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Il caffé quanta dipendenza crea? Berne solo 2 o 3 tazzine? Una riflessione sociologica

Cosa accade se beviamo troppo caffé? Quando si parla di dipendenza dal caffé?

Un must della colazione italiana, ma la caffeina è accusata di creare dipendenza, tanto da causare irritazione se non si soddisfa la voglia.

Il re della dipendenza da caffé? Voltaire beveva 40 – 50 caffè al giorno.

Il caffé quanta dipendenza crea? «Che dolce gusto ha il caffè, più amabile di mille baci, più soave del moscato». Così canta Lieschen, la protagonista della Cantata del Caffè”, il cui vero titolo è “Fate silenzio, non chiacchierate”, composta nel 1734 da Johann Sebastian Bach. Il compositore tedesco con ironia descrive una giovane donna dipendente dal caffè. “Se non posso bere tre volte al giorno la mia tazzina di caffè, divento per mia sventura come un arrostino di capra rinsecchito”. Dunque per il compositore tedesco, come per molti estimatori dell’oro nero, la dipendenza dal caffè avrebbe delle conseguenze sul carattere e sui comportamenti.

Troppi caffé durante la giornata? Forse sì

Il caffè per molti è il vero orologio che scandisce i tempi della giornata. C’è l’espresso che beviamo di prima mattina appena svegli, il secondo caffè al bar prima di varcare la soglia dell’ufficio, il caffè  con i colleghi a metà mattina, quello dopo pranzo e poi al pomeriggio per non addormentarsi. Per alcuni non manca quello serale, dopo cena. Non è forse troppo? Quanti caffè si possono bere senza danneggiare la nostra salute?

Il caffè quanta dipendenza crea? Quante tazzine possiamo berne?

La caffeina, appartenente alla famiglia degli alcaloidi, è lo stimolante più antico conosciuto dagli uomini. A causa del suo effetto sul cuore e sulla circolazione vanno considerati soprattutto i suoi effetti sulla pressione sanguigna e sul ritmo cardiaco. Se non si hanno problemi di salute, 4-5 caffè al giorno distribuiti nella giornata sono accettabili. Chi beve regolarmente caffè, subisce meno l’aumento della pressione. Nelle persone sane, il caffè, secondo recenti studi, ha un effetto positivo sul benessere del cuore.

Il caffé quanta dipendenza crea? La psico-dipendenza 

Molti di noi senza almeno un caffè al mattino si sentono stanchi, irritabili, incapaci di instaurare relazioni con gli altri. Un’abitudine che si trasforma alla lunga in dipendenza. La molecola 1, 3, 7-trimetilxantina ci spinge a rinnovare il  consumo di caffeina ogni giorno. E può accadere di non saperne controllare il consumo. C’è chi addirittura arriva ad essere vittima di mal di testa se la tazzina non viene in suo soccorso.

La nostra tazzina di caffé quanta caffeina contiene?

Il contenuto medio di caffeina nelle bevande a base di caffè è determinabile in base alla preparazione, alla tostatura e alla qualità di caffé usato.

  • Caffè espresso (una tazzina): 50/80 mg
  • Caffè preparato con la moka (una tazzina): 100/120 mg
  • Caffè americano (una tazza grande): 100/120 mg
  • Cappuccino del bar (una tazza media): 70/80 mg  

La dose giornaliera di caffeina tollerata è di 300-400 mg. Per calcolarla dobbiamo tenere presente che la caffeina è contenuta da alcune bevande e alimenti, come, ad esempio, la Coca Cola o il cioccolato.

Cosa accade se beviamo troppi caffé?

Ecco i sintomi più comuni:

  • Aritmia cardiaca
  • Mal di testa
  • Sudorazione
  • Tachicardia
  • Irrequietezza
  • Problemi gastrici

Attenzione…il caffè, se consumato in modo corretto, fa bene

  • Aiuta la digestione
  • Stimola il metabolismo basale
  • Aiuta a mantenere alta la concentrazione
  • Stimola la produzione di serotonina e dopamina, favorendo la sensazione di benessere
  • Potenzia le attività sportive
  • Per la presenza di antiossidanti, aiuta la salute del cuore e previene alcune malattie croniche

Lavoro e caffè: un legame indissolubile

Chi non ricorda l’iconica situation comedy fine anni 90 “Camera Caffè”? Tutte le vicende dei protagonisti erano narrate durante le pause caffè, che si trasformavano in socializzazione, ma anche in un irrinunciabile momento sinonimo di brainstorming con i colleghi. Il caffè assume così una funzione stimolante e ci aiuta ad essere maggiormente produttivi. 

La sociologia del caffè

Sembra che molti di noi abbiano il caffè nel loro DNA. In effetti chi non ricorda i propri genitori assaporare un buon caffè caldo? Un bambino di 3 anni è in grado di associare il caffè alla sua funzione tranquillizzante sui comportamenti dei genitori e facilmente da adulto ne replicherà il comportamento. Se troppi caffè possono portare alla disbiosi, ovvero ad uno squilibrio della flora intestinale, per il suo potere acidificante sul nostro sistema digestivo, è vero che l’oro nero è molto ricco di antiossidanti, in particolare polifenoli, che proteggono il corpo dai radicali liberi e dall’invecchiamento precoce. E allora gustiamoci il caffè.. con moderazione!

Amaro, zuccherato o con dolcificante? 

I ricercatori della Southern Medical University di Guangzhou, in Cina, hanno condotto uno studio analizzando le risposte a questionari di oltre 171.000 persone non affette da malattie cardiache o tumori, provenienti dal Regno Unito, e sono giunti alle conclusioni che il rischio di decesso fra i consumatori abituali di caffè – sia zuccherato che amaro – è inferiore di circa il 30% rispetto a coloro che non lo bevevano. Insomma bere tra le due e le quattro tazzine di caffè aiuterebbe a mantenersi in salute. Sui dolcificanti i medici esprimono magiori perplessità.

Bere il caffè senza avere problemi?

Bere un bicchiere d’acqua subito dopo aver bevuto il caffé.

Quanto vale il mercato europeo del caffé?

Il mercato europeo totale del caffè è cresciuto del 3,2% negli ultimi 12 mesi del 2022-2023, per raggiungere 40.675 punti vendita. I dati sono stati rilasciati dal World Coffee Portal nel report Project Café Europe 2022 e diffusi da Sca Italy-Specialty Coffee Association, associazione di categoria che si impegna a supportare tutta la filiera del caffè. Aumenta l’interesse per gli Speciality Coffee. In particolare in Lombardia. Il caffè quanta di pendenza crea? Sembrerebbe tanta!

 

 

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Written by Monica Viani

Vivo a Milano, frequento librerie, musei, cinema, teatri e ...ristoranti! Laureata in filosofia, ex insegnante di materie umanistiche nei licei classici e scientifici milanesi, sono approdata nel 1998 al giornalismo enogastronomico. Dopo aver coordinato diverse riviste tecniche, aver dato vita a una collana e curato diversi libri, nel 2017 ho deciso con Alessandra Cioccarelli di fondare il blog Famelici, un blog "di frontiera", dove declinare il cibo in mille modi. Io e Ale scriviamo di cibo, rimandando a Marx, a Freud, a Nietzsche, ai futuristi, perché crediamo che il cibo sia cultura. Perché lo facciamo? Per dimostrare che si può parlare di food rifuggendo dalle banalità. Stay hungry, stay foolish!

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