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Il futuro del food è quello che vogliamo veramente?

Il mondo del food sta conoscendo rapidi cambiamenti determinati dalla tecnologia. Che cosa accadrà? Come rapportarci con i cambiamenti?

Perché i chilometri dovrebbero determinare la scelta dei ristoranti dove ordinare? Perché mai dovresti uscire di casa per mangiare il tuo piatto preferito?

Non ci sono dubbi, la tecnologia si impadronirà presto, anzi prestissimo del mondo del food. Un esempio per tutti? In America ci si sta già attrezzando per velocizzare le consegne con i droni. Flytrex, un’azienda israeliana di consegne con droni in collaborazione con una catena di polli alla griglia messicana, promette di consegnare in 5 minuti il piatto ordinato. Certo devi vivere fuori da un centro abitato e le condizioni metereologiche devono essere buone, ma è una notizia che anticipa una grande rivoluzione!

Vorrà dire che non usciremo più di casa per cenare in posti che promettono piatti gourmet o tradizionali? Come cambierà il nostro rapporto con i ristoranti? Per me cenare fuori ha sempre significato perdersi prima di raggiungere il ristorante, ma proprio per questo scoprire strade, monumenti o più semplicemente negozi che non conoscevo. Non solo, ho incontrato persone “dal vivo”, ho cambiato idea su che cosa ordinare perché un cameriere mi ha incuriosito con una proposta che non avrei mai scelto, mi sono sentita immersa in un ambiente diverso dalla mia casa.

La tecnologia nella ristorazione: dai ghost restaurant ai droni

Chi sostiene che la tecnologia possa rivoluzionare il concetto di ristorante aveva già accolto con favore i ghost restaurant, ovvero quegli spazi condivisi da cuochi privi di ristoranti, supportati da una logistica perfezionata in grado di organizzare il take away. Il vantaggio? I “ristoranti virtuali” consentono a chiunque di creare ed espandere un marchio di ristorazione senza i costi e i fastidi di un locale fisico. Ora si va oltre: un ristorante può essere ovunque, superare in futuro persino il confine geografico della propria città. Si potrà vendere tutto, abbattendo persino il limite del tempo!

Saranno ristoranti che vivranno solo on line con lo stesso fascino degli store digitali che già vendono abiti o giocattoli. Potrai mangiare i piatti di ristoranti lontanissimi da casa tua. Nasceranno fast food di nuova generazione. Chiaramente sarà un mondo guidato da chi ha già molti soldi e potere. Tutto è molto più semplice se hai già un pubblico di riferimento e se hai la possibilità di avvalerti dell’immagine e del supporto di uno chef che negli anni ha consolidato la sua celebrità. 

Ovviamente il segreto del successo è l’alleanza con le piattaforme di consegna, con la capacità di costruire app semplici da usare. La pandemia ha accelerato i cambiamenti di abitudini di consumo. Il mondo è cambiato rapidamente e non si tornerà più indietro.

Oggi le persone scelgono di fare la spesa on line e pochi torneranno a popolare i supermercati. Tanti hanno scaricato le app per le consegne a domicilio di pizze o piatti caldi. Le piattaforme di consegna investiranno per migliorare e rendere più rapida la consegna. Allo stesso modo si stanno affinando le tecniche di cottura e di riscaldamento per conservare la fragranza e il calore dei piatti ordinati. Tutto questo metterà sempre più in discussione la natura del ristorante.

L’esperienza di cenare a casa tua come se fossi al ristorante

il futuro del food: bello o inquietante?

Il futuro prevederà la possibilità di mangiare a casa tua come se fossi al ristorante. Potrai ordinare piatti che avresti potuto degustare solo imponendoti lunghi viaggi in auto. Bello o inquietante? É ciò che la gente vuole? Il futuro di consegne affidate a droni o robot evita ai ristoratori di pagare molte persone per le consegne, di risparmiare sulle tempistiche. Fare consegne con un drone è il 30% più economico rispetto alle forme attuali. Una nuova scappatoia per pagare meno lavoratori già sfruttati e sottoposti più facilmente al ricatto occupazionale? La tecnologia è al servizio del cliente, ma si ritorce contro il lavoratore? E i cuochi che dovranno lavorare a ritmi vertiginosi senza cura della sicurezza per fare fronte a numerosi ordini, che vantaggio avranno? Un altro spunto di riflessione riguarda il rispetto delle norme sanitarie. Saranno rispettate o conterà più la velocità di servizio?

Se la rapidità della consegna è il futuro della ristorazione, le app che ne regolano il flusso saranno la chiave del successo. I ristoratori non ne potranno fare a meno. Ma chi regolerà il mercato? Chi controllerà che non ci siano abusi? Un esempio per comprenderne i pericoli? L’evoluzione di Airbnb. La sua proposta iniziale di affittare il tuo appartamento quando sei in vacanza ha alimentato una gentrificazione e una crisi abitativa. Allo stesso modo le offerte iniziali in America di Uber di usare la propria auto per fare soldi nel tempo libero si sono trasformate in migliaia di persone i cui salari dipendono dai loro algoritmi.

Il commento famelico sul futuro della ristorazione

L’articolo non vuole demonizzare il progresso, ma aprire un dibattito partendo dal presupposto che la tecnologia non è mai sinonimo di sfruttamento. L’unico colpevole delle disuguaglianze sociali è l’uomo che decide quando e come utilizzarla. Chi se ne appropria esclusivamente in nome del profitto, deve prestare attenzione alle conseguenze. Se il lavoro non risponde alle leggi dell’etica, se si condannano alla povertà i lavoratori, se li si umilia costringendoli a uno stipendio da fame, si dà vita a un mondo governato dall’ingiustizia. E in definitiva si restringe il mercato.

E allora va bene il drone per le consegne, ma solo a patto che non significhi posti di lavoro persi, sfruttamento per chi fa le consegne, lavoro gravoso per i cuochi. Il consumatore deve accettare di dover pagare il servizio che corrisponde ad una comodità. Nel 900 si chiamava equità, necessaria per costruire quella giustizia sociale che è fondamento per la conservazione della democrazia. Dobbiamo iniziare a parlare seriamente del rapporto uomo e tecnologia prima che la sovranità popolare diventi un lontano ricordo.

 

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Written by Monica Viani

Vivo a Milano, frequento librerie, musei, cinema, teatri e ...ristoranti! Laureata in filosofia, ex insegnante di materie umanistiche nei licei classici e scientifici milanesi, sono approdata nel 1998 al giornalismo enogastronomico. Dopo aver coordinato diverse riviste tecniche, aver dato vita a una collana e curato diversi libri, nel 2017 ho deciso con Alessandra Cioccarelli di fondare il blog Famelici, un blog "di frontiera", dove declinare il cibo in mille modi. Io e Ale scriviamo di cibo, rimandando a Marx, a Freud, a Nietzsche, ai futuristi, perché crediamo che il cibo sia cultura. Perché lo facciamo? Per dimostrare che si può parlare di food rifuggendo dalle banalità. Stay hungry, stay foolish!

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