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Non solo hygge: lagom, la via svedese alla felicità (+altre vie)

Lagom è una parola svedese che indica la via per raggiunfere la felicità

I danesi hanno il concetto di “hygge”, gli svedesi inseguono il “lagom”, i giapponesi vivono secondo i principi della filosofia di “ikigai” e gli israeliani seguono le regole di “osim chaim”.

Non solo hygge di origine danese, ora arriva la risposta svedese: il lagom. Una filosofia di vita sobria, per un’esistenza fondata sulla misura, sul rifiuto degli eccessi. Un inno alla moderazione. Uno stile di vita che fa impazzire gli americani e gli inglesi. Se molti sono attratti da questa nuova tendenza, non manca chi sottolinea come sia una soffocante dottrina di origine luterana basata sull’autoprivazione, capace solo di spingerci verso la mediocrità.

Non solo hygge: lagom, la via svedese alla felicità

Che cosa significa lagom?

lagom, la via svedese alla felicità

Non abbiamo fatto a tempo a capire il significato reale del termine hygge, che già ne dobbiamo decifrare un altro. Gli svedesi lanciano, infatti, lo stile lagomLagom är bäst, ecco il più noto detto svedese che bene descrive la nuova filosofia. Come tradurlo? ‘Non troppo, non troppo poco, il giusto’. Sembra un po’ il latino In medio stat virtus. Sembrerebbe un invito alla moderazione e al rifiuto di ogni eccesso nell’abbigliamento, nell’arredamento, nelle dichiarazioni pubbliche. Semplifichiamo? Il modello Ikea. Sicuramente green: reduce, re-use, recycle sono parole ricorrenti.

I fondamenti dello stile lagom

lagom, la via svedese alla felicità

  • La ricerca dell’equilibrio. Se per esempio sei a tavola, non devi abbuffarti, assaggi e degusti senza ingozzarti. Eviti di mettere nel piatto ciò che sai che non mangerai mai!
  • La ricerca della giusta misura. Se devi comporre un piatto, non esageri con gli ingredienti, non cerchi di stupire per il gusto di stupire. Essere creativi non significa spettacolarizzare.
  • La ricerca dell’essenzialità. Per essere sicuri di rispettare il gusto, occorre rispettare l’ingrediente.
  • La ricerca della qualità, ovvero  il rispetto del territorio in cui si vive o che si sta visitando. Se sei in Asia, non ordinare la pizza!
  • L’eliminazione del superfluo che è destinato a rimanere nel piatto.
  • Il rispetto della natura in nome della consapevolezza che il Pianeta va tutelato. Si devono produrre meno rifiuti, consumare meno energia e acqua, prestare più attenzione a ciò che si mangia.
  • La separazione tra vita privata e attività lavorativa…altrimenti quando cucini? Prima regola: spegnere il computer.

La differenza tra hygge e lagom?

lagom la via svedese alla felicità

Lo hygge è un momento preciso di felicità, mentre il lagom è una guida, uno stile di vita. Se lo stile hygge invita a costruire momenti e spazi di condivisione, lo stile lagom è un approccio a 360 gradi alla vita, un invito a cercare un equilibrio in noi stessi, armonizzandoci con l’ambiente che ci circonda.

Non solo hygge: uno sguardo sull’osim chaim israeliano

Dall’ebraico, “osim chaim” si traduce letteralmente come “facciamo la vita”, ovvero godersi la vita. Una regola che imparano fin da piccoli osservando lo Shabbat, la festa del riposo, celebrata ogni sabato. La celebrazione inizia il venerdì pomeriggio (il giorno ebraico inizia al tramonto) e dura per tutto il sabato. L’opportunità di dimenticare il lavoro, rallentare, trascorrere del tempo con chi si desidera aiuta a fermarsi, a diventare consapevoli di ciò che è veramente importante.

Gli israeliani sembrano essere meno vittime delle mode, dei marchi. Prediligono la semplicità e apprezzano la regola del carpe diem, del saper godere del presente. Gli orari di lavoro cercano d’incentivare la ricerca dell’equilibrio tra lavoro e vita privata.

Non solo hygge: la via thailandese alla felicità

I thailandesi vivono il presente. Non ritengono opportuno scavare nel passato o pensare troppo al futuro. Tutta la vita dovrebbe essere soggetta a tre regole: “sanuk, sabai e suai“. Il primo è il comfort mentale, il secondo è il comfort fisico, il terzo è la bellezza, il desiderio di circondarsi e far parte del bello. I thailandesi apprezzano la tranquillità e dunque amano relazioni semplici fatte con domande dirette.

 

Amano passeggiare senza grandi sforzi e viaggiare. Sono curiosi, soprattutto riguardo al cibo, che rappresenta anche un benessere mentale. L’atteggiamento nei confronti della morte esclude la paura percepita come una liberazione dalle sofferenze.

Per la cultura thailandese il concetto di bellezza è molto importante. Per comprenderlo, basta entrare in un hotel. Troverete gli asciugamani che assumono sembianze di cigni o fiori. Mai un thailandese vi farà un regalo senza averlo impacchettato con ricercatezza. Allo stesso modo si usa il sorriso per scusarsi di un errore, di un rifiuto o più semplicemente per esprimere simpatia. Un solo consiglio: se fate una trattativa con un thailandese, occorre fare attenzione che il sorriso sia sincero!

Come vedete mon solo hygge: lagom, la via svedese alla felicità….ma non è la sola!

 

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Written by Monica Viani

Vivo a Milano, frequento librerie, musei, cinema, teatri e ...ristoranti! Laureata in filosofia, ex insegnante di materie umanistiche nei licei classici e scientifici milanesi, sono approdata nel 1998 al giornalismo enogastronomico. Dopo aver coordinato diverse riviste tecniche, aver dato vita a una collana e curato diversi libri, nel 2017 ho deciso con Alessandra Cioccarelli di fondare il blog Famelici, un blog "di frontiera", dove declinare il cibo in mille modi. Io e Ale scriviamo di cibo, rimandando a Marx, a Freud, a Nietzsche, ai futuristi, perché crediamo che il cibo sia cultura. Perché lo facciamo? Per dimostrare che si può parlare di food rifuggendo dalle banalità. Stay hungry, stay foolish!

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