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Alberto Casiraghy, un mondo di poesia per spiriti liberi

Alberto Casiraghy, l’unico editore che stampa in giornata, è un uomo che regala sogni, un pescatore di “piccole perle” da donare a spiriti liberi. “Ci sono donne meravigliose, talune uniche: quelle che sanno giocare e farti giocare con la vita. Imperdibili! Lì c’è dio, lì c’è la felicità”. Con queste parole “il panettiere dell’editoria” mi accoglie nella sua casa-bottega artigianale. Sono andata con Daniela Ferrando a  Osnago, piccolo centro della Brianza lecchese per incontrare Alberto Casiraghy, fondatore della casa editrice Pulcinoelefante, editore della Poetessa dei Navigli Alda Merini e di tantissimi libricini, fatti di frasi e immagini magiche. La realizzazione di una follia tipografica, oltre che poetica, vista la pregiata fattura, stampata con la tecnica dei caratteri mobili di Gutenberg.

Per Monica Viani e Daniela Ferrando un incontro surreale merita un post altrettanto visionario. Dunque un post a due voci

Alberto Casiraghy editore di Alda Merini

DF: Questi “pulcini” sono gioielli per #tipofili. Con la bellezza del font Bodoni in tutte le sue varianti; caratteri capovolti per calembour visivi; pochissime pagine, che a volte è proibito tagliare; interventi pittorici su cliché rari, dalle forme intricate, perlopiù scolpiti da un maestro – Adriano Porazzi. Sono 10.000 i titoli finora usciti per i tipi di Casiraghy. Credete che l’editore ne abbia un elenco? Chissà. Sicuramente, ha conservato almeno un esemplare per ogni manufatto.

MV: Entrare nella sua casa di Osnago è come entrare nel castello dei desideri, ovvero di un mondo libero, dove nulla è ordine.

DF: un mondo parallelo!

MV: Sembra di essere i protagonisti di un viaggio onirico, dove l’unico fil rouge è la poesia dell’incontro. Alda Merini  definiva la casa di Casiraghy un “manicomio privato”. L’arte di Alberto? Simile a quelle maschere appese ad una parete. Sono vere opere d’arte senza firma accolte da un uomo che sa interpretarne il più profondo significato. Il suo segreto? Provare meraviglia di fronte al mistero del gesto creativo. Il suo rapporto con la religione? “Dio è nelle donne e nell’orgasmo”.

Alberto Casiraghy: vita da editore-artigiano

Di storie ne ha pubblicate tante. La sua passione sono gli aforismi: “Scrivo aforismi perché/amo gli abissi di poche parole”.Alberto Casiraghy un mondo di poesia Se gli chiedi di raccontare la sua vita, non sa da dove iniziare, è un susseguirsi di ricordi. Alla fine puoi però ricostruirla come una favola. C’era una volta un ragazzino che amava la poesia, che adorava giocare con i pensieri e con le immagini, e che, dopo essere stato liutaio e violinista, ha fondato una piccola casa editrice, Pulcinoelefante, unica nel realizzare libri stampati esclusivamente a caratteri mobili. Perché una casa editrice? “Perché mi piace condividere”.

DF: E condivide al punto che spesso sono gli autori a proporgli testi per un “pulcino”. Lui crea, stampa e accetta un pagamento in copie dell’opera, che eventualmente mette in vendita. Totalmente anticonformista anche nel modello di business.

E dunque a un certo punto incontra casualmente Lei, Alda Merini, la poetessa che scriveva: “ho una pistola puntata alla tempia: la poesia”. Complice è stato un aforisma della poetessa che Casiraghy voleva pubblicare. Da allora nasce un’amicizia che è un sodalizio culturale. Un rapporto vero, sincero, più profondo di una relazione amorosa: “Alda era come Mozart, ti faceva volare o cadere nell’abisso”.

