Ok, già ridete sotto i baffi, ecco il refuso e pure nel titolo! E invece avete letto bene: LongEvo e olio alla spina. Nessun errore. Non vogliamo parlare di birra, ma proprio di olio e di olio extra vergine d’oliva di grande qualità. Tecnicamente il sistema è simile. Basta prendere un keg da 25 litri, togliere il refrigeratore e la bombola di Co2 e sostituirli con una di azoto. E poi non serve la corrente. L’olio, essendo in pressione, satura il fusto. Ecco in poche parole spiegato LongEvo e l’olio alla spina, il primo sistema – sostenibile– di erogazione e conservazione costante sotto azoto dell’olio.
LongEvo e l’olio alla spina: tutti credono di conoscere l’olio, ma…
L‘idea singolare ma vincente che può rivoluzionare il mondo dell’olio e la sua somministrazione nella ristorazione è venuta a Marco Bonsignore, giovane titolare dell’azienda agricola Impresa Agricola Bonsignore, fondata dal padre alla fine degli anni Novanta a Selinunte, in provincia di Trapani.
Tutto nasce dal desiderio di trovare un modo nuovo capace di mantenere l’eccellenza del suo olio evo Kothon, certificato biologico, ed estratto a freddo da olive di cultivar Nocellara del Belice.
LongEvo e l’olio alla spina è buono e sostenibile
Al di là della conservazione dell’eccellenza dell’olio, a cui è garantita la protezione da luce, calore e ossigeno, ci sono tre validi motivi per cui LonGevo e l’olio alla spina sono sostenibili:
- nessun smaltimento
- nessun consumo elettrico
- nell’ambiente viene emesso solo azoto, gas inerte presente nell’aria
LongEvo e l’olio alla spina: come è nata l’idea?
Ce lo spiega lo stesso Marco Bonsignore: “l’idea è nata dalla volontà di preservare l’eccellenza del mio olio. Volevo essere sicuro che i ristoratori lo potessero conservare e servire facilmente. Uno dei problemi da superare è quello di mantenere intatte le qualità organolettiche dell’olio nel tempo. Ossigeno e luce sono i grandi nemici dell’oro giallo. E così, ispirandomi al mondo della birra, sono arrivato a progettare LongEvo e l’olio alla spina”.
Come è fatto l’impianto LongEvo che rivoluziona il modo di somministrare l’olio nella ristorazione
L’impianto di LongEvo è composto da un mobiletto dove sono collocati il fusto d’olio e la bombola di azoto. Viene distribuito alla ristorazione in comodato d’uso gratuito, ha un ingombro minimo (35x45x120) ed è proposto in abbinamento con fusti da 25 litri di olio Kothon, nelle tipologie Kothon Blend o il monocultivar Biologico.
Sciatt à Porter, il primo ristorante a Milano a scegliere LongEvo e l’olio alla spina
Sciatt a Porter deve il suo nome a una delle proposte gastronomiche più celebri della Valtellina: lo sciatt. Qui trovate una cucina autentica ed essenziale
Sciatt à porter, un grazioso ristorante che propone l‘autentica cucina valtellinese a Milano, è una ventata fresca nel panorama enogastronomico milanese. È il ristorante che ha realizzato il sogno della titolare Emma Marveggio: lavorare in modo da sedurre i golosi. Saper sedurre è il segreto per essere felici e rendere felici gli altri, i clienti e i cucinieri, come Emma chiama i cuochi. Una donna forte, coraggiosa che ha combattuto per realizzare un sogno.
L’avventura di Emma Marveggio: la realizzazione di un sogno
Autenticità, passione, rispetto dell’ingrediente, ecco i termini con cui mi piace descrivere Sciatt à Porter. L’avventura enogastronomica proposta dal ristorante è quella di portare la Valtellina a Milano senza snaturarne l’identità. Da qui l’idea di non avvalersi di cuochi, ma di cucinieri. “Il mio personale lo formo personalmente – racconta Emma Marveggio – Le ricette, ricercate con cura, sono le mie e le devono eseguire secondo le mie indicazioni. I cuochi spesso creano un’aria pesante in cucina, volendo imporre il loro pensiero”.
L’importanza di lavorare con piccoli produttori per proporre la Valtellina nel piatto
I piatti proposti da Sciatt à porter sono semplici, ma ottimi per la qualità delle materie prime utilizzate. Gli ingredienti sono valtellinesi, selezionati con cura, scelti da piccoli produttori. “Lavoriamo mano nella mano – racconta Emma Marveggio – Abbiamo un rapporto molto stretto. Ci forniscono i salumi, i formaggi, la carne. Se noi ristoratori non tuteliamo i prodotti del territorio, chi lo farà? È da noi che inizia la catena. I prodotti non sono tutti uguali. È la motivazione che mi ha spinto ad utilizzare LongEvo e l’olio alla spina”.
Perchè Sciatt à Porter piace a Famelici
Milano ha la grande capacità di creare bolle alimentari che scoppiano velocemente, spesso vittima dell’insostenibilità economica, Sciatt à Porter è, invece, un ristorante sincero, audace nella sua scelta di essere autentico, senza fronzoli o sperimentazioni assurde.
E poi a noi piace Emma, una donna schietta, che ha saputo rischiare per realizzare un sogno. Una donna che investe nella qualità delle materie prime e in quelle tecnologie, come Longevo e l’olio alla spina, che sanno coniugare eccellenza e modernità.
LONGEVO
SCIATT A’ PORTER
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