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Sosta al giardino alpino Flore-Alpe, in Svizzera, dove i fiori ti ricordano che cosa sia la bellezza

Se ti piacciono i giardini è la stagione perfetta per organizzare una gita sul lago di Champex, alle pendici del versante sud del Catogne, al limite orientale del massiccio del Monte Bianco. Non è ancora tempo di vacanze, ma chi può permetterselo spesso organizza in questo periodo un week end lungo. La Vallonia è già una splendida meta, ma se volete avere una ragione in più per visitarla ve la offre Famelici.

Il giardino alpino Flore-Alpe

Fondato nel 1927 dall’industriale e ingegnere Jean Marcel Aubert, il giardino è diventato un vero riferimento per la comunità scientifica e per gli appassionati di spettacoli naturali. Circondato da foreste naturali di abete rosso, ingentilito da piccoli ruscelli che scivolano tra rocce e specchi di acqua, il giardino di Flore-Alpe è uno dei più ricchi giardini dell’arco alpino. Conifere, rose selvatiche, rododendri d’altitudine, semprevivi, primule e sassifraghe formano un piccolo mondo in miniatura popolato da più di 3000 piante.

Prenotando sono possibili visite guidate: telefono/ fax +41 (0)27 783 12 17, per e-mail fondation.aubert@bluewin.ch o direttamente sul posto.

Fondation J.-Marcel Aubert
Jardin botanique alpin Flore-Alpe
Case postale 26
CH-1937 Orsières
Telefono / Fax: +41 (0)27 783 12 17
www.fondationaubert.ch
E-mail: fondation.aubert@bluewin.ch

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Written by Monica Viani

Vivo a Milano, frequento librerie, musei, cinema, teatri e ...ristoranti! Laureata in filosofia, ex insegnante di materie umanistiche nei licei classici e scientifici milanesi, sono approdata nel 1998 al giornalismo enogastronomico. Dopo aver coordinato diverse riviste tecniche, aver dato vita a una collana e curato diversi libri, nel 2017 ho deciso con Alessandra Cioccarelli di fondare il blog Famelici, un blog "di frontiera", dove declinare il cibo in mille modi. Io e Ale scriviamo di cibo, rimandando a Marx, a Freud, a Nietzsche, ai futuristi, perché crediamo che il cibo sia cultura. Perché lo facciamo? Per dimostrare che si può parlare di food rifuggendo dalle banalità. Stay hungry, stay foolish!

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