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La UE contro le discriminazioni alimentari. Nuova truffa di alcune multinazionali?

Stesso prodotto ma ingredienti diversi, l’Ue contro le discriminazioni delle multinazionali alimentari. Sembra che in qualche paese dell’Est alcuni grossi gruppi industriali vendano prodotti di serie B, sia pure con lo stesso packaging e nome commercializzati nei paesi più attenti alle etichette. Una truffa simile al falso Made in Italy venduto su molti scaffali all’estero. In Bulgaria, a Sofia, alcuni ispettori hanno comparato prodotti comprati in patria ad altri acquistati all’estero, hanno riscontrato delle differenze e hanno fatto scoppiare il caso. L’Agenzia Alimentare di Sofia ha verificato  che su 31 prodotti analizzati, un terzo conteneva ingredienti diversi. Lo stesso accadeva a Praga. E ora la UE indaga. In aprile la commissaria per la Giustizia, Vra Jourova, presenterà il “New Deal per i consumatori”, ovvero quello strumento per cui i consumatori avranno il coltello dalla parte del manico: potranno rifiutare di acquistare prodotti che considerano di bassa qualità.

Ma quali prodotti sono sotto inchiesta?

In due paesi un’azienda produttrice di caffè vende caffè contenente meno caffeina e più zucchero rispetto a quello venduto con lo stesso marchio in altri paesi. Alcuni bastoncini di pesce surgelati contengono una quantità di pesce che varia da un paese all’altro, anche se la confezione del prodotto è  la stessa. Il tè freddo invece in alcuni paesi contiene meno zucchero ed edulcoranti artificiali. Alla faccia dell’onestà e dell’Europa unita!

 

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Written by Monica Viani

Vivo a Milano, frequento librerie, musei, cinema, teatri e ...ristoranti! Laureata in filosofia, ex insegnante di materie umanistiche nei licei classici e scientifici milanesi, sono approdata nel 1998 al giornalismo enogastronomico. Dopo aver coordinato diverse riviste tecniche, aver dato vita a una collana e curato diversi libri, nel 2017 ho deciso con Alessandra Cioccarelli di fondare il blog Famelici, un blog "di frontiera", dove declinare il cibo in mille modi. Io e Ale scriviamo di cibo, rimandando a Marx, a Freud, a Nietzsche, ai futuristi, perché crediamo che il cibo sia cultura. Perché lo facciamo? Per dimostrare che si può parlare di food rifuggendo dalle banalità. Stay hungry, stay foolish!

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