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Cibo e letteratura. “Il borghese Pellegrino” è un giallo con Artusi protagonista

Cibo e libri per fan del “giallo”: “Il borghese Pellegrino” di Marco Malvaldi

Pellegrino Artusi – del quale da pochi giorni si è festeggiato i duecento anni della nascita (4 agosto 1820), è autore del ricettario più famoso del mondo, cioè «La scienza in cucina e l’arte di mangiare bene». Ma non è di questo che parla il libro “Il borghese Pellegrino”.  A cinque anni di distanza dal suo primo thriller (raccontato nel precedente libroOdore di chiuso”), Marco Malvaldi pone Pellegrino Artusi come ospite di un antico castello che un agrario capitalista ha acquisito con tutta la servitù, trasformando il podere in una azienda agricola d’avanguardia.

Il maestro è stato invitato perché, oltreché famoso autore del famoso ricettario, il libro con cui codificava la cucina italiana, è anche un florido mercante. Oltre al proprietario, sono presenti: il Gazzolo, con la moglie, il professor Mantegazza, amico di Artusi, fisiologo di fama internazionale, il banchiere Viterbo, grande divoratore di vivande, il dottor D’Ancona, delegato del Consiglio di Amministrazione del Debito Pubblico della Turchia, Reza Kemal Aliyan, giovane turco, funzionario dello stesso consiglio, il ragionier Bonci, assicuratore con le mani in pasta, sua figlia Delia che cerca marito ma, ancor di più, le avventure.

E, infine, ritroviamo Saverio Maria Artistico divenuto ispettore di polizia proprio grazie alla passata inchiesta. Insomma un luogo del delitto assai ricco di personalità attratte anche per approfondire un affare in fieri. Siamo agli anni d’inizio secolo in cui la finanza europea si andava impadronendo del commercio internazionale del decadente Impero Ottomano. Accade che, tra un pranzo, un educato scontro di opinioni e interessi, un colloquio discreto, viene trovato morto un ospite….

Cibo, letteratura e territorio. Due o tre cose che sappiamo su di lui: Pellegrino Artusi da Forlimpopoli, scrittore, gastronomo e critico letterario

Pellegrino Artusi da Forlimpopoli, scrittore, gastronomo e critico letterario, pensava di passare alla storia per i suoi studi su Foscolo e invece verrà ricordato per quello che è stato definito “un manuale unico della cucina italiana”, datato 1891 e tradotto allora anche in inglese, olandese, portoghese, spagnolo, tedesco e francese. Un manuale unico.

Il suo libro fa da spartiacque nella cultura gastronomica dell’epoca, facendo emergere la tradizione culinaria nazionale con una scrittura semplice ma non priva di una giusta dose di ironia. L’Artusi, che pagò di tasca propria la pubblicazione, raccolse ricette da tutta Italia descrivendole talvolta con piccoli commenti personali e prestando la giusta visibilità a quelle preparate in modo casalingo: ecco il segreto del suo successo.

Ad oggi, la sua opera conta oltre un milione di copie vendute e cento edizioni. Insomma cibo, letteratura e territorio per un successo mondiale senza pari. Per finire, uno dei suoi tanti demistificanti aneddotti: “con questo manuale pratico basta si sappia tenere un mestolo in mano”.

 

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