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ChatGPT, mondo enogastronomico e neuromarketing

Abbiamo provato ChatGPT interrogandolo sul rapporto tra mondo enogastronomico e neuromarketing – ovviamente con un ampio apporto umano. Ecco il risultato.

Per iniziare riportiamo la definizione di “Neuro Food & Wine” ad opera dell’Associazione Italiana Neuromarketing AINEM: “il ‘Neuro Food & Wineè lo studio della percezione del sapore e dei modi in cui influenza la cognizione e la memoria. Questo campo interdisciplinare è influenzato dalla psicologia e dalle neuroscienze della sensazione, dell’apprendimento, della sazietà e del processo decisionale. Le aree di interesse includono il modo in cui l’olfatto contribuisce al sapore, la dipendenza da cibo e l’obesità, le preferenze di gusto e la linguistica della comunicazione e dell’identificazione del sapore”.

Mondo enogastronomico e neuromarketing: quale relazione possibile

Il neuromarketing applicato al settore del food and wine sta diventando sempre più diffuso, poiché offre una serie di strumenti e tecniche per comprendere meglio il comportamento dei consumatori. In particolare, questo approccio si concentra sull’analisi delle reazioni cerebrali dei consumatori quando vengono presentati determinati prodotti o messaggi pubblicitari ma le tecniche comprendono, oltre alla rilevazione delle onde cerebrali (EEG) anche bio feed back come la conduttanza elettrica, l’orientamento degli occhi (Eye Tracking) e la risposta muscolare.

Come si sceglie un alimento o un vino

Secondo studi a livello internazionale, la scelta di un alimento o di un vino non dipende solo dal gusto, ma anche dalla percezione generale che il consumatore ha del prodotto. Ad esempio, l’aspetto del cibo o del vino, la consistenza, il tipo di carta usata per l’etichetta, il suo packaging e la sua presentazione possono pesare in modo significativo nella proposta generale che il consumatore – o meglio che la mente del consumatore – si trova a dover scegliere. Naturalmente, anche i messaggi pubblicitari utilizzati per promuovere il prodotto hanno un impatto molto importante nelle dinamiche generali: per questo motivo, molte aziende del settore food and wine stanno iniziando a utilizzare le tecniche di neuromarketing per comprendere meglio le preferenze dei consumatori e adattare la loro comunicazione in modo più coerente, comunicabile, comprensibile e sostenibile.

Inoltre, il neuromarketing può essere utilizzato per migliorare l’esperienza del cliente in ristoranti e nell’esperienza d’acquisto dentro i negozi e/o nell’ecommerce. Ad esempio, l’ambiente e la musica possono influenzare il modo in cui i consumatori percepiscono il cibo e il vino, e quindi migliorare l’atmosfera può aumentare le percezioni positive dei clienti. È importante sottolineare che il neuromarketing non può essere utilizzato per manipolare i consumatori o per indurli a fare scelte che non sono nel loro interesse nello stesso modo in cui le aziende debbono rispettare i limiti della privacy dei consumatori e ottemperare alle normative in materia di advertising.

In sintesi, il neuromarketing può essere un utile strumento per le aziende del settore del food and beverage per comprendere meglio le preferenze degli utenti e migliorare la comunicazione e il branding in generale. Tuttavia, come abbiamo scritto più sopra, è importante utilizzare questa tecnologia in modo etico e rispettando i diritti dei consumatori.

Mondo enogastronomico e neuromarketing: il dibattito

Riguardo le opportunità offerte da questa nuova tecnica di marketing, si moltiplicano le occasioni di incontro e dunque di scambio che vedono il neuromarketing coniugato con il food & beverage, eccone alcune.

Durante un evento nel novembre 2022 alle Triennale di Milano, con il titolo ‘Food Sounds Ritual’, Vincenzo Russo, Errico Maria Cecchetti, Margherita Zito, Fiamma Rivetti, insieme agli studenti del Master Food & Wine IULM, dimostrano come si può misurare la reazione emotiva provocata dalle stimolazioni gustative e ambientali. Anche Caterina Garofalo e Francesco Gallucci, Presidente e Vice Presidente AINEM, Riccardo Bubbio, Neuromarketer, Fiamma Rivetti del Neuromarketing Lab IULM e Lucia Bailetti, Esperta di Analisi sensoriale, hanno trattato il tema Food & Wine coniugato con il Neuromarketing durante il Neuromarketing Summer Camp 2022. Nel 2020 durante la quinta edizione di Italian Taste Summit, con l’evento “Enologia e Neuroselling: dalla scienza moderna le nuove vie per la qualità della tipicità territoriale e della sua promo in Export”, si sono analizzati i componenti del ‘terroir’ che generano davvero l’identità di un vino e le tecniche di vendita e comunicazione basate sulle ultime ricerche in campo neuroscientifico. Ad approfondire queste tematiche sono stati due tra i maggiori esperti di Enologia e di Neuromarketing e Neuroselling, i Professori Maurizio Ugliano e Vincenzo Russo, il primo, docente di Tecnologie e processi enologici e Wine Identity and Typicality presso l’Università degli Studi di Verona, il secondo docente di Neuromarketing all’università IULM di Milano.

L’articolo è stato scritto da Gaia Marini il 20 marzo 2023: si è servita anche del supporto di ChatGpt (intelligenza artificiale generativa) nella scrittura cercando di miscelare il suo sapere e la sua conoscenza (Human Touch) con i feed back prodotti dalla Chat (AI Knowledge). L’articolo è stato scritto prima del blocco operato in Italia dal Garante. Sia chi ha redatto il testo, sia Monica Viani e Fabrizio Bellavista, co-founder del food blog Famelici, credono pienamente nei valori dell’Etica Digitale applicati, anche, alla IA.

Nella foto: la soluzione combinata tra Tobii Pro Lab e ANT Neuro consente agli utenti di co-registrare set di dati EEG con dati di tracciamento oculare.

 

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