Sapete già tutto riguardo l’assegnazione a Losanna da parte del CIO dell’Olimpiade Invernale 2026, al binomio Cortina-Milano. Con 47 voti a 34 la candidatura italiana ha sconfitto quella svedese di Stoccolma-Are. In Svezia la maggioranza della popolazione aveva accolto con freddezza la possibilità di organizzare le Olimpiadi. Milano ci ha creduto fortemente. La candidatura svedese e quella italiana erano le sole rimaste, ma all’inizio si erano mostrate interessate alle Olimpiadi anche il Canada con Calgary, la Turchia con Erzurum, il Giappone con Sapporo, l’Austria con Graz e la Svizzera con Sion. Il risultato è davvero grande: un Paese tremendamente litigioso si ritrova per le mani un’affermazione di grande rilievo sportivo. Il risultato è davvero grande: un Paese tremendamente litigioso si ritrova per le mani un’affermazione di grande rilievo sportivo. Il Cio oltre alla fiducia, ci dà una fiaccola con cui, nei prossimi sette anni, potremo illuminare meglio la strada da fare. “Un’Olimpiade incredibile”: l’epico video di presentazione di Milano-Cortina 2026 (lo trovate qui sotto) riassume perfettamente la “potenza “del sistema Italia“, quando si presenta coeso e fa sistema: sport, cibo e cultura, natura, organizzazione ed emozioni.
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Sport, cibo e cultura, natura, organizzazione ed emozioni
Seguiremo sport conosciuti, a cui siamo abituati (come, ad esempio, lo sci alpino o il pattinaggio artistico) e da altri di cui stentiamo persino a pronunciare il nome (chi conosce veramente il curling?). Tiferemo, assisteremo tifando Italia, apprezzando le performances e i gesti dei grandi campioni internazionali, ci verrà voglia di praticare sport mai presi in considerazione. Gioiremo, ci arrabbieremo, riscopriremo le città che ospitano l’Olimpiade Invernale 2026, saremo fieri di Milano e Cortina.
Alla Cortina e alla sua iconica e straordinaria bellezza si è affiancata la garanzia e la capacità attrattiva di Milano, una metropoli internazionale che gira alla velocità del turbo nel suo dopo-Expo; ma, aggiungiamo noi, ha vinto sopratutto un fattore: non vendere “Olimpiadi ma emozioni” – e riguardo quest’ultime noi italiani abbiamo dei numeri importanti. O no?
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