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30 anni di Cascina Caremma in nome di cibo e cultura

Cascina Caremma compie 30 anni, un compleanno importante per quella che per molti milanesi è una vera oasi naturale per rilassarsi e divertirsi. Un luogo dove si coltiva il benessere.

Non siamo a Milano, ma molto vicini. Cascina Caremma si trova a Besate, nel Parco del Ticino, a 40 minuti dal capoluogo milanese. La sua splendida location – tipica costruzione a corte di origine seicentesca – è diventata in pochi anni un forte richiamo per tanti milanesi alla ricerca di un’oasi dove rilassarsi. Qui, infatti, ci si immerge in 36 ettari di campi coltivati.

Il ristorante di Cascina Caremma e la sua cucina autenticamente lombarda

In un’oasi di pace hai solo l’imbarazzo della scelta per decidere come rilassarti. Di certo qualsiasi cosa farai, si tramuterà in una vera esperienza.

Il menu di Cascina Caremma è una festa. Offre una cucina tradizionale basata per l’80% su prodotti provenienti dall’azienda agricola. Si va dal riso alla polenta, dagli ortaggi ai salumi, dal coniglio di mortadella di fegato ai bocconcini di fassona con funghi. Si riscopre quella cucina lombarda che un tempo prevedeva poca carne, spesso piatti fatti con animali da cortile come il pollo e il coniglio. Senza dimenticare il maiale per la produzione dei salumi. Qui si può poi degustare la prima birra del Ticino biologica e artigianale, non filtrata né pastorizzata ottenuta da orzo biologico coltivato nei loro terreni. Di tutto rispetto anche la carta dei vini con più di 40 etichette. Imperdibile il vino biologico Caremma.

30 anni di cascina caremma: la cucina lombarda

La sensazione con cui si conclude il pranzo è quella di aver partecipato ad un tour nella cultura lombarda, un viaggio coerente con il posto in cui ci troviamo. La cucina tradizionale non viene stravolta con reinterpretazioni originali ma proposta nel suo sapore più ruspante. Nessun fuoco d’artificio, ma tanta autenticità. E proprio questo fa di Cascina Caremma un ristorante in stile #famedivero, una cifra che gli ha consentito da diversi anni di essere un locale conosciuto anche al di fuori della Lombardia.

30 anni di Cascina Caremma in nome di gusto e cultura ecologica

Per  l’importante compleanno della struttura, lo scorso 22 ottobre, Gabriele Corti, fondatore di Cascina Caremma, ha  organizzato un convegno: “Agriturismo – 30 in Caremma, 30 anni in Lombardia, quale futuro?” con la partecipazione di giornalisti e numerosi rappresentanti del mondo della politica e dell’economia lombarda.

30 anni di Cascina Caremma: Gabriele Corti“Cascina Caremma – racconta Gabriele Cortinasce mentre prteparavo un risotto alle mele. Durante la sua preparazione mi sono appassionato all’idea di poter creare una struttura che riassumesse in sé cultura rurale, tradizione e sostenibilità. Volevo promuovere un ritorno alle origini agricole di Besate. Per avere successo ho dato molta importanza al cibo e ai servizi ad esso associati, come la ristorazione e l’intrattenimento. Oggi dopo il Covid è emerso prepotentemente il desiderio di tornare a relazionarsi con le persone e con l’ambiente”.

Il suo sogno?Valorizzare il territorio milanese con un progetto coerente e con il recupero di antiche tradizioni e colture, rivolgendomi a quel viaggiatore che cerca il bello“.

Che cosa significa agricoltura per lei?Significa combattere quella globalizzazione che impone la monocoltura intensiva, causando la perdita di un grande patrimonio culturale. É la capacità di stuprsi tutti i giorni, è una forma di preghiera laica“. 

 

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Written by Monica Viani

Vivo a Milano, frequento librerie, musei, cinema, teatri e ...ristoranti! Laureata in filosofia, ex insegnante di materie umanistiche nei licei classici e scientifici milanesi, sono approdata nel 1998 al giornalismo enogastronomico. Dopo aver coordinato diverse riviste tecniche, aver dato vita a una collana e curato diversi libri, nel 2017 ho deciso con Alessandra Cioccarelli di fondare il blog Famelici, un blog "di frontiera", dove declinare il cibo in mille modi. Io e Ale scriviamo di cibo, rimandando a Marx, a Freud, a Nietzsche, ai futuristi, perché crediamo che il cibo sia cultura. Perché lo facciamo? Per dimostrare che si può parlare di food rifuggendo dalle banalità. Stay hungry, stay foolish!

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