Lessico#foodcultural: Frutto climaterico

In ordine sparso, parole di lessico#foodcultural da degustare, una alla settimana, in questi tempi satolli. Daniela Ferrando, FamFriend :-), le cura per il nostro blog.

*** Frutto climaterico ***

Se “climaterio” [cli-ma-tè-rio] è il termine che indica le modificazioni organiche e psichiche che si manifestano nella donna e nell’uomo quando le ghiandole sessuali esauriscono la loro attività, sorprendentemente “frutto climaterico” è quello che continua a maturare anche dopo essere stato raccolto. Un fatto naturale, del tutto affascinante.

Dove l’ho sentita:
L’espressione mi è balzata agli occhi leggendo un libriccino su un frutto antico della Toscana: la pesca tardiva di Londa, che matura a metà settembre. Lo ha scritto e me lo ha regalato Giacomo Trallori, medico gastroenterologo ed esperto di nutrizione, per valorizzare e salvaguardare, attraverso la conoscenza del prodotto raro, anche il lavoro agricolo, il territorio, le tradizione e gli utilizzi che lo rendono unico.

Ma non di sole pesche voglio parlare.

Frutto climaterico. I frutti “respirano” e continuano a maturare anche una volta staccati dalla pianta, grazie a un ormone prodotto dai vegetali stessi, l’etilene. Tra i frutti climaterici ci sono mele, pere, banane, prugne, meloni, fichi, kiwi, mango, papaya.

Alcuni frutti climaterici vengono raccolti di proposito ancora verdi, come le banane. Altri vengono fatti maturare in maniera casalinga l’uno accanto all’altro, come quando le nostre nonne suggerivano di mettere i cachi acerbi in una cassetta con delle mele. E con l’etilene in azione.

Dai frutti agli esseri umani. L’idea dello splendore della maturità mi evoca sentiti paragoni con la vita umana, ricca nella continuità del maturare e dove l’aggettivo “tardivo” non è un disvalore. Basti pensare a un amore tardivo.

Per saperne di più:
L’Arca del Gusto vi racconta qualcosa sulla pesca di Londa, che a questo punto avrete voglia di assaggiare.

[Immagine: Illustrazione di Roberto Malfatti]