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L’Italia dei tesori, l’Italia dei valori: 59esimo sito Unesco

Il 59esimo sito Unesco va all’Italia. Si tratta de “i gessi e le grotte dell’Appennino Emiliano”

Iniziamo dall’ennesima ottima notizia: il 59esimo sito Unesco va all’Italia. Si tratta de “i gessi e le grotte dell’Appennino Emiliano”. La motivazione? Si tratta della memoria dell’evaporazione di mari e oceani milioni di anni fa, quindi un episodio determinante per lo sviluppo della comunità umana.

L’Italia dei tesori, l’Italia dei valori

Ma inseriamo subito una riflessione per non commettere l’errore di vivere sugli allori: necessitiamo di una trama maggiormente comunicante che leghi musei, associazioni culturali, associazioni di commercianti, comunità religiose, iniziative imprenditoriali e in generale di chiunque abbia a cuore la valorizzazione dei beni culturali della comunità. Chiediamo quest’altro miracolo al nostro Paese in modo che possa creare zone di ampio respiro e produrre opportunità di sviluppo umano e commerciale.

Il grande significato di avere un riconoscimento come quello dei Patrimonio Unesco

Aggiungiamo altri particolari a questa splendida notizia di inizio settembre: i siti Unesco sono ora 59 e, il secondo classificato, la Cina, ne ha 57. Dobbiamo anche poi tener conto che la lista italiana delle candidature per nuove proclamazioni sono 31, una cifra molto alta. E che 53 dei siti aggiudicati sono di tipo culturale e 6 di tipo naturale. Ciò rende l’Italia sia il Paese con il maggior numero di patrimoni di tipo culturale, sia quello con il maggior numero di patrimoni in assoluto.

Dunque, l’Italia è il Paese con la più elevata presenza di beni storico, culturali e paesaggistici del mondo. Molti di questi sono concentrati in alcune aree del territorio dove sono presenti servizi e itinerari standard volti alla loro valorizzazione e alla comoda e completa fruizione ma, proprio queste mete risentono del fenomeno dell’overtourism.

Allo stesso modo anche molte aree decentrate hanno a disposizione anch’esse un grande patrimonio paesaggistico, artistico e culturale che potrebbe rappresentare un’enorme opportunità socioeconomica e quindi un’opportunità di crescita e valorizzazione per la comunità territoriale. In questo caso,al contrario del primo, si può parlare di un doppio problema che ostacola lo sviluppo: tessuto organizzativo e comunicazione carenti.

I borghi, un tesoro inestimabile

borghi liguri airole

Il cluster di borghi sembra essere la nuova frontiera del turismo targato 2023. Rilevanza paesaggistica, archeologica, culturale possono dare vita a delle aggregazioni, parliamo di cluster, capaci di trattenere il visitatore più di un giorno nel proprio territorio, evitando così il “turismo mordi e fuggi” e incrementando l’economia locale. Questa tendenza, legata ad un generale ripensamento sulla propria qualità della vita, potrebbe rappresentare un’occasione per risollevare le imprese e le attività dei comuni medio-piccoli.

L’Italia dei tesori, l’Italia dei valori: no al “turismo mordi e fuggi”

Sia che si tratti delle grandi mete di attrattiva turistica – Venezia, Firenze, Roma in testa – sia che si tratti della scoperta dei borghi, in tutti e due i casi dobbiamo affrontare una nuova visione di turismo: più qualità, meno quantità.

Stiamo tratteggiando una nuova mentalità: guardare tutto attraverso una lente a forma di ecosistema in grado di intercettare i flussi turistici e di integrarsi al meglio con la geografia dei territori per favorire la crescita socioeconomica di quest’ultimi tramite la valorizzazione del patrimonio artistico-culturale presente.

Dove si trovano “i gessi e le grotte dell’Appennino Emiliano”

Come riporta il sito della Regione Emilia Romagna,“i gessi e le grotte dell’Appennino Emiliano” sono un sito seriale composto da sette aree nelle province di Reggio Emilia, Bologna, Rimini e Ravenna: Alta Valle Secchia (Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano), Bassa Collina Reggiana (Paesaggio Protetto della Collina Reggiana), Gessi di Zola Predosa (sito Natura 2000), Gessi Bolognesi (Parco Regionale dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell’Abbadessa), Vena del Gesso Romagnola (Parco Regionale della Vena del Gesso Romagnola), Evaporiti di San Leo (sito Natura 2000), Gessi della Romagna Orientale (Riserva Naturale Regionale di Onferno).

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