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Cobia: il pesce del futuro? Sostenibile e gustoso

Superfood? Tutti ne parlano. Saranno il cibo del futuro? Sembra di sì. Nutrienti, sani e buoni. Sorge però un problema. La salvaguardia del Pianeta. Prendiamo in esame la situazione ittica. Secondo la FAO, entro il 2050, 10 miliardi di persone mangeranno pesce! Non possiamo fare finta di niente. Gli esseri umani devono nutrirsi, ma lo stesso Pianeta chiede di essere accudito. Dobbiamo imparare a nutrirci, prendendoci cura dell’Ambiente. Il pesce Cobia, un superfood che proviene dai mari caraibici, può essere una risposta sana, gustosa e sostenibile.

Dobbiamo prestare attenzione a ciò che mettiamo nel nostro carrello della spesa. Il consumatore consapevole vuole sapere dove è pescato il pesce, se è di allevamento, come si è nutrito.

Chi è il pesce cobia? Famelici ve lo presenta

Il pesce caraibico Cobia, presentato alla Langosteria Cafè di Milano, è sempre più conosciuto anche in Italia, sia per il suo sapore sia per essere una scelta etica e sostenibile. Molti chef lo propongono già nei loro menu. «Il Cobia – spiega Bernard Leger, vicepresidente Open Blue Cobia– è allevato in mare aperto, a 20 miglia dalla costa atlantica di Panama, in 12 gabbie, delle stesse dimensioni dello Stadio di San Siro, poste a 40 metri di profondità, in acque pulite».  Ma che cosa mangia il cobia? Mangime brevettato composto da farina di pesce, olio di pesce, proteine vegetali, vitamine e minerali. La shelf life? 20 giorni. La carne che consistenza ha? Morbida e burrosa, simile a quella del merluzzo nero. Come lo si prepara? In tanti modi: in umido, fritto, al forno, ottimo anche crudo. La catena del freddo a -35°C  garantisce una qualità del pesce come appena pescato.

Per informazioni: www.openblue.com 

 

 

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Written by Monica Viani

Vivo a Milano, frequento librerie, musei, cinema, teatri e ...ristoranti! Laureata in filosofia, ex insegnante di materie umanistiche nei licei classici e scientifici milanesi, sono approdata nel 1998 al giornalismo enogastronomico. Dopo aver coordinato diverse riviste tecniche, aver dato vita a una collana e curato diversi libri, nel 2017 ho deciso con Alessandra Cioccarelli di fondare il blog Famelici, un blog "di frontiera", dove declinare il cibo in mille modi. Io e Ale scriviamo di cibo, rimandando a Marx, a Freud, a Nietzsche, ai futuristi, perché crediamo che il cibo sia cultura. Perché lo facciamo? Per dimostrare che si può parlare di food rifuggendo dalle banalità. Stay hungry, stay foolish!

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