in

Il Sudafrica nel calice

“Oggi, sia lodato il Signore, per la prima volta è stato spremuto vino dalle uve del Capo”. Sono le parole scritte nel 1659 dal governatore olandese Jan Van Riebeeck. Il vino del Sudafrica è una realtà storica. Era apprezzato da Edoardo VII e consolò Napoleone nelle  interminabili giornate trascorse in esilio sull’isola di Sant’Elena. Si narra che amasse a tal punto il “Vin de Constance” da farsene spedire oltre 1000 litri!

Le origini: dal Pinotage ai vini rossi

La Compagnia Olandese delle Indie Occidentali nel 1652 aveva permesso ad alcuni ex dipendenti di lavorare alcuni appezzamenti di terreno. Sorsero i primi vigneti a Constantia, a sud di Città del Capo, dominata dalle sagome della Table Mountain. Grazie al microclima, è il posto ottimale per la produzione dei vini bianchi. Qui si produceva e si produce quel Vin de Constance celebrato nelle pagine dei romanzi di Jane Austen e di Charles Dickens. L’uva da tutti riconosciuta come simbolo del Sudafrica è il Pinotage – ottenuto nel 1925 da Abraham Perold, ricercatore dell’Università di Stellenbosch, incrociando pinot nero e cinsault. I vini sudafricani più conosciuti sono sicuramente i bianchi: Chardonnay e Sauvignon, Chenin blanc (uva a bacca bianca), Viognier. E i rossi? Cabernet sauvignon, Merlot, Syrah, Pinot noir.

vini sudafrica

La riscoperta contemporanea

Oltre i vini di Constantia, ricchi di storia, molte aziende vinicole del Sudafrica si trovano nella regione dello Stellenbosch, dove la produzione si giova del clima mediterraneo che rinfresca le viti durante la notte e di un suolo composto prevalentemente da granito, ferro e argilla. É una zona dove si trovano anche coltivazioni biodinamiche. Le oche selvatiche sono lasciate libere tra le vigne per proteggerle da insetti e parassiti, mentre il bestiame produce letame da cui si ricava il compost completamente naturale per concimare le piante. Altre aziende si trovano nello Swartland, dove i vigneti crescono su un terreno ricco di granito, scisti, ferro e quarzo. Oltre Paarl, sono zone di produzione di ottimi vini l’Olifant River e le regioni costiere di Walker Bay e dell’Overberg.

Il carattere dei vini del Sudafrica

Vini di sole, di oceano e di vento. Il risultato? Vini di forte personalità, che a gran voce, dopo la stagione dell'Apartheid, reclamano il loro posizionamento nel mercato internazionale, rivendicando la loro storia. Se i vini bianchi sono molto eleganti, acidi e profumati, i vini rossi, ad alto contenuto zuccherino e acido, hanno un carattere maschile, corposi e adatti all'invecchiamento

Vini di sole, di oceano e di vento. Il risultato? Vini di forte personalità, che a gran voce, dopo la stagione dell’Apartheid, reclamano il loro posizionamento nel mercato internazionale, rivendicando la loro storia. Se i vini bianchi sono molto eleganti, acidi e profumati, i vini rossi, ad alto contenuto zuccherino e acido, hanno un carattere maschile, corposità e adatti all’invecchiamento. In particolare, i vini Sauvignon Blanc sono ottime proposte per gli aperitivi, per i dessert o per i crostacei. Nei vini bianchi spesso emergono note di frutta tropicale, di spezie e di erbe aromatiche. Nei rossi sono frequentemente presenti note fruttate.

Lo proviamo?

Famelici assaggia per voi i vini sudafricani. Il preferito? MCC Blanc de Blancs 2012

Dopo tanto leggere, vi è venuta la curiosità di conoscere il mio vino sudafricano preferito assaggiato in occasione della serata milanese organizzata dall’importatore Sabi?

MCC Blanc De Blancs 2012 (importato da Sabi)

Le uve portate in cantina subiscono una pressatura soffice per garantire un basso valore di fenoli. Il succo pulito è poi lasciato riposare una notte. si procede alla fermentazione, per il 30% in botti vecchie e per il restante 70% in inox. Dopo imbottigliamento e presa di spuma il vino riposa per 36 mesi sui propri lieviti. Si presenta con un naso vivace e fresco dai sentori di lime e mela verde. Al palato ritornano sentori di lime, accompagnati da altri agrumi, pompelmo e arancia. Il finale, sostenuto da una buona acidità, è persistente nelle note di lievito.

Lanciatevi alla scoperta dei vini del Sudafrica e poi scrivetemi quale è il vostro preferito. Buona degustazione!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

GIPHY App Key not set. Please check settings

2 Comments

  1. Da buon Italo-Sudafricano (sono nato in Sudafrica e vivo in Italia) coltivo la passione per vino e di recente ho assaggiato in terra natia Chardonnay, Sauvignon e Syrah: grandi vini frutto della plurisecolare esperienza.

    • Ciao Paolo io ne ho assaggiati una decina ad un evento organizzato a Milano dall’importatore Sabi. Tutti veramente buoni, con forte personalità. Non solo i bianchi, anche i rossi. A mio parere sono vini che potrebbero avere un grande futuro

Written by Monica Viani

Vivo a Milano, frequento librerie, musei, cinema, teatri e ...ristoranti! Laureata in filosofia, ex insegnante di materie umanistiche nei licei classici e scientifici milanesi, sono approdata nel 1998 al giornalismo enogastronomico. Dopo aver coordinato diverse riviste tecniche, aver dato vita a una collana e curato diversi libri, nel 2017 ho deciso con Alessandra Cioccarelli di fondare il blog Famelici, un blog "di frontiera", dove declinare il cibo in mille modi. Io e Ale scriviamo di cibo, rimandando a Marx, a Freud, a Nietzsche, ai futuristi, perché crediamo che il cibo sia cultura. Perché lo facciamo? Per dimostrare che si può parlare di food rifuggendo dalle banalità. Stay hungry, stay foolish!

E chi l'ha detto che a Milano non è bello passeggiare? Ci sono quartieri, come l'Isola, che meritano di essere conosciuti, camminando con il naso all'insù. Certo il rischio di sbattere contro un ostacolo è alto, ma si può rischiare!

Milano: quanto è bello passeggiare alla scoperta delle bellezze di Isola

Alda Merini. la poetessa dei navigli

Milano e Alda Merini. In viaggio con la poetessa dei Navigli