecniche, aver dato vita a una collana e curato diversi libri, nel 2017 ho deciso con Alessandra Cioccarelli di fondare il blog Famelici, un blog "di frontiera", dove declinare il cibo in mille modi. Io e Ale scriviamo di cibo, rimandando a Marx, a Freud, a Nietzsche, ai futuristi, perché crediamo che il cibo sia cultura. Perché lo facciamo? Per dimostrare che si può parlare di food rifuggendo dalle banalità. Stay hungry, stay foolish!

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