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Ricette regionali: il pan Muez o sformato di mele

Il pan Muez o sformato di mele è una torta da forno, con profumo speziato di cannella da gustare con vino liquoroso. È una ricetta di riciclo, un tempo assai diffusa tra le famiglie contadine, che sfrutta la semplicità del pane, per giunta raffermo, e che si trasforma in una leccornia. Un dolce “delle nonne” che non buttavano via niente, men che meno il pane.

Con il pane avanzato si può fare un dolce speziato di origine trentina, ideale per la merenda o a fine pasto accompagnata da un bicchiere di vino dolce o di grappa. Una torta, al cui impasto, rispetto alla più semplice ricetta originale, si può aggiungere cioccolato e più tipi di frutta secca.

Ricette regionali: il pan Muez o sformato di mele

Ingredienti

150 g di pane raffermo

200 g di latte tiepido

125 g di burro

125 g di zucchero

100 g di tuorli

125 g di farina di mandorle

1/2 baccello di vaniglia

2 g di cannella in polvere

35 g di fecola

7 g di lievito baking

120 g di mele a cubetti saltate

100 g di cioccolato fondente spezzettato

150 g di albumi

50 g di zucchero

Sciroppo Grappa

Procedimento

Unire al latte il pane raffermo a pezzettini senza crosta. Nel frattempo montare con il burro. Aggiungere lo zucchero, successivamente e lentamente i tuorli e incorporare la farina di mandorle, la bacca di vaniglia, la cannella in polvere, la fecola setacciata con il lievito baking, le mele, il cioccolato e il pane ammorbidito e frullato.

Unire delicatamente gli albumi montati con lo zucchero. Mettere in stampi imburrati e passati con pane grattugiato. Cuocere a 175°C per 35 minuti.

A cottura ultimata, pennellare con uno sciroppo e con la grappa. Il dolce si conserva per 5 giorni ad una temperatura di 10°C.

Una ricetta per tornare a sorridere, cominciando ad imparare a non gettare nella spazzatura il cibo!

 

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Written by Monica Viani

Vivo a Milano, frequento librerie, musei, cinema, teatri e ...ristoranti! Laureata in filosofia, ex insegnante di materie umanistiche nei licei classici e scientifici milanesi, sono approdata nel 1998 al giornalismo enogastronomico. Dopo aver coordinato diverse riviste tecniche, aver dato vita a una collana e curato diversi libri, nel 2017 ho deciso con Alessandra Cioccarelli di fondare il blog Famelici, un blog "di frontiera", dove declinare il cibo in mille modi. Io e Ale scriviamo di cibo, rimandando a Marx, a Freud, a Nietzsche, ai futuristi, perché crediamo che il cibo sia cultura. Perché lo facciamo? Per dimostrare che si può parlare di food rifuggendo dalle banalità. Stay hungry, stay foolish!

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