Franca, allegra e scanzonata, a volte anche un po’ triviale. È la Milano che affiora quando ci allontana dagli stereotipi più comuni e ci si addentra nel suo vernacolo tradizionale. Nel dialetto milanese, un esemplare sempre più difficile da incontrare, si ritrovano i sapori di una volta e si riscopre una cultura tutt’altro che avara e scialba.
Ed è proprio nella cucina, il contesto più quotidiano e semplice, che il dialetto milanese dà il meglio di sè. Tra motti di spirito, aforismi e sentenze, si manifesta tutta la saggezza popolare meneghina. Spesso si parla di fame – nelle molteplici accezioni di ingordigia, gola, sazietà -, di stagionalità, di semina e raccolto. Attraverso la tavola però spesso si vuole parlare dei vizi e virtù del genere umano, abitudini e desideri che vanno ben oltre il discorso culinario. Il messaggio dominante? È un invito al buon senso, all’arte della gratitutidine, dell’arrangiarsi e rimboccarsi le maniche.
Dalla pulenta al vin. Assaggiando il dialetto milanese
Alcuni li abbiamo sentiti dai nostri nonni, altri in qualche conversazione rubata nelle poche osterie milanesi ancora sopravvissute, altri li leggiamo nelle guide, volumi ed omaggi della letteratura meneghina. Ecco alcuni dei più caratteristici proverbi del dialetto milanese…
- Quaant se gh’a fam, la puleenta la paar salama
Quando si ha fame la polenta sembra salame
- Zucch e melon a la sua stagion
Zucca e melone alla loro stagione
- O te mangiet la minestra o te saltet dala finestra
O mangi la minestra o salti dalla finestra
- Chi volta el cùu a Milan, il volta al pan
Chi volta il sedere a Milano, lo gira al pane
- La bocca l’è minga stracca se la sa nò prima de vacca
La bocca non è stanca finchè non sà di vacca (il pranzo non è soddisfacente se manca il formaggio)
- A chi mescia l’acqua al vin, fagh bev l’acqua giò nel tin
A chi mescola l’acqua al vino, fa bere l’acqua nel tino
La lista potrebbe continuare all’infinito…ma, per finire, tra i più rappresentativi, non si può non citare il classico e milanesissimo: A Milan, anca i moron fann l’uga.
Che significa? A Milano, anche i gelsi fanno l’uva. Un riconoscimento generoso da parte di Milano nei confronti dei suoi abitanti – nativi o adottati – capaci di ricavare, grazie a lavoro ed ingegno, in ogni condizioni dei frutti ottimi e soprattutto inattesi.
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