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Il cibo stampato in 3D è sostenibile. Ma quanto costa?

Oggi si possono stampare in 3D dolci, ma anche ravioli, gnocchi, pizza e tante altre leccornie. Quali sono i pro e i contro?

L’avanzata della tecnologia di stampa alimentare in 3D permetterà presto alle pasticcerie, ai panifici, ai ristiranti e alle caffetterie di stampare le proprie proposte dolci e salate. Ci perderà il gusto? La tecnologia è stata accettata in cucina, ciò che non può mai mancare è la qualità degli ingredienti.

Oggi la tecnologia nella ristorazione, in pasticceria o in panificazione supporta il lavoro dei professionisti. Non è più una bestemmia. Anzi, è salutata con favore. E allora perchè ci stupiamo se sentiamo parlare di cibo in 3D? La stampa 3D potrebbe essere il futuro del mondo del cibo, e potrebbe non essere una cosa così malvagia come può sembrare. Un vantaggio davvero indiscutibile? Le stampanti possono far sì che ingredienti, come in particolare cioccolato e pasta, assumano forme e trame che in precedenza erano impossibili da creare.

Il cibo stampato in 3 D: come funziona la stampante

Il procedimento è assai simile a quello che regola il funzionamento di una classica stampante utilizzata in tanti uffici. Si preparano e si dosano gli ingredienti. Successivamente li si inserisce in apposite capsule di acciaio assemblate per ottenere il piatto desiderato. L’intero processo è regolato da un pc. Un apposito software disegna il cibo come lo vogliamo e poi lo divide in strati “stampabili”. La stampa viene poi effettuata a strati sovrapposti in modo da creare la tridimensionalità.

I vantaggi e gli svantaggi della stampante in 3D

  • Consente di preparare velocemente pietanze con ingredienti freschi, evitando cibi con la presenza di conservanti.
  • Aiuta nelle preparazioni lunghe e complesse.
  • La creatività degli chef, dei pasticcieri edei fornai ha un utile alleato per sperimentare forme nuove e stravaganti.
  • Gli sprechi sono ridotti, dal momento che tutto è porzionato.
  • Non si sporca la cucina o il laboratorio. Lo stesso vale per pentole ed utensili.
  • Risparmio di tempo e possibilità di programmare il lavoro da remoto attraverso lo smartphone.
  • Il grande svantaggio? Il costo. La meno costosa si aggira intorno ai 1000 euro, ma molte proposte superano i 4000 per arrivare anche a 9000 euro. Le professionali possono costare anche oltre i 30.000.
  • In particolare per i professionisti i costi di manutenzione.

 

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Written by Monica Viani

Vivo a Milano, frequento librerie, musei, cinema, teatri e ...ristoranti! Laureata in filosofia, ex insegnante di materie umanistiche nei licei classici e scientifici milanesi, sono approdata nel 1998 al giornalismo enogastronomico. Dopo aver coordinato diverse riviste tecniche, aver dato vita a una collana e curato diversi libri, nel 2017 ho deciso con Alessandra Cioccarelli di fondare il blog Famelici, un blog "di frontiera", dove declinare il cibo in mille modi. Io e Ale scriviamo di cibo, rimandando a Marx, a Freud, a Nietzsche, ai futuristi, perché crediamo che il cibo sia cultura. Perché lo facciamo? Per dimostrare che si può parlare di food rifuggendo dalle banalità. Stay hungry, stay foolish!

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