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Dalla libreria che regala libri alla Little Free Library. Nascono le librerie diffuse

Contro l’odio e la costruzione di muri culturali, che portano inesorabilmente ad erigere quelli in cemento armato, vi è un solo rimedio: la diffusione della cultura. Anche in tempi di tagli alle politiche culturali. Come? Dalla libreria che regala libri alla Little Free Library. All’intolleranza si risponde con la gentilezza e con l’invito a leggere!
Ma – ahimè – la cultura non viene, a torto, considerata redditizia dal punto di vista economico e così è stata la prima voce a subire pesanti tagli in tutta Europa (con rarissime eccezioni). Eppure c’è chi crede che la circolazione delle idee sia il solo vero baluardo all’insorgere di pericolosi populismi. Timidamente stanno nascendo forme di “resistenza” contro l’ignoranza. Che sia il prossimo spettro ad aggirarsi in Europa e non solo?

Dalla libreria che regala libri alla Little Free Library

Nel centro storico di Bologna, in via San Petronio Vecchio, trovi Libri Liberi. Non è una libreria come le altre. Qui i saggi o i romanzi non si comprano né si scambiano. La titolare Hanna Hilbe, una delle storiche fondatrici della Libreria delle Donne della Dotta, li regala. Unica regola: non più di tre alla volta. Grazie a donazioni la cultura circola liberamente. Sull’esempio di due librerie, una di Baltimora (andata purtroppo a fuoco) e una di Madrid, non è un servizio di prestito o di scambio. Agli inizi, nel 2012, era frequentato da pochi appassionati, ora sfruttando i social si è trasformato in una vera istituzione.

A Trieste, in via Risorta 12, Libribelli, altra esperienza culturale dove né si vende né si fa bookcrossing. Giorgio Cescutti, dopo aver scoperto la libreria di Hanna Hilbe a Bologna, decide di replicare il progetto a Trieste. Così un vecchio magazzino si è trasformato in libreria. Come a Bologna, l’esperimento funziona grazie al volontariato per garantire l’apertura e le spese di gestione.

La prima “Little Free Library” italiana  si trova a Roma. Risale al 2012 quando l’ insegnante, scrittrice e blogger Giovanna Iorio ha organizzato una raccolta fondi per acquistarla e posizionarla nel parco dell’Inviolatella Borghese.

E all’estero? Ecco che cosa sono le Little Free Library. “Take a book. Return a book”

Dal concetto di bookcrossing, cioè della circolazione gratuita di libri, abbandonati in luoghi pubblici in modo che qualcuno li prenda per leggerli, nasce il progetto Little Free Library.

Tutto nasce dall’associazione no profit fondata nel 2009 da Todd Bol di Hudson, in Wisconsin, negli USA. Todd costruì per sua madre, insegnante in pensione, amante dei libri, una libreria gratuita. I vicini, affascinati dal suo progetto, cominciarono a costruirsi una propria libreria dove scambiarsi i libri. I social media hanno fatto conoscere l’esperimento e questo è dilagato in tutto il mondo.

Un esempio di Little Free Library…decisamente culturale

In Inghilterra, a Leeds. La prima ha visto la luce l’8 giugno 2017 grazie alla volontà dell’artista Carry Franklin. Ora se ne contano 19. In vero booksharing 2.0!

Non servono soldi, si possono prendere e lasciare libri. Come avviene lo scambio? In cassette colorate, impermeabili, sparse in diversi luoghi della cittadina: dal parco ai lampioni della strada. Il tutto è stato costruito dal falegname David Ayres e dall’illustratrice Jacky Fleming per rispondere al clima cupo che si vive in Inghilterra dopo la Brexit. Una risposta alla chiusura delle biblioteche pubbliche, ormai prive di finanziamenti. L’esperimento ha avuto successo tanto che si è lanciata una campagna di crowdfunding che ha raccolto 300 sterline per costruire nuove casette di libri in periferia.

Speriamo che dalla libreria che regala libri alla  Little Free Library nascano nuove forme di cittadinanza fondate sul dialogo!!!

 

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Written by Monica Viani

Vivo a Milano, frequento librerie, musei, cinema, teatri e ...ristoranti! Laureata in filosofia, ex insegnante di materie umanistiche nei licei classici e scientifici milanesi, sono approdata nel 1998 al giornalismo enogastronomico. Dopo aver coordinato diverse riviste tecniche, aver dato vita a una collana e curato diversi libri, nel 2017 ho deciso con Alessandra Cioccarelli di fondare il blog Famelici, un blog "di frontiera", dove declinare il cibo in mille modi. Io e Ale scriviamo di cibo, rimandando a Marx, a Freud, a Nietzsche, ai futuristi, perché crediamo che il cibo sia cultura. Perché lo facciamo? Per dimostrare che si può parlare di food rifuggendo dalle banalità. Stay hungry, stay foolish!

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