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Cibo e cultura: San Domenico di Imola, il monumento della cucina italiana compie 50 anni

Cibo e cultura: il San Domenico di Imola compie 50 anni

“Fin dall’inizio, la mia scelta è stata di rendere le ricette essenziali, di pulire, attualizzando la tradizione, svecchiando la cucina italiana, dandogli quel po’ di virilità, di composizione e di leggerezza in più rispetto alle sue origini matriarcali”. Gualtiero Marchesi dixit. Il Maestro aveva capito che la cucina italiana, quella che ha tanto successo nel mondo, non era quella di un popolo che faceva spesso la fame, ma quella che si serviva nelle case nobiliari. Una rivisitazione elegante dei piatti nazionali che ci ricorda che cibo è cultura.

Cibo e cultura: San Domenico di Imola, il monumento della cucina italiana compie 50 anni

Il 2020 è una data importante per il San Domenico di Imola, il monumento della cucina italiana: compie 50 anni. E la sua storia è legata alla figura di Nino Bergese.

Chi è Nino Bergese

Nino Bergese, nei primi anni del 900, in un’epoca in cui non esistevano i ristoranti, entrava nelle cucine dei nobili e dei ricchi che avevano bisogno di personale per organizzare ricevimenti. La Seconda Guerra Mondiale spazza via l’antica usanza dei ricevimenti nelle sontuose dimore dei benestanti. La necessità d’inventarsi un lavoro porta alla nascita dei ristoranti.

L’intuizione è proprio di Bergese che apre il suo ristorante a Genova: La Santa. Porta in tavola la sua esperienza acquisita nelle case nobili: una cucina con ingredienti italiani con influenza francese. Ed è subito successo. Qui arrivano intellettuali, artisti, uomini famosi, buone forchettegli attuali gourmet – tanto che Giangiacomo Feltrinelli gli chiede di scrivere un libro di ricette. Così nasce Mangiare da re. Nel 1969 conquista due stelle Michelin.

Nino Bergese e il San Domenico

Il San Domenico è inaugurato il 7 marzo 1970. Gianluigi Morini, cultore d’arte, appassionato di cibo e cultura, oltre che di vini, è alla disperata ricerca di un cuoco e l’amico Luigi Veronelli gli consiglia proprio Nino Bergese. Morini vuole una cucina che rappresenti l’Italia, capace di competere con la blasonata cucina italiana. Nasce così il primo ristorante italiano che impone la cucina italiana in tutto il mondo.

Nino Bergese e Valentino Mercattili, a cui Nino passa il testimone, contribuiscono al successo della cucina italiana nel mondo. Valentino apre a New York il secondo San Domenico, il primo ristorante italiano a vedersi assegnare tre stelle del New York Times nel 1988.

…e la storia continua

Oggi alla brigata del San Domenico di Imola si è aggiunto lo chef Massimiliano Mascia, nipote di Valentino. I piatti proposti vanno dalla tradizione all’innovazione, dalla Torta Fiorentina, preparata per la prima volta nel 1926 per festeggiare il compleanno del principe Umberto di Savoia, all’ l’iconico uovo in raviolo “San Domenico” ® burro di malga, parmigiano dolce e tartufo bianco fino ai tortellini fritti alla spuma di patate affumicate e caviale.

E per confermare che cibo è cultura si mangia fra opere d’arte di Alberto Burri, Mario Schifano e Giuseppe Capogrossi.

 

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Written by Monica Viani

Vivo a Milano, frequento librerie, musei, cinema, teatri e ...ristoranti! Laureata in filosofia, ex insegnante di materie umanistiche nei licei classici e scientifici milanesi, sono approdata nel 1998 al giornalismo enogastronomico. Dopo aver coordinato diverse riviste tecniche, aver dato vita a una collana e curato diversi libri, nel 2017 ho deciso con Alessandra Cioccarelli di fondare il blog Famelici, un blog "di frontiera", dove declinare il cibo in mille modi. Io e Ale scriviamo di cibo, rimandando a Marx, a Freud, a Nietzsche, ai futuristi, perché crediamo che il cibo sia cultura. Perché lo facciamo? Per dimostrare che si può parlare di food rifuggendo dalle banalità. Stay hungry, stay foolish!

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