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Da Inedito, la pizza protagonista di una proposta culturale

Antonio Pappalardo a Brescia è il re della pizza tonda, caratterizzata dal cornicione ben sviluppato e dal gusto deciso dell’impasto. Titolare della pizzeria Inedito, ha recentemente ospitato un altro grande pizzaiolo, Diego Vitagliano, dando vita ad un gustoso confronto.

L’essenza di Inedito? Conservare la storia di un locale storico – qui nacque la prima pizzeria bresciana  – ma assumersi anche l’impegno di dinamizzare la vita culturale di Brescia.

La pizza è uno dei piatti più consumati e popolari al mondo, dove si stima che si mangino più di cinque miliardi di pizze all’anno. Ma non tutte le pizzerie sono uguali, così come il modo di farle. Da Inedito il confronto tra due grandi pizzaioli mi ha rivelato come avviene l’incontro tra il mondo della pizza e l’universo della cucina e del vino. E come questo sia un sorprendente incontro culturale.

Il confronto tra Antonio Pappalardo e Diego Vitagliano

Antonio Pappalardo e Diego Vitagliano condividono la complicità tra l’arte della pizza, la ricerca dell’ingrediente di qualità e la scoperta gastronomica, senza mai dimenticare il rispetto per l’impasto. Nelle loro proposte convivono diverse suggestioni culturali tutte da scoprire.

In effetti Inedito non può essere definita solo la pizzeria, dove Antonio Pappalardo propone una pizza definita spesso gourmet. Le suggestioni del menu di questo talentuoso pizzaiolo, che ha conquistato importanti riconoscimenti, sostengono un vero progetto aperto ad altre discipline gastronomiche. E agli incontri con altri professionisti come Diego Vitagliano.

Antonio -Pappalardo- Diego -Vitagliano famelici

Inedito, il progetto di Antonio Pappalardo

Antonio Pappalardo ha deciso di non replicare il modello vincente della Cascina dei Sapori, preferendo un progetto “inedito” negli arredi e nella proposta gastronomica. La grande novità è l’elaborazione di un blend di farine, tra cui la farro monococco.

Prima della pizza, è famelicamente consigliato ordinare gli starter, tutti rigorosamente lievitati, dal mini burger al vapore, carne salada, fichi e Parmigiano alla pizzina fritta, stracciatella e gambero rosso.
Una menzione speciale ai dolci: mai banali!

Diego Vitagliano, il re degli impasti

Diego Vitagliano è il grande sperimentatore della pizza “a canotto”, quella con il cornicione alto, che richiama la pizza del Vomero di 50 anni fa. Per le sue proposte utilizza nuove tecniche avvalendosi delle sue capacità di unire la tradizione all’innovazione. La sua pizza è alta, digeribile, morbida ma croccante, realizzata con un impasto indiretto con prefermento di tipo 1 bio, una lievitazione di 36 ore, alta idratazione e un bassissimo utilizzo di sale. Diego propone sia pizze classiche che rivisitate come la margherinara o la ragù.

 

Il concetto di pizza di Pappalardo e Vitagliano

  • Pappalardo: ”pizza tonda con asparago selvatico, bagòss e limone del Garda” con impasto con farina tipo 1 e farro monococco.
  • Vitagliano: “romana con tonno rosso, agretti, cipolla e olive”. Base di impasto alla romana con mais Corvino autoctono cremonese
  • Vitagliano: “Pelatella” con San Marzano, mozzarella di bufala Dop, filetto di pomodoro cotto al vapore, scaglie di Parmigiano, basilico ed olio extra vergine.
  • Pappalardo: “pizza al padellino” con anatra, vermouth e spigarello di Antonio.
  • Vitagliano: “4 casi croccante” , ovvero  4 formaggi: provolone del monaco, caciocavallo, pecorino, fior di latte di Agerola, crumble di pane multicereali, bule di bufala e pomodorini semi dry.

Imperdibile il dolce: bergamotto, arancia rossa e pompelmo.


Inedito

Via Antonio Gramsci, 22a

Brescia

Tel. +39 0307999555

www.ineditopizzeria.it

 

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Written by Monica Viani

Vivo a Milano, frequento librerie, musei, cinema, teatri e ...ristoranti! Laureata in filosofia, ex insegnante di materie umanistiche nei licei classici e scientifici milanesi, sono approdata nel 1998 al giornalismo enogastronomico. Dopo aver coordinato diverse riviste tecniche, aver dato vita a una collana e curato diversi libri, nel 2017 ho deciso con Alessandra Cioccarelli di fondare il blog Famelici, un blog "di frontiera", dove declinare il cibo in mille modi. Io e Ale scriviamo di cibo, rimandando a Marx, a Freud, a Nietzsche, ai futuristi, perché crediamo che il cibo sia cultura. Perché lo facciamo? Per dimostrare che si può parlare di food rifuggendo dalle banalità. Stay hungry, stay foolish!

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