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Lessico #foodcultural: Canditura

In ordine sparso, parole di lessico #foodcultural da degustare, una alla settimana, in questi tempi satolli. Daniela Ferrando, FamFriend :-), le cura per il nostro blog.

*** Canditura ***

[can-di-tù-ra] s.f., il procedimento per ottenere i canditi – con cui per osmosi si sostituiscono con lo sciroppo di zucchero l’acqua e gli zuccheri naturali della frutta, che però mantiene la sua forma e struttura. Canditi, dall’arabo qandat, zucchero.

Dove l’ho sentita:
Canditura è un termine tecnico di pasticceria – non una parola difficile o tantomeno un hapax legòmenon* – ma chi li ama, pensa più alla squisitezza dei canditi che alla canditura in sé, operazione molto laboriosa soprattutto quando artigianale.

Tutto ciò mi è tornato in mente assaggiando una fetta perfetta di limone candito. E arance e limoni canditi, nude o tuffate nel cioccolato fondente, sono una specialità bio di Agrumi Michelangelo. Vintage, ma con grande potenziale. Perché i canditi sono tutti da esplorare anche in preparazioni salate. Ecco, l’ho detto.

Lessico#foodcultural: Terracrèpolo

Pizzuta. Ci vogliono settimane per candire. Ma si è in buona compagnia: senza le tecnologie che aiutano noi oggi, candivano pazientemente anche i pasticcieri in epoca barocca per creare alzate e trionfi di frutta che dovevano destare stupore, meraviglia e delizia, ça va sans dire.

Bello scoprire anche che nelle lunghe navigazioni, non avendo frutta fresca, i marinai potevano portarsi della frutta candita – forse, non proprio tutti i marinai.

Per saperne di più:
L’arancia, scorza e polpa, è perfetta da candire. Ma anche un capolavoro di Good Design: ce lo dice un maestro come Bruno Munari in una celebre lezione sul frutto arancione. Guardate questo video che gli rende omaggio.
Se poi volete cimentarvi, ecco una ricetta per la canditura (ce l’avete un rifrattometro?).

 

* in greco antico significa: “espressione detta una volta sola” e vale per quelle parole trovate come unicum in tutta la letteratura. Ovviamente, generazioni di studenti del liceo classico quando non sapevano tradurre qualcosa dicevano “è di sicuro un hapax”.

[Immagine: Mariya Amplyeyeva]

 

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