Risotto alla milanese, cotoletta e panettone. A Milano – si chiede con una punta di sfida chi viene da fuori – di tipico tipico c’è solo questo? In effetti no. Di piatti tradizionali, dai mondeghili ai rustin negàa, non ne mancano…purtroppo però è sempre più difficile trovarli nella ristorazione della città, ma spesso anche nelle case. Tra i quasi dinosauri della gastronomia milanese, sua maestà barbajada…
NOME: “Barbajada” dal nome del suo inventore il napoletano Domenico Barbaja, ingegnoso garzone al Caffè Cambiasi, nonché impresario di cantanti e spettacoli alla Scala
LUOGO DI NASCITA: la Milano ottocentesca, una città dove il freddo e la nebbia erano più intensi di oggi, e i palati infreddoliti cercavano una bevanda golosa, calda e tonificante
BIOGRAFIA: Proposta in accompagnamento a una degustazioni di dolci, la barbajada era comunemente preparata nei caffè milanesi – la più famosa era quella del Caffè dei Virtuosi di Via Manzoni – fino agli anni ‘30 dove conobbe un graduale declino. Secondo le cronache l’ultimo caffè milanese a servirla è stato il Samarani.
LA RICETTA: Antesignana del marocchino, la barbajada è una bevanda a base di cioccolata, latte e caffè e zucchero. Per preparala occorre un terzo di cioccolata – da sciogliere in acqua e non latte! -, un terzo di caffè e un terzo di latte (o panna), il tutto frullato sul fuoco con la frusta per ottenere una bella schiuma. D’estate si serve nel bicchiere, d’inverno si serve calda con la panna.
SEGNI PARTICOLARI: Nell’aprile 2008 la barbajada ha ricevuto la De.Co., il riconoscimento dato dal Comune di Milano ai prodotti gastronomici legati alle tradizioni della città
E noi Famelici, amanti dell’innovazione ma anche della tradizione, in occasione della Giornata del Dialetto Milanese ci chiediamo…la barbajada risorgerà dalle ceneri? A noi piace sperarlo. L’appello è rivolto alle tante caffetterie della nostra città, ma anche alle (ormai pochissime) trattorie e locali che propongono la cucina meneghina!
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