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La Molisana: quando il cibo non è cultura

Quando il cibo non è cultura? Ci siamo mai interrogati sulle origini di alcuni nomi di piatti o bevande? E se alcuni nomi fossero rimandi inconsciamente razzisti?

La Molisana, storico pastificio del Molise, l’ha fatta grossa. La storia non può essere usata senza rispetto: cibo è cultura. I nomi di ingredienti, di piatti fanno spesso riferimento ad accadimenti storici. Nessuno lo mette in dubbio. E nessuno vuole cancellare nomi che sono entrati nell’uso comune. Ma un conto è mantenere un nome, altro è osannare un periodo storico che ha straziato un intero Paese, lasciando ferite ancora non rimarginate. Che cosa è successo? La Molisana ha presentato alcuni formati di pasta con i nomi originari nati negli anni Trenta per celebrare le località conquistate da Mussolini in Africa, costruendo un nostalgico storytelling fascista. La discutibile strategia di marketing  non è sfuggita al giornalista Niccolò Vecchia, conduttore del programma “C’è di Buono” su Radio Popolare.

la molisana: quando cibo non è cultura

L’azienda ha subito eliminato dal sito lo sreenshot che però è rimbalzato sui social, generando un grande dissenso. L’azienda ha fatto ammenda, riconoscendo il grave errore di comunicazione come dimostra una dichiarazione rilasciata a La Repubblica da Rossella Ferro, responsabile marketing del pastificio molisano: «Non abbiamo alcun intento celebrativo quando parliamo di questi formati storici, nati negli anni ’30. E infatti abbiamo appena provveduto a cambiare le schede descrittive dei prodotti. Siamo molto attenti alla sensibilità dell’opinione pubblica e in questo caso l’unico errore è stato non ricontrollare tutte le schede affidate all’agenzia di comunicazione”. E così le abissine si sono trasformate in più innocue e inoffensive conchiglie.

Come rileva l’Ansa la reazione dell’Anpi non si è fatta attendere. Come ricorda Michele Petraroia dell’Anpi Molise: “per chi conosce la storia della famiglia titolare del Pastificio ‘La Molisana’ non possono sorgere incomprensioni su un tema così delicato. I nazifascisti ritirandosi da Campobasso distrussero la loro azienda,,,,In tutti i casi è opportuno che ‘La Molisana’ chiarisca, se necessario anche in modo più fermo, la propria totale estraneità ad ogni riferimento col fascismo“.

Provocazione famelica

É sempre vero che un nome è inoffensivo? I nomi sono neutri? Eppure Calvino ci aveva ricordato che le parole sono pietre. Quante volte un ingrediente richiama stereotipi culturali? Perchè l’industria alimentare non fa un salto culturale proponendo campagne di marketing diverse, meno nazional-popolari? Perchè preferisce sempre puntare su una tradizione che non esiste più? O è, anche qui, un interesse economico che ancora non si percepisce? In Usa molto è cambiato, da quando i consumatori di colore sono diventati un’interessante fetta del mercato. Talvolta cambiare, significa progredire, rispettare e riconoscere gli errori storici.

Con la storia, non si scherza, mai! E la memoria va rispettata!

 

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Written by Monica Viani

Vivo a Milano, frequento librerie, musei, cinema, teatri e ...ristoranti! Laureata in filosofia, ex insegnante di materie umanistiche nei licei classici e scientifici milanesi, sono approdata nel 1998 al giornalismo enogastronomico. Dopo aver coordinato diverse riviste tecniche, aver dato vita a una collana e curato diversi libri, nel 2017 ho deciso con Alessandra Cioccarelli di fondare il blog Famelici, un blog "di frontiera", dove declinare il cibo in mille modi. Io e Ale scriviamo di cibo, rimandando a Marx, a Freud, a Nietzsche, ai futuristi, perché crediamo che il cibo sia cultura. Perché lo facciamo? Per dimostrare che si può parlare di food rifuggendo dalle banalità. Stay hungry, stay foolish!

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