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La Slovenia, il paese da visitare se ami cibo e cultura

La Slovenia è stata dichiarata come area europea per la gastronomia 2021 in nome di cibo e cultura senza dimenticare la sostenibilità.

Et voilà la Slovenia è la European Region of Gastronomy per il 2021. Noi ve ne abbiamo già parlato e vi invitiamo a non perdere l’occasione per segnarvela in agenda tra i primi viaggi da fare appena potremo. Una terra green, dove si può godere di spiagge, colline, montagne, laghi e corsi d’acqua. La rende unica l’eccellenza della sua cucina, che esalta ingredienti locali, lavorandoli in nome della sostenibilità.

La Slovenia, un paese ricco di eccellenze enogastronomiche

slovenia emozioni oltre i mercatini di natale gostilna as

La Slovenia offre una gran varietà di proposte gastronomiche. La ricchezza degli ingredienti – sale, vino, miele, carne, salumi, frutta e ortaggi – ha permesso di creare varianti regionali, oggi rappresentate in 24 cucine regionali. Sono stati riconosciuti come Made in Slovenia ben 170 piatti! La filosofia della cucina tradizionale slovena è soprattutto agricola: “dall’orto alla tavola”. Funghi, grano saraceno, frutti di bosco, asparagi, patate, carote, castagne, olive, zucche e prugne sono i protagonisti di diversi piatti. Ingredienti che si ritrovano anche nei numerosi e vivaci festival dedicati al cibo durante tutto l’anno.

Il dolce sloveno per eccellenza: la potica

slovenia cibo e cultura: la ricetta della potica

La potica, in Italia conosciuta come putizza, è un dolce dalle antiche origini, ricco di miele e di noci, tipico della stagione invernale e assolutamente natalizio. È un lievitato, la cui pasta è stesa e cosparsa di un ripieno di frutta secca, di cui se ne conoscono ben 80 versioni, anche se il più conosciuto prevede noci, nocciole, dragoncello, semi di papavero e formaggio. Successivamente la pasta viene arrotolata e messa a cuocere in uno stampo. Con quale bevanda degustarla? Con un vino locale o con uno dei tanti distillati della Slovenia.

La ricetta della potica

Ingredienti 

Per la pasta

1 kg farina

30 g  lievito di birra fresco

3 tuorli

300 ml latte intero tiepido

120 g burro

1 cucchiaino di sale

2 cucchiai di zucchero

burro per ungere lo stampo

Per il ripieno

600 g  noci

200 g  miele

50 g zucchero

100-200 ml latte caldo

1 uovo

cannella

grappa

Per decorazione

zucchero a velo

Procedimento

Mettere a bagno il lievito spezzettato con un cucchiaino di zucchero nel latte tiepido e due cucchiai di farina. Fare riposare in un luogo tiepido per almeno mezz’ora, in modo che avvenga la fermentazione.

Mescolare e la farina con il sale, successivamente aggiungere, continuando a mescolare, il latte e il lievito, le uova e il burro. Lavorare l’impasto fino ad ottenere un composto liscio ed omogeneo. Fare lievitare coperto da un canovaccio in un luogo tiepido e umido per circa 45 minuti. L’impasto deve separarsi dalla ciotola.
Nel frattempo, preparate il ripieno.

Tritare le noci e coprirle con un po’ di latte caldo. Riscaldare il miele finché non diventa liquido. Unirlo  allo zucchero e alla cannella. Fare riposare mentre la pasta lievita.

Dopo il riposo, aggiungere un uovo per il ripieno e mescolare. Stendere la pasta fino a quando non è alta circa ½ cm di spessore. Unire l’uovo al ripieno e stendere la pasta di noci sopra l’impasto. Arrotolare l’impasto e riporlo nello stampo imburrato. Fare lievitare ancora per circa mezz’ora. Prima di mettere in forno, spennellare con dell’uovo sbattuto e infornate a 180°C per circa un’ora.

Sfornare e fare riposare nello stampo per  mezz’ora. Spolverare di zucchero a velo prima di servire.

5 piatti da assaggiare in Slovenia

  1. Crauti con zuppa di miglio
  2. Purè di fagioli con ciccioli
  3. Focaccia della Bela Krajina
  4. Zuppa di prugne
  5. Stomaco di maiale ripieno dell’Alta Valle della Savinija.

 

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Written by Monica Viani

Vivo a Milano, frequento librerie, musei, cinema, teatri e ...ristoranti! Laureata in filosofia, ex insegnante di materie umanistiche nei licei classici e scientifici milanesi, sono approdata nel 1998 al giornalismo enogastronomico. Dopo aver coordinato diverse riviste tecniche, aver dato vita a una collana e curato diversi libri, nel 2017 ho deciso con Alessandra Cioccarelli di fondare il blog Famelici, un blog "di frontiera", dove declinare il cibo in mille modi. Io e Ale scriviamo di cibo, rimandando a Marx, a Freud, a Nietzsche, ai futuristi, perché crediamo che il cibo sia cultura. Perché lo facciamo? Per dimostrare che si può parlare di food rifuggendo dalle banalità. Stay hungry, stay foolish!

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