in

Premio Gavi La Buona Tavola: vince il Brunello di Montalcino

Il Consorzio del Vino Brunello di Montalcino è il vincitore del Premio GAVI LA BUONA ITALIA 2022, organizzato dal Consorzio Tutela del Gavi, quest’anno dedicato alla comunicazione web internazionale dei Consorzi di Tutela del Vino italiani.

Giunta all’ottava edizione, la nuova edizione del Premio Gavi la Buona Tavola, è stata dedicata alla comunicazione web internazionale dei Consorzi di Tutela del Vino italiani. La funzione del Premio -come ricorda Maurizio Montobbio, Presidente del Consorzio Tutela del Gavi – è quella “di premiare la buona pratica in modo che possa essere condivisa e imitata in modo virtuoso”. A vincere è stato il Consorzio del Brunello di Montalcino. Sono stati poi premiati con una menzione speciale i Consorzi del Garda, del Soave e del Bolgheri. La premiazione è stata anche l’occasione per la presentazione di una interessante ricerca sulla natura dei Consorzi.

Come comunicano i consorzi del vino

La ricerca “Comunicare il vino italiano all’estero via web. Il ruolo dei consorzi di tutela” è stata affidata dal Consorzio Tutela del Gavi alla società di ricerca Astarea, in collaborazione con The Round Table. Condotta su 21 Consorzi del vino italiani – 16 finalisti del Premio Gavi 2022 e 5 vincitori di precedenti edizioni del Premio – ha identificato per la prima volta quattro cluster comportamentali nel modo di comunicare, via sito web, dei Consorzi del Vino.

La ricerca, come ricorda la professoressa Laura Cantoni, ha “intervistato” i testi attraverso il metodo semiotico. “Sono state individuati temi ricorrenti, come ad esempio il ruolo del consorzio rispetto alla cantina, il modo di raccontare il vino e come si promuove l’enoturismo. Sono state riconosciute quattro tipologie di Consorzi: promoter, valorizzatori, funzionali e sistemici“.

I quattro cluster: pomoter, valorizzatore, funzionale e sistemico

  • Nel dettaglio il promoter ha un’anima spiccatamente commerciale. Punta più sulle modalità di produzione del vino, dedicando meno attenzione al territorio e al suo ambiente socioculturale. È molto impegnato sull’internazionalizzazione con presenza fisica all’estero attraverso eventi e educational. Il fattore critico? L’internazionalizzazione si può esaurire nella commercializzazione e negli eventi, senza valorizzare anche il genius loci?
  • Il sistemico valorizza il ruolo della cantina, facendo emergere lo stretto legame tra vino e territorio, natura e cultura. Il fattore critico? L’autoriferimento derivante dalla valorizzazione della storia locale prevale sull’apertura verso l’estero (con l’eccezione del Consorzio del vino Brunello di Montalcino).
  • Il valorizzatore mette al centro della narrazione la cantina e la sua storia. Il territorio è funzionale al vino e perimetro identitario. Prevale una comunicazione che premia i paesaggi senza approfondire gli apetti socioculturali. Il fattore critico? Il ruolo in secondo piano del Consorzio rispetto alle cantine limita un’azione outbound, a vantaggio di quella inbound (che vede le Cantine protagoniste). 
  • Il funzionale si pone al servizio delle Cantine, valorizzandone il lavoro, promuovendo la cultura contadina pur assumendo uno stile attuale. Il fattore critico? Il focus sul localismo, che trascura l’orientamento alla internazionalizzazione.

Come migliorare la comunicazione all’estero

Per migliorare la comunicazione all’estero in un’ottica di promozione dell’enoturismo occorre:

  • trovare un equilibrio tra le atttività dei Consorzi e delle cantine in modo da agire in modo complementare;
  • superare la differenziazione tra outbound e inbound.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

GIPHY App Key not set. Please check settings

Written by Monica Viani

Vivo a Milano, frequento librerie, musei, cinema, teatri e ...ristoranti! Laureata in filosofia, ex insegnante di materie umanistiche nei licei classici e scientifici milanesi, sono approdata nel 1998 al giornalismo enogastronomico. Dopo aver coordinato diverse riviste tecniche, aver dato vita a una collana e curato diversi libri, nel 2017 ho deciso con Alessandra Cioccarelli di fondare il blog Famelici, un blog "di frontiera", dove declinare il cibo in mille modi. Io e Ale scriviamo di cibo, rimandando a Marx, a Freud, a Nietzsche, ai futuristi, perché crediamo che il cibo sia cultura. Perché lo facciamo? Per dimostrare che si può parlare di food rifuggendo dalle banalità. Stay hungry, stay foolish!

vinophila, metaverso del vino

Vinophila, il futuro del vino

l'agricola a lainate: la fattoria del gusto, doe mangiare il cremoso di capra

L’Agricola, la fattoria del gusto a Lainate