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Wellbeing: c’è del metodo nel benessere

C’è del metodo nel benessere, nel nutrirsi bene, nel vivere una vita ragionevolmente sana. Così come c’è del metodo nell’autodistruzione, che sia divorare smodatamente o non ingerire nulla. Il cibo è strumento e arma.

In momenti molto ravvicinati mi sono capitati due incontri intensi e opposti: da una parte, una conversazione a tu per tu con Luca Naitana, biologo nutrizionista autore del metodo Wellbeing; dall’altra, la visione di alcuni spezzoni de “La grande bouffe”. Esperienza nutriente l’una, devastante l’altra. Euforizzante l’una, svuotante l’altra.

I 5 pilastri di Wellbeing

Wellbeing Luca Naitana

Una vita sana, felice e auspicabilmente lunga? Wellbeing propone un basato su cinque pilastri: nutrizione, depurazione, equilibrio acido-basico, salute intestinale, mind & spirit (equilibrio corpo-mente-spirito). Come farli coesistere? Prendendosi il tempo necessario. Facendo della buona alimentazione un format. Non un format generico e ovunque replicabile, ma il proprio stile di vita. Perché dieta non è solo questione di cibo. Deriva dalla parola greca “diàita”, che significa regime, modo di vivere, di governare addirittura. Vero che a volte “dieta” è sinonimo di regime politico. Ma non deviamo, rimaniamo Famelici.

Una dieta, per quanto buona possa essere – sottolinea il dott. Naitana – non serve né nel breve né nel lungo periodo se non è accompagnata da una trasformazione radicale delle abitudini e dell’atteggiamento tanto nei confronti del cibo che di qualsiasi altra attività quotidiana. L’arte di mangiare bene è antica come il mondo. Ma l’arte di mangiare per stare bene è priorità necessaria nel mondo di oggi e di domani”.

Cosa rende una dieta accettabile?

I cibi belli? Le calorie? Le unità di misura fantasiose? La moda del momento? A rendere una dieta accettabile è un patto molto più profondo con se stessi e le proprie necessità e l’orizzonte temporale. È un atto di onestà, di pazienza, di impegno e attesa e confronto, di sforzo e di perdono, dove i progressi realizzati funzionano come incentivo. È anche, più banalmente, lo sforzo di fare del pasto un momento rituale di piacere e attenzione ai sapori.

Davvero accettabile anche in casi difficili?

Lo tocchiamo spesso su Famelici: il dramma di chi mangia troppo. Il dramma di chi non vuole più mangiare. Interpellato sul tema, il dottor Naitana ha raccontato quest’aspetto di un buon approccio: per esempio non basarsi sulle quantità, terrorizzanti per un anoressico, ma sulla qualità, sulla varietà, sulla frequenza. Essere aperti, scambiarsi impegni. Da piccoli patti – e con piccoli passi – possono nascere e consolidarsi grandi risultati.

Un esempio, una ricetta

wellbeing_insalata_fiori_naitana
INSALATA CON FIORI: visto che quello dei fiori eduli è un tema famelico (https://www.famelici.it/culture/lessico-foodcultural-edulo/ ), ecco una pietanza di apertura obbligatoria per pranzo e cena all’insegna del Wellbeing. Utile per favorire e facilitare i processi digestivi e dunque metabolizzare al meglio la portata principale. Dato imprescindibile la stagionalità. Condita con olio evo, sale marino integrale, limone (e non l’aceto) per ottenere al massimo il potere alcalinizzante dal piatto.

Altre ricette? Nel libro, o sulla piattaforma di videoricette realizzate con il patrocinio LILT – Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori.

Per saperne di più:
Il metodo Wellbeing
ed. GIUNTI Demetra
€ 16

 

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