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Grappa: che lo spirito del teatro sia sempre con te!

Una scena de "La notte degli alambicchi" a Santa Mssenza, in provincia di Tento

Il teatro è cultura, forza capace di costruire identità, senso di appartenenza alla comunità a cui si appartiene. Ma è anche storytelling; emozione che sa farci entusiasmare o commuovere, sempre imponendoci una riflessione per capire chi siamo. Lo dimostra uno spettacolo che da dieci anni, in occasione delle feste natalizie, in concomitanza con i mercatini di Natale, racconta a Santa Massenza la storia della grappa. Santa Massenza è un piccolo borgo, a pochi chilometri da Trento, con una particolarità: ben 5 distillerie di grappa, gestite da cinque famiglie. Guerra? No collaborazione e strenua difesa dell’eccellenza di un prodotto ricco di storia. Dieci anni fa i produttori di grappa decisero di mettere in scena l’8, il 9 e il 10 dicembre uno spettacolo teatrale itinerante che conducesse gli spettatori nelle cinque distillerie e nella piazza del piccolo borgo per raccontare come nasce e quali significati simbolici ha quel distillato che lega la sua storia con le vicende del Concilio di Trento. Si narra che la grappa fu trasformata in distillato bianco per evitare che si sporcassero le bianche tovaglie di monaci…un po’ vecchi e con problemi di vista! Scelta la compagnia teatrale – la Compagnia Teatrale Koinè- dettero vita a “La notte degli alambicchi”, un modo per richiamare i turisti dei mercatini di Natale in un borgo dove l’arte distillatoria è una tradizione centenaria, che fino agli anni 80 contava ben tredici distillerie! Da metà settembre a fine dicembre a Santa Massenza ,al tepore degli alambicchi di rame, terminato il lavoro, i distillatori si raccontavano storie e leggende. In quel periodo dell’anno le distillerie alimentavano giorno e notte le caldaie di legna di pino, ricche di resina adatta a generare una fiamma lunga che avvolgeva scoppiettante il paiolo. Il distillatore controllava la “cotta” e attendeva le prime gocce di grappa. La notte era lunga a “lambicar” e la visita alle distillerie vicine diventava un momento per scambiare chiacchiere, confidenze e ricordi nel silenzio della notte. Il teatro è una forma d’arte adattissima a raccontare ciò che avveniva e ciò che avviene tuttora. Lo spettacolo teatrale itinerante è la forma migliore per narrare gli aspetti fisici, storici e antropologici dell’arte della distillazione della grappa. Il percorso attraversa le strade, le soglie delle distillerie, ma anche il passato e il presente delle cinque famiglie di distillatori di Santa Massenza. Durante lo spettacolo sono raccontati i procedimenti scientifici e simbolici indispensabili per ottenere – come fa la distillazione- la separazione della materia leggera da quella pesante e tutte le evoluzioni necessarie per raggiungere l’eccellenza. Lo spettatore segue il proprio mentore in un viaggio lungo le vie del paese per assistere a scene sulla fisica dell’alambicco, a performance video in cui si può bere perché l’alcol è virtuale, a canti lirici in cui si distilla la poesia e a brindisi in cui la grappa dimostra di svolgere ancora la sua funzione sociale. Alla fine dello spettacolo teatrale io ho raggiunto una convinzione: la grappa rappresenta la pietra filosofale!

 

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Written by Monica Viani

Vivo a Milano, frequento librerie, musei, cinema, teatri e ...ristoranti! Laureata in filosofia, ex insegnante di materie umanistiche nei licei classici e scientifici milanesi, sono approdata nel 1998 al giornalismo enogastronomico. Dopo aver coordinato diverse riviste tecniche, aver dato vita a una collana e curato diversi libri, nel 2017 ho deciso con Alessandra Cioccarelli di fondare il blog Famelici, un blog "di frontiera", dove declinare il cibo in mille modi. Io e Ale scriviamo di cibo, rimandando a Marx, a Freud, a Nietzsche, ai futuristi, perché crediamo che il cibo sia cultura. Perché lo facciamo? Per dimostrare che si può parlare di food rifuggendo dalle banalità. Stay hungry, stay foolish!

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