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Capodanno cinese: conosci l’uovo centenario? Non solo ricetta…

Capodanno cinese: il 2019 è l’anno del maiale. Comincia il 5 febbraio e già ci si prepara a festeggiare il passaggio dall’anno del cane a quello del maiale. Una festa sempre più sentita anche in Occidente. Persino il mondo del lusso se ne interessa! Così a Milano si terrà il Montenapoleone Chinese Year, coinvolgendo la strada più famosa dello shopping milanese. Ma a Famelici interessa di più esplorare il legame cibo e cultura. Che cosa abbiamo scoperto? L’uovo centenario!

Perché i cinesi non hanno lo stesso nostro Capodanno?

Perché il loro calendario è “luni-solare”, vale a dire si formula in base al ciclo annuale del sole e al ciclo regolare delle fasi lunari. Il capodanno cinese si svolge il primo giorno della seconda luna del solstizio d’inverno (tra il 21 gennaio e il 20 febbraio). E se dal diciannovesimo secolo, i cinesi usano principalmente il nostro calendario gregoriano, continuano a usare il loro per determinare le date delle loro feste tradizionali. Così, il 5 febbraio, la Cina celebrerà l’anno 4717 o l’anno del maiale della terra. Un nuovo anno all’insegna di fortuna, prosperità e benevolenza.

Che cosa si mangia per festeggiare il Capodanno cinese?

Se ogni regione e ogni città ha le sue specialità e le sue usanze, è tradizione che in ogni parte della Cina, la cena di Capodanno, chiamata anche “banchetto di primavera” o “banchetto degli dei di fortuna”, inizi la sera dell’ultimo giorno dell’anno. Dal momento che la festa anticipa e saluta il futuro, deve essere abbondante.

E il menu? Spiedini di carne (manzo o maiale), pesce e frutti di mare, ma anche tagliatelle, la cui lunghezza è sinonimo di longevità, ravioli “jiaozi” simboli di ricchezza – la loro forma ricorda i tradizionali lingotti d’oro cinesi e le torte di riso al vapore “nian gao” farcite con frutta, fagioli, noci o zucchero.

Molto ricercata è la fonduta cinese. Si tratta di un brodo di funghi e verdure arricchito con cavoli, germogli di soia e zenzero, in cui tutti gli ospiti sono invitati a immergere le capesante e altri bastoncini di surimi e verdure verdi.

Per dessert, frutta secca, clementine, meloni e biscotti della fortuna. Tutti, simboli di buona salute, felicità e prosperità. E se ci sono avanzi? Positivo: è ancora una volta il segno di benessere.

Capodanno cinese: conosci l’uovo centenario? Un uovo con un cuore verde scuro e un bianco brunastro traslucido

L’uovo centenario, pidan in cinese, viene consumato dopo aver trascorso circa 100 giorni in un liquido di macerazione. Come puoi immaginare, l’uovo vecchio di cento anni non ha esattamente la sua età, anche se all’apparenza assomiglia a una muffa!

La leggenda vuole che il suo nome sia stato dato dagli occidentali che viaggiando in Cina molto tempo fa lo scoprirono e forse lo assaggiarono. Sicuramente rimasero stupiti dalla preparazione, soprattutto dall’ odore. Immaginiamo che abbiano pensato che fossero uova  marce, e che dovessero avere almeno 100 anni. Secondo una credenza cinese, il pidan era precedentemente fermentato nell’urina del cavallo.

Come si prepara l’uovo centenario? Come si mangia?

L’uovo,  il Pidan – letteralmente “uovo di pelle”,  viene lasciato per circa cento giorni a macerare in una soluzione di acqua, sale, carbone e ossido di calcio. Il guscio si scioglie nella soluzione salina, l’albume diventa una massa ambrata e gelatinosa, mentre il tuorlo diventa verde scuro. Viene mangiato tradizionalmente freddo, condito con salsa di soia, aceto, olio di sesamo o zenzero tritato, secondo le consuetudini. Dal punto di vista del gusto, è vicino all’uovo sodo, ma emana un forte odore di zolfo. È spesso usato come antipasto nei pasti in famiglia. Può essere aggiunto a una zuppa o a un’insalata di verdure fermentate.

 

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Written by Monica Viani

Vivo a Milano, frequento librerie, musei, cinema, teatri e ...ristoranti! Laureata in filosofia, ex insegnante di materie umanistiche nei licei classici e scientifici milanesi, sono approdata nel 1998 al giornalismo enogastronomico. Dopo aver coordinato diverse riviste tecniche, aver dato vita a una collana e curato diversi libri, nel 2017 ho deciso con Alessandra Cioccarelli di fondare il blog Famelici, un blog "di frontiera", dove declinare il cibo in mille modi. Io e Ale scriviamo di cibo, rimandando a Marx, a Freud, a Nietzsche, ai futuristi, perché crediamo che il cibo sia cultura. Perché lo facciamo? Per dimostrare che si può parlare di food rifuggendo dalle banalità. Stay hungry, stay foolish!

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