in

Il 5 febbraio: una data green da ricordare. Famelici si schiera

La IV “Giornata Nazionale di prevenzione dello spreco alimentare” cade domenica 5 febbraio 2017 La IV “Giornata Nazionale di prevenzione dello spreco alimentare” cade domenica 5 febbraio 2017 e riguarda “tutte le misure prese prima che una sostanza, un materiale o un prodotto sia diventato un rifiuto”. Quindi prevenire lo spreco del cibo, non solo recuperarlo.

Insieme ad altri attori no-profit tra cui ‘Civiltà della Qualità’, ‘Misen’, ‘We Are Packaging Fan’ e ‘Gifasp’, ‘Famelici’ si schiera riguardo alla prevenzione dello spreco  e partecipa all’iniziativa “140 caratteri o un’immagine” (5 febbraio – 5 marzo 2017) per dare visibilità alla problematica della protezione e della conservazione degli alimenti prima di dover affrontare l’aspetto del riciclo e del recupero. L’ iniziativa chiede a chiunque voglia condividere il progetto di sintetizzarlo attraverso l’elaborazione di un testo scritto di 140 caratteri o di un’immagine (foto o disegno) da inviare entro il 5 marzo 2017 a: relations@wowoffice.it.

Spreco alimentare: 13 miliardi di euro solo in Italia

Ma che cosa significa spreco alimentare? Significa che, solo in Italia (rapporto Waste Watcher 2015), viene gettato cibo nella spazzatura per un valore che corrisponde a ben 13 miliardi di euro. Se analizziamo le dichiarazioni degli italiani relative alla  quantità di alimenti che finisce nel cestino della spazzatura quotidianamente, scopriamo una triste realtà: ciò che è reale non è ciò che percepiamo e dichiariamo. Proprio alla luce di questo primo test condotto nella primavera 2015 da Waste Watcher con la validazione scientifica dell’Università di Bologna-Distal, si deduce che lo spreco di cibo domestico reale è circa il 50% superiore allo spreco percepito e dichiarato nei sondaggi. Prenderne coscienza è un dovere!

 Educazione alla conservazione e alla protezione del cibo

Come far sì che le persone facciano propri comportamenti sostenibili? Dobbiamo aumentare la consapevolezza dei gesti quotidiani, anche quelli più comuni: chiudere bene i rubinetti per non sprecare acqua, sigillare i sacchetti contenenti alimenti, conservare i cibi con cura e attenzione nei frigoriferi, non comprare in eccesso, fare attenzione alle scadenze e alle istruzioni sulle confezioni, riutilizzare cibi già preparati, e così via. Questi e mille altri gesti sono alla base di un nuovo atteggiamento verso il cibo che dobbiamo declinare con attenzione e amore.

 

Famelici aderisce all’iniziativa “140 caratteri o un’immagine” volendo dare continuità all’impegno che ci contraddistingue sul versante dell’innovazione e dell’attenzione ambientale e sociale.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

GIPHY App Key not set. Please check settings

Written by Monica Viani

Vivo a Milano, frequento librerie, musei, cinema, teatri e ...ristoranti! Laureata in filosofia, ex insegnante di materie umanistiche nei licei classici e scientifici milanesi, sono approdata nel 1998 al giornalismo enogastronomico. Dopo aver coordinato diverse riviste tecniche, aver dato vita a una collana e curato diversi libri, nel 2017 ho deciso con Alessandra Cioccarelli di fondare il blog Famelici, un blog "di frontiera", dove declinare il cibo in mille modi. Io e Ale scriviamo di cibo, rimandando a Marx, a Freud, a Nietzsche, ai futuristi, perché crediamo che il cibo sia cultura. Perché lo facciamo? Per dimostrare che si può parlare di food rifuggendo dalle banalità. Stay hungry, stay foolish!

Francesco Morace, , sociologo e saggista, da sempre ci invita a non dichiararci sconfitti: si può ancora immaginare il futuro e credere nella “crescita felice”. La rivoluzione forse è un’utopia, ma se non ci si crede, si accetta di sopravvivere

Francesco Morace: e se la crescita felice passasse attraverso il cibo?

Nella carbonara la cipