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17 gennaio: Giornata nazionale della Cassoeula

C’è chi aspetta l’inverno per avere la scusa di mangiarla. Di quale piatto stiamo parlando? Della lombarda cassoeula. Le origini del nome? Mistero fitto. Deriva da “cassoeu”, mestolo in dialetto milanese? O da casseruola, il tegame in cui veniva cotta la verza e il maiale? O da “cazzuola“, l’attrezzo dei muratori per spalmare la malta tra i mattoni? Secondo una diceria i muratori usavano la cazzuola per girare la preparazione durante la cottura. C’è poi chi preferisce chiamarla “bottaggio”. E anche qui si apre una querelle: il termine deriva da botte o dal francese potage, minestra? Un acosa però la sappiamo. Il 17 gennaio: Giornata nazionale della Cassoeula.

Come ogni piatto della tradizione ha la sua leggenda

La ricetta che si fa oggi è recente, ma la sua origine dovrebbe risalire al periodo della dominazione spagnola di Milano di fine 500. Il piatto nasce, come spesso accade, come conseguenza di una storia d’amore. Un soldato spagnolo si innamora alla follia di una giovane milanese cuoca presso una famiglia nobile. Un giorno la ragazza deve preparare un pranzo, ma la dispensa piange. Che fare? Ci pensa l’aitante innamorato. Le rivela la ricetta della Cassoeula, usando i pochi ingredienti a disposizione. Inutile dirlo: fu un successo! Lo so che siete curiosi…l’amore tra i due giovani sbocciò!

17 gennaio: Giornata nazionale della Cassoeula. La conosci la ricetta della cassoeula alla milanese?

17 gennaio: Giornata nazionale della Cassoeula. Perchè il 17 gennaio? É la festa di Sant’Antonio Abate, quando la chiesa benedice gli animali domestici. Anticamente era l’ultimo giorno della macellazione del maiale. La ricetta? Noi siamo di Milano e allora vi regaliamo la ricetta della cassoeula alla milanese.

La ricetta della cassoeula alla milanese

Ingredienti

  • 500 g Costine di maiale
  • 1 Zampetto di maiale
  • 100 g Cotenne di maiale fresche
  • 500 g Salsiccia di  Monza
  • 2 Verze a foglia pulite
  • 1 Cipolla affettata
  • 4 Carote affettate
  • 1 Canna di sedano a tocchetti
  • 1 Bicchiere di vino bianco secco
  • Burro
  • 1 Cucchiaio di olio
  • Sale
  • Pepe
  • Brodo di cotenna e zampetto

Procedimento

Pulire lo zampetto di maiale e le cotenne, bruciacchiandoli. Raschiarli e pulirli. Spaccare in due lo zampettto per la lunghezza. Lessarlo con le cotenne per 1 ora circa a fiamma moderata. In un’altra pentola mettere del burro e 1 cucchiaiata di olio. Fare imbiondire la cipolla.

Aggiungere le costine di maiale. Condirle con sale e pepe. Farle rosolare per 30 minuti. Bagnarle con il vino bianco da fare evaporare a fiamma viva. Quando il vino sarà evaporato, aggiungere il sedano, le carote, lo zampetto e le cotenne. Mettere il coperchio e fare cuocere per circa 1 ora.

Durante la cottura mescolare di frequente. Se il sugo si asciuga troppo, aggiungere del brodo di cottura delle cotenne e dello zampetto.

Dopo avere asciugato le foglie della verza lavata, aggiungerle alle carni. Unire la salsiccia bucherellata. Continuare la cottura con coperchio per 25 minuti circa.

Di tanto in tanto eliminare il grasso che si forma in superficie. Ricordarsi che la pietanza deve risultare piuttosto densa, poco brodosa.

Servire caldissimo e con polenta.

Vini consigliati

Barbera (stappando la bottiglia 2 ore prima).

 

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Written by Monica Viani

Vivo a Milano, frequento librerie, musei, cinema, teatri e ...ristoranti! Laureata in filosofia, ex insegnante di materie umanistiche nei licei classici e scientifici milanesi, sono approdata nel 1998 al giornalismo enogastronomico. Dopo aver coordinato diverse riviste tecniche, aver dato vita a una collana e curato diversi libri, nel 2017 ho deciso con Alessandra Cioccarelli di fondare il blog Famelici, un blog "di frontiera", dove declinare il cibo in mille modi. Io e Ale scriviamo di cibo, rimandando a Marx, a Freud, a Nietzsche, ai futuristi, perché crediamo che il cibo sia cultura. Perché lo facciamo? Per dimostrare che si può parlare di food rifuggendo dalle banalità. Stay hungry, stay foolish!

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