DF: E, alludendo alla grandezza di quest’amore, ci ha suggerito (rivelato non oserei dire) il segreto di ogni amore ideale: “che non ci sia sesso”. Excusatio non petita? Geniale depistaggio? Limpida verità? Non lo sapremo mai.

Alberto non ha pubblicato solo le poesie di Alda Merini, ma anche le opere dei più grandi poeti e intellettuali del 900: da Dino Campana a Carlo Emilio Gadda, da Fernanda Pivano a Natalia Ginzburg, da Pier Paolo Pasolini a Sandro Penna, da Mario Luzi a Ezra Pound, opere  accompagnate da illustrazioni di artisti quali Bruno Munari, Enrico Baj, Emilio Tadini, Mimmo Paladino e Giuliano Della Casa. Ma non solo autori noti, anche sconosciuti. Da anni stampa testi scritti dai detenuti di San Vittore. Alberto CasiraghyIl rapporto di Alberto Casiraghy con il libro è tattile: passa attraverso le mani. Usa caratteri mobili, vere alchimie estetiche, capaci di dare vita a creazioni sempre diverse, uniche. La macchina è la Super Audax Nebiolo “É una scelta di poesia. C’è il calore della mano dell’uomo”. L’aspetto economico è secondario: “nella mia vita ho sempre cercato la positività, ho fatto una scelta di poesia nel non farmi pagare. Io preferisco scambiare. Questo mi ha permesso di godere di incontri incredibili, che mio hanno regalato gioia. Impagabili! Ho avuto la fortuna di vivere  esperienze uniche. Metto a disposizione il mio sapere. Per me la tipografia è un gioco, dove conta avere molta fantasia e sapere cogliere i richiami della magia. Non stampo ciò che mi piace, ma ciò che nasce da un’emozione”.

Alberto Casiraghy: cibo e cultura

Chi ama la vita non può non amare il cibo e dunque lo stretto legame tra cibo e cultura. Alberto Casiraghy mi racconta che Alda Merini aveva scritto delle ricette surreali, cogliendo proprio la relazione tra vita, cultura e cibo.

Alberto Casiraghy e il cibo per la mente

DF: E la fame!

In un’ aforisma ha scritto: “l’uomo possiede la fabbrica più grande del mondo: la fabbrica dell’appetito”. Ma il cibo non è solo protagonista della poesia, lo ritroviamo spesso nella cultura popolare. Così  quella  africana è ricca di proverbi che esaltano la cucina. Uno per utti: “il cuoco sensibile sa fare il brodo anche con un sasso”. D’altra parte Alberto Casiraghy è convinto che ” i grandi poeti sanno covare ogni tipo di uova” e spesso abbiamo traccia di poesia anche in chi ha lasciato versi senza firma!

DF: Non a caso, conserva un vasetto di “Cibo per la mente”, semisepolto tra le sue carte. Se glielo chiedi, magari non sa dov’è esattamente. Perché? Perché tale cibo, a casa sua, è dappertutto.

Io e Daniela abbiamo fatto un’esperienza meravigliosa: un tuffo in un mondo onirico costruito da un uomo che crede nel mistero e nella gratuità del gesto creativo.

 

 

 

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Written by Monica Viani

Vivo a Milano, frequento librerie, musei, cinema, teatri e ...ristoranti! Laureata in filosofia, ex insegnante di materie umanistiche nei licei classici e scientifici milanesi, sono approdata nel 1998 al giornalismo enogastronomico. Dopo aver coordinato diverse riviste tecniche, aver dato vita a una collana e curato diversi libri, nel 2017 ho deciso con Alessandra Cioccarelli di fondare il blog Famelici, un blog "di frontiera", dove declinare il cibo in mille modi. Io e Ale scriviamo di cibo, rimandando a Marx, a Freud, a Nietzsche, ai futuristi, perché crediamo che il cibo sia cultura. Perché lo facciamo? Per dimostrare che si può parlare di food rifuggendo dalle banalità. Stay hungry, stay foolish!

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