in

Mete spirituali: Acqui Terme. Una meta cristiana, una ebraica, una pagana

Questa è, su Famelici, la terza puntata delle mete spirituali. Dopo una prima scelta di luoghi per cibare l’anima e dopo un giardino esoterico genovese, è la volta di Acqui Terme, con tre esempi emblematici. Acqui ciba abbondantemente anche il corpo, in realtà, l’ho raccontato in un articolo recente. Noi qui torniamo allo spirito.

Tre le mete spirituali suggerite ad Acqui.
Ognuna soffusa di una religiosità diversa. Ognuna sacra.
Una meta cristiana: il Trittico del Bermejo.
Una meta ebraica: il cimitero.
Una meta pagana: la piscina romana.

Il Trittico del Bermejo

Questa meta spirituale non è un luogo ma un dipinto.
Il Trittico del Bermejo, un dipinto tardo-quattrocentesco custodito all’interno del Duomo di Acqui. Il Bermejo, cioè il Rosso, era il pittore spagnolo Bartolomé De Cardenas (ca. 1440-1501), massimo esponente della pittura ispano-fiamminga.

Quello di Acqui è un capolavoro. Il trittico, dedicato alla Madonna di Montserrat, arrivò in città grazie a Francesco della Chiesa, mercante acquese attivo in Spagna: un atto assertivo, per nutrire il prestigio della sua famiglia.

Il trittico è anche una selva di dettagli da esplorare.
Fatevelo aprire. Dietro due ante con una raffinata Annunciazione sui toni dell’avorio, scoprirete una Madonna col Bambino, smagliante in un paesaggio azzurro-celeste. Sulla sinistra, il committente inginocchiato. Sulle due ante, episodi e santi compiuti da un’altra bottega.

Ma.
La Madonna è seduta sulla lama di una sega da falegname – simbolo del santuario di Montserrat. Un cardellino legato a un filo vola, è il simbolo dell’anima nell’iconografia medievale. I fiori, raffigurati con esattezza erboristica, sono quelli del mese di Maria, maggio. Il paesaggio pullula di vita e di attività in miniatura. C’è un cane di pietra. E le perle sul capo della Madonna sono meravigliose.
Perdetevi nella pittura.

Il cimitero ebraico

mete spirituali: Acqui Terme cimitero ebraico
La seconda meta spirituale è un cimitero.
Un luogo di ultimo riposo e contemporaneamente un archivio in pietra.

Il suo fascino sta nello stato di apparente abbandono e nelle storie che racconta.
Ma attenzione: in ebraico il cimitero è la casa dei viventi.

Costruito nel 1836, si trova poco fuori città. La comunità ebraica, presente ad Acqui fin dal ‘400 tra alterne vicende di prosperità e ghettizzazione, sparì del tutto nel 1952 con il rabbino Adolfo Ancona. Ma le leggi razziali del ’38 e la shoah avevano già colpito.

Ad Acqui vissero ebrei di origine sia sefardita/spagnola sia aschenazita/tedesca. Lo testimoniano i loro cognomi – Lattes, Bedarida, Foà, Segre, Treves, Ottolenghi, Levi, Debenedetti. Ne resta traccia nella topografia cittadina.

C’è un bellissimo libro monografico dedicato al cimitero ebraico di Acqui. Luisa Rapetti, l’autrice, ha studiato centimetro per centimetro le sepolture in rapporto alle vicende storiche, ma anche alle microstorie umane, tre generazioni che rivivono nella lettura.

Da visitatori, aggiriamoci tra le tombe. Scopriremo forme ripetute, ispirate alla natura, di piante e animali. Scopriremo l’iconografia del culto ebraico. Scopriremo contaminazioni con il culto cristiano. Ma non solo. Troveremo stranieri che hanno frequentato le Terme, scopriremo i fortunati e i perseguitati. Leggeremo parole di compianto e il ricorrente auspicio di shalòm.

La piscina romana

mete spirituali: Acqui Terme piscina romana
La terza meta spirituale acquese considera il culto del corpo.
Un culto che nella civiltà romana, inventrice delle terme, era molto sentito e non meno sacro della religio e degli dei.
La piscina romana di Acqui Terme, ora accessibile dai portici di Corso Bagni, era un calidarium e faceva parte di un complesso termale esterno all’antico centro dell’Aquae Statiellae romana, ma pur sempre situato sul percorso della via Emilia.

Lussuosa, scavata direttamente nella roccia e interamente rivestita da lastre di marmo e coperta da una volta mosaicata, aveva vetrate intorno ed era affiancata da altri ambienti riscaldati attraverso un sistema ad ipocausto, che correva cioè sotto i pavimenti.

La temperatura dell’acqua era assicurata dalla provenienza: la sorgente della Bollente, situata a 3000m di profondità e in uscita in superficie a 75°.

Immergetevi nella storia.

E se invece volete immergervi negli approfondimenti?
Turismoacquiterme

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

GIPHY App Key not set. Please check settings

Pesce fresco: come si prepara un piatto unico completo

Pesce fresco: come si prepara un piatto unico completo

Gutturnio, il rosso dei colli piacentini: origini, caratteristiche del vigneto e abbinamenti

Gutturnio, il rosso dei colli piacentini. Tutto quello che c’è da sapere