in

Frida Kahlo: come non te la hanno mai raccontata

68695015 - hand drawn colorful portrait of frida kahlo, with floral background, pink flowers in her hair and a parrot on her shoulder

Frida Kahlo non sorride mai, non cerca di sedurti, ti guarda in faccia, severa, con orgoglio, sfidando la vita. É il ritratto di una combattente, di chi ti affascina per il suo carattere indomabile. Magdalena Carmen Frida Kahlo y Calderón, nota come Frida Kahlo, nacque il 6 giugno 1907 a Coyoacán, in Messico, da padre tedesco-ungherese e madre messicana. Ma Frida ha sempre mentito sulla sua data di nascita: dichiarava di essere nata nel 1910. Voleva essere considerata la figlia di quella rivoluzione messicana iniziata per porre fine alla dittatura del generale Porfirio Diaz.

Frida Kahlo, amante della buona cucina, si considerava figlia della rivoluzione messicana

“Sono nata con una rivoluzione. È in quel fuoco che sono nata, pronta all’impeto della rivolta fino al momento di vedere il giorno. Il giorno era cocente. Mi ha infiammato per il resto della mia vita. Da bambina, crepitavo. Da adulta, ero una fiamma”.

 

Frida Kahlo, l’antisegnana del selfie come ritratto dell’anima

E’ una donna moderna, antesignana del selfie, non di quello volgare, ma di quello che vuole essere ritratto dell’anima. Lei sapeva benissimo che il suo corpo martoriato non poteva essere esposto agli sguardi degli altri, ma il suo volto sì! Frida-KahloQuel maledetto incidente che la frantumò in mille pezzi, quel fatale corrimano che le entrò nel fianco, la indussero a vivere l’arte come la sua finestra sul mondo. Grazie ad uno specchio sul soffitto dipingeva ciò che poteva vedere, ovvero se stessa. Attraverso i suoi dipinti ripercorriamo la sua vita vissuta tra il dolore fisico e quello interiore acuito dal tradimento del marito, il pittore Diego Rivera, con sua sorella Cristina Kahlo. Un amore contrastato che conobbe il matrimonio, la separazione e di nuovo il matrimonio. Frida ebbe diverse relazioni amorose sia con uomini, tra cui Trotsky o Breton, sia con donne, tra cui Tina Modotti. Ma probabilmente l’amore vero fu solo uno: Diego Rivera.

“Viva la vida!”- Il testamento di Frida Kahlo, l’artista che dipingeva i fiori per non farli morire

Frida ha ispirato diversi stilisti: Ferré, Valentino, Lacroix, Elsa Schiapparelli. La pittrice dal corpo “inesistente” fece dei suoi abiti un simbolo di femminilità. Ma non solo. I suoi vestiti erano anche un messaggio politico. Richiamavano il popolo messicano e la sua storia. Frida è stata una combattente, una donna che voleva affermare se stessa al di là della presenza di un corpo. Una donna bellissima con un corpo martoriato dalle ferite fisiche e spirituali, ma proprio per questo una grande bellissima donna! Frida Kahlo, l'artista che amava la rivoluzione e il ciboUn olio su masonite, una natura morta raffigurante delle angurie, alcune intere, altre tagliate a metà o a fette, rosse e succose. Ecco il testamento di Frida Kahlo: la vita è succosa, gustosa e appetitosa. Tutto dipende da te. Il dipinto risale al 1952, ma otto giorni prima di morire l’artista aggiunse il titolo “Viva la vida!”. Nonostante il dolore, Frida Kahlo non rinunciava a credere che la vita fosse come un frutto da addentare con gioia.

“La morte può essere crudele, ingiusta, traditrice…
Ma solo la vita riesce a essere oscena, indegna, umiliante”.

Frida Kahlo, amava la vita e…il buon cibo!
L’artista amava la cucina, sembra che fosse un modo per placare il dolore e trovare una sia pur momentanea riappacificazione con il marito o per cercare di dimenticarlo nelle sue numerose avventure sentimentali. Quando nel ’29 si sposa, sulla terrazza della fotografa di origine italiana Tina Modotti, decide lei il menù: zuppa di ostriche, riso bianco con banane e mole nero. Ama i piatti spagnoli, soprattutto quelli che riportano alle antiche tradizioni preispaniche. Festeggiava le ricorrenze. Per il Natale il suo menù era: frittelle di gamberi in salsa di mole, con patate, foglie di fico d’India e romerito. Per Pasqua amava un antico piatto: huauzontles in salsa verde. Il 16 settembre festeggiava la Festa dell’Indipendenza con chiles en nogada e lime ripieni di cocco. Tutto innaffiato con Tequila e Margarita.

Il suggerimento

Non perdere la mostra Frida Kahlo. Oltre il mito per conoscere un’ artista, un’amante, una rivoluzionaria, dunque una grande cuoca!

Mudec- Museo delle Culture di Milano dal primo febbraio al 3 giugno 2018, nei seguenti orari: lunedì dalle 14.30 alle 19.30 (in mattinata, dalle 10.00, solo per gruppi e scuole su prenotazione); martedì, mercoledì, venerdì e domenica dalle 9.30 alle 19.30; giovedì 3 e sabato dalle 9.30 alle 22.30. L’ultimo ingresso è sempre un’ora prima della chiusura. I biglietti, già prenotabili, hanno un costo di 12 euro (ridotto 10 euro).

Per info: http://www.mudec.it/ita/frida/

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

GIPHY App Key not set. Please check settings

2 Comments

    • Grazie Silvia. Per noi Famelici significa superare quella droga collettiva per cui il mondo dell’enogastronomia è ormai sinonimo di ricettario o di spettacolarizzazione di un’arte che ha numerosi significati e che contribuisce a costruire l’identità culturale di un Paese come l’Italia.

Written by Monica Viani

Vivo a Milano, frequento librerie, musei, cinema, teatri e ...ristoranti! Laureata in filosofia, ex insegnante di materie umanistiche nei licei classici e scientifici milanesi, sono approdata nel 1998 al giornalismo enogastronomico. Dopo aver coordinato diverse riviste tecniche, aver dato vita a una collana e curato diversi libri, nel 2017 ho deciso con Alessandra Cioccarelli di fondare il blog Famelici, un blog "di frontiera", dove declinare il cibo in mille modi. Io e Ale scriviamo di cibo, rimandando a Marx, a Freud, a Nietzsche, ai futuristi, perché crediamo che il cibo sia cultura. Perché lo facciamo? Per dimostrare che si può parlare di food rifuggendo dalle banalità. Stay hungry, stay foolish!

Giornata della Memoria, parliamone attraverso il cibo

Giornata della Memoria: nei lager il cibo diventa sogno

Olio-Officina-evento-milano

Oltre il condimento. Olio Officina è una sfida culturale