in

HangarQ e la cucina stellare di Alessandro Fabbiano

Intervista allo chef Alessandro Fabbiano presso il “laboratorio stellare” HangarQ.

L'intervista ad Alessandro Fabbiano, lo chef di HangarQ, locatio per eventi aziendali esclusivi e dove si preparano catering per vip.

Ho incontrato lo chef Alessandro Fabbiano presso il “laboratorio stellare” HangarQ. Uno spazio, dove eleganza e sostenibilità sono mixati per creare deliziosi piatti da servire sia in eventi privati ed aziendali in stile flight-experience che per deliziosi pranzi o cene servite su jet di lusso.

Ancor prima di mettere piede nel laboratorio HangarQ, un laboratorio che coniuga tutto il prestigio del catering ad alta quota a un’atmosfera unica in vero stile flight-experience, rimango affascinata dallo Spazio Tertulliano, un luogo davvero magico. Sembra quasi la rappresentazione di un mondo dove tutto è possibile. Ê uno spazio dove si osa, dove si riuniscono giovani artisti, dove trovano posto inedite professioni e dove si reimmaginano antichi mestieri. Ed è proprio in questo spazio, in Via Tertulliano 68, che si trova HangarQ. Un club esclusivo dove la cucina gourmet supera la terra per incontrare il cielo. Qui incontro Alessandro Fabbiano, lo chef che prepara una cucina che sa coniugare il buono con il bello, superando infinite difficoltà.

spazio tertulliano milano

HangarQ e la cucina stellare di Alessandro Fabbiano

Alessandro Fabiano chef

Nato a Casarano, in Puglia, nel Salento, Alessandro Fabbiano, è gentile, ma deciso. Lo capisci da come ti stringe la mano. Una stretta decisa, di chi sa il fatto suo. Non vedo l’ora di intervistarlo, anche perchè un’idea su di lui me la sono costruita. Per me è un prestigiatore. Come fa uno chef ad oltrepassare le nuvole, sfiorare il sole, la luna e le stelle proponendo piatti gourmet a commensali abituati a vivere nel lusso? La sua capacità di creare stupore, deve nascondere per forza qualche trucco. E il mio obiettivo è scoprirlo. Per conquistare la sua fiducia e scoprire i suoi segreti inizio l’intervista con una domanda innocente.

Come è nata la tua passione per la cucina?

In famiglia. I miei genitori lavoravano e io trascorrevo molto tempo con nonna Maria e nonno Donato, fiero di essere un macellaio. Ho imparato a condividere la loro passione per la cucina e a rubargli tanti segreti. Le ricette dell’infanzia e dell’adolescenza? Zuppe, pasta, ricette con ceci o frutta. Ricordo ancora i sapori di ciceri e tria, il piatto tipico del Salento.

Quello che inizialmente è stato un gioco,si è trasformato in una professione. Ho lavorato sia in Italia che all’estero. Nel 2003 la svolta. Ho iniziato a collaborare con Mauro Benincasa sposando il suo progetto di servire pranzi e cene gourmet su jet privati. Mauro è un visionario, un imprenditore che sa anticipare il futuro. Per me l’inizio di questa collaborazione è stata una grande occasione, che mi ha consentito di crescere, di sperimentare, di creare piatti frutto di miei studi.

Quali sono i tuoi segreti per preparare i piatti in alta quota?

La ricerca della materia prima che deve essere la migliore a disposizione, la sperimentazione che mixa tradizione, innovazione con le diverse culture gastronomiche nazionali ed internazionali. In particolare, utilizzo molte suggestioni dalla cucina araba. Sono affascinato sia dall’utilizzo delle spezie che permettono di sostituire il sale sia dal gioco delle consistenze. Un elemento fondamentale è poi la ricerca estetica del piatto. Un piatto deve essere buono, ma anche bello.

Quali regioni italiane influenzano maggiormente la tua proposta gastronomica?

La Puglia, la mia terra d’origine, e la Toscana.

Un piatto di cui vai fiero?

Il finto pomodoro con terra di basilico. Il segreto è la mousse di bufala.

HangarQ la cucina

Il piatto più creativo?

Mosaico di rombo con salsa di crostacei e verdure scottate.

Una domanda che può sembrare provocatoria: la tua cucina è sostenibile?

La filosofia di HangarQ poggia sulla sostenibilità ambientale, territoriale, sociale, generazionale e di genere. La mia cucina, ad esempio, limita al minimo lo spreco alimentare. I prodotti sostenibili, tracciabili hanno sempre una storia da raccontare. I nosri turni di lavoro sono poi compatibili con i nostri impegni familiari e ci offrono la garanzia di avere del tempo libero per noi stessi.

Quando un piatto è riuscito?

Quando soddisfa il gusto e fa dire wow con la sua presentazione. È l’unico modo per fidelizzare l’ospite.

Ti manca la vita da chef di ristorante?

Assolutamente no. In laboratorio non conosco lo stress, soprattutto quello dovuto al servizio.

Ad HangarQ è possibile organizzare eventi?

Certo, sia privati che aziendali. Gli spazi consentono di ospitare fino a 120 pesone in piedi. Ultimamente abbiamo organizzato un bellissimo party a tema.

Commento famelico

Alla fine, il segreto ve lo posso rivelare. Nel cappello di cuoco Alessandro Fabbiano mette studio, visione del futuro, lavoro, passione e cooperazione. Il risultato? Piatti davvero stellari!


 

 

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

GIPHY App Key not set. Please check settings

Written by Monica Viani

Vivo a Milano, frequento librerie, musei, cinema, teatri e ...ristoranti! Laureata in filosofia, ex insegnante di materie umanistiche nei licei classici e scientifici milanesi, sono approdata nel 1998 al giornalismo enogastronomico. Dopo aver coordinato diverse riviste tecniche, aver dato vita a una collana e curato diversi libri, nel 2017 ho deciso con Alessandra Cioccarelli di fondare il blog Famelici, un blog "di frontiera", dove declinare il cibo in mille modi. Io e Ale scriviamo di cibo, rimandando a Marx, a Freud, a Nietzsche, ai futuristi, perché crediamo che il cibo sia cultura. Perché lo facciamo? Per dimostrare che si può parlare di food rifuggendo dalle banalità. Stay hungry, stay foolish!

dummy snapcode avatar@2x

Una vacanza in Valcamonica in nome di cibo e cultura

Fantasy traghetto punta diamante di Moby

Fantasy: il traghetto punta di diamante di Moby