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Poesia e cucina per costruire un mondo migliore (i robot non ci sostituiranno facilmente!)

La poesia salverà il mondo. Non tutti lo sanno. Eppure la madre di tutte le forme artistiche sembra essere l’unica capace di creare quelle “incolmabili fenditure” da cui scorre un pensiero libero, capace di costruire mondi differenti. In Italia, culla della cultura umanistica c’è, e rischia di non esserci più, un piccolo museo dedicato alla poesia. L’unico al mondo. E questo gioiellino della cultura ha sede nella città di Piacenza.

Poesia e cucina per costruire un mondo migliore

Il Piccolo Museo della Poesia ha sede ora in un antico palazzo del centro storico della città emiliana, ma la sua vita potrebbe essere breve. Il motivo ce lo racconta Massimo Silvotti davanti ad un buon piatto della cucina di Corte del Gallo, un agriturismo d’eccellenza che si affaccia sui colli piacentini, in quel di Val Trebbia.

Massimo Silvotti è un’artista che ha dedicato la sua vita alla ricerca e alla tutela di ciò che definisce la salvezza dell’uomo: l’arte, la filosofia e la poesia. Lui, artista, poeta, drammaturgo, saggista, ideatore di performance e curatore di mostre è direttore del Piccolo Museo della Poesia, quella piccola perla di cultura e di espressioni artistiche che rischia di scomparire e, con lui, anche questa ricchezza che eleva la città di Piacenza ad una dimensione internazionale.

Il Piccolo Museo della Poesia è uno scrigno di preziosi e rari tesori. Per la sua realizzazione, Silvotti ha trovato la collaborazione e la condivisione del progetto, di alcuni tra i più importanti ed apprezzati poeti, tra i quali Guido Oldani, ideatore del Realismo terminale, e Amedeo Anelli. Una missione alta e nobile è quella affidata a questa piccola grande realtà: la diffusione della conoscenza della poesia e della passione per un’arte rivoluzionaria.

A tavola, tra i sapori della tradizione dei piatti piacentini, in un mix tra arte e cultura enogastronomica, il discorrere diventa fluido e assai piacevole. La ragione dell’incontro riguarda l’imminente manifestazione La marcia silenziosa dei Poeti in programma, il 14 settembre. Una marcia silenziosa a Firenze, capitale della cultura italiana ed internazionale, nel centro storico con tappa finale presso il monumento di Dante. Vi parteciperanno oltre cento poeti vestiti di blu, colore simbolo del Piccolo Museo della Poesia. Aderiscono diverse associazioni e la trasmissione Poetando Video Poesia.

Poesia e cucina: manifestazione a firenze in difesa del Piccolo Museo della poesia di piacenza

“Gireremo per le vie del centro con cartelli che riprenderanno famosi versi fino al monumento del Sommo Poeta – esordisce Massimo Silvottidove è previsto un reading di poesie. Porteremo così l’arte e la poesia tra la gente, comunicheremo con loro in questo modo, per stimolare una riflessione sul valore e sull’importanza di questa grande forza che è la poesia”.

Perché questa manifestazione? gli chiediamo. “Perché dal gennaio 2020 il Piccolo Museo della Poesia perderà la sua sede e forse anche il suo futuro”.

In questo caso, quindi, a perdere non sarà solo il mondo della cultura e dell’arte, ma anche la città di Piacenza. Infatti già altre città si sono candidate ad ospitare questa eccellenza, non solo per la sua unicità, ma anche per le sue finalità, tra le quali quella di portare nelle piazze, tra la gente, la poesia “una forma d’arte che sfugge a formule precostituite e che aiuta ad esprimere i sentimenti più profondispiega Silvottied è su questo concetto che intendo si possano porre le fondamenta per la costruzione di un mondo migliore “. La poesia diventa così una forma filosofica capace di costruire visioni in cui l’uomo trova la sua centralità.

Attorno al tavolo le diverse culture portano al confronto di differenti idee e visioni, quelle di Stefano Torre che ha voluto ed organizzato questo incontro, di Giorgio Bertuzzi, appassionato di forme artistiche e amante della terra piacentina, di Roberto Rossi, ideatore di Mangiare Piacentino e curatore di iniziative per la promozione del territorio. Tante e diverse le opinioni, ma tutte convergenti alla necessità di affermare la difesa di quel piccolo patrimonio artistico che è il Piccolo Museo della Poesia.

Poesia e cucina: Stefano Torre

Da cosa nasce cosa… ed è di fronte alle specialità della cucina piacentina che nasce l’idea che verrà trasformata in un progetto concreto:“potremmo lavorare su un progetto che porti la poesia dentro ai locali di ristorazione – spiega Roberto Rossi per scoprire come le due culture, quella della cucina e quella della poesia e dell’arte, nel senso più ampio, siano così vicine”.

Come in un piatto diversi ingredienti si incontrano e si scontrano in una dinamica per cui il processo di tesi, antitesi e sintesi porta alla creazione di una ricetta, così nell’arte il medesimo processo porta alla creazione di una poesia, di un quadro, di una scultura di un’opera teatrale, ovvero di tutto ciò che è rappresentazione della nostra quotidianità.

La città di Piacenza e il mondo della cultura si augurano che il Piccolo Museo della Poesia trovi collocazione nella stessa città che ha visto la sua nascita e il suo sviluppo, magari presso quella sede che l’amministrazione comunale aveva già previsto, ovvero Palazzo Farnese, superando quelle tristi e diaboliche diatribe che, spesso, impediscono il raggiungimento dell’obiettivo. Qui intervengono realtà importanti, tra Fondazioni, Istituti bancari ed enti pubblici che, almeno questa volta, speriamo trovino un punto di incontro in nome della Poesia, della cultura e della promozione del territorio.

“Ciò che è opposizione si concilia e dalle cose differenti nasce l’armonia più bella, e tutto si genera per via di contrasto”.(Eraclito)

In collaborazione con Roberto Rossi

 

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Written by Monica Viani

Vivo a Milano, frequento librerie, musei, cinema, teatri e ...ristoranti! Laureata in filosofia, ex insegnante di materie umanistiche nei licei classici e scientifici milanesi, sono approdata nel 1998 al giornalismo enogastronomico. Dopo aver coordinato diverse riviste tecniche, aver dato vita a una collana e curato diversi libri, nel 2017 ho deciso con Alessandra Cioccarelli di fondare il blog Famelici, un blog "di frontiera", dove declinare il cibo in mille modi. Io e Ale scriviamo di cibo, rimandando a Marx, a Freud, a Nietzsche, ai futuristi, perché crediamo che il cibo sia cultura. Perché lo facciamo? Per dimostrare che si può parlare di food rifuggendo dalle banalità. Stay hungry, stay foolish!

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