La dieta vegetariana è una moda dei nostri giorni. Nulla di più falso. La maggior parte dei piatti, anche quelli che sembrano più moderni, hanno origini novecentesche. Spesso sono figli della Grande Guerra. Ancora una volta cibo e cultura servono a sfatare notizie approssimative. Se il pane era spesso prodotto senza grano, con farine povere spesso di castagne, di orzo o di riso, la salsiccia era di soia. La introdusse durante la Grande Guerra il futuro cancelliere della Germania Ovest Konrad Adenauer.
Piatti vegetariani? Nessuna novità, hanno anni di storia
La guerra porta con sé la miseria, gli approvvigionamenti alimentari sono scarsi sia per la popolazione civile sia per i militari. Molti sindaci dovevano ricorrere ai ripari per evitare rivolte e per non vedere decimata la propria cittadinanza e i militari il cui compito era combattere. Così il sindaco di Colonia Konrad Adenauer, dopo aver sostituito i carboidrati con pane di sussistenza, escogitò una proposta culinaria per ovviare alla mancanza di carne e dunque di proteine. Per superare il blocco britannico, ideò la salsiccia di soia, un’imitazione che dava l’apporto proteico necessario. Le fu dato anche un nome carico di speranza: la salsiccia della pace. La salsiccia di soia fu brevettata nel 1918, ironia della sorte, dagli inglesi!
Altri piatti vegetariani che devono la loro esistenza alla guerra sono la cipollata, un mix di cipolle e verdure miste, mangiata con il pane; il bolognese friggione, sempre a base di cipolle con l’aggiunta di pomodori; le verdure stufate o fritte, la frittata senza uova e….tanti, tanti altri piatti! Spesso la loro origine è figlia della creatività disperata delle donne che dovevano inventarsi pranzi e cene. La pediatra Amalia Moretti Foggia, più nota come Petronilla, sulle pagine del Corriere della Sera dispensava consigli e a noi ha lasciato memoria di alcune ricette. Da rileggere!
GIPHY App Key not set. Please check settings