In ordine sparso, parole di lessico #foodcultural da degustare, una alla settimana, in questi tempi satolli. Daniela Ferrando, FamFriend :-), le cura per il nostro blog.
*** Dolceforte ***
[dol-ce-fòr-te] s.m., composto ovviamente da “dolce” + “forte”. Non pensate a un dessert: parliamo di una corposa salsa di origini rinascimentali. Scura, speziata ma ricca di dolcezze, nata in Toscana per sposarsi alla selvaggina in umido.
Dove l’ho sentita:
L’ultima volta (non molto distante dalla prima) che ho sentito questa parola #foodcultural, è stato leggendo di un piatto, il “cinghiale in dolceforte”. Lo presentava a un concorso culinario un audace architetto gourmet fiorentino, Antonio Brizzi, con la socia Babette Riefenstahl. E vinceva, diciamolo.
Per la cronaca, il concorso era l’ArchiChefNight, una tournée gastronomica internazionale a serate in cui si sfidano diversi studi di architettura. Un modo un po’ più originale di far circolare le idee e di produrre interessanti contaminazioni tra chi progetta piatti (gli chef) e chi progetta altro (gli architetti). E comunque un format conviviale.
Dolceforte. Nel Cinquecento era normale unire il dolce e il salato in qualsiasi portata del pasto. E del dolceforte – scritto così tutt’attaccato – si trovano tracce in ricettari del ‘500 in ambiente senese e fiorentino.
Guardate infatti gli ingredienti: panforte e cavallucci tritati, cioccolato fuso nel burro, uvetta sultanina, pinoli e noci spezzettati, aceto. Prima ancora che fosse disponibile il cioccolato, ingrediente peraltro costoso, si usava il miele.
Siamo ancora allenati a sapori così carichi?
Sappiamo immaginarli ancor prima di assaggiare o si sono ridotti gli estremi del gusto?
Per saperne di più:
Nel caso voleste preparare anche voi il dolceforte per un umido di cinghiale, eccone una versione.
Per scoprire invece come funzionano l’ArchiChefNight (un format dell’agenzia Towant) e altre simili e non banali attività di storytelling di architettura e design, approfondite pure qui.
[Immagine: lo schizzo originale del cinghiale in dolceforte, da Marta Ascani]
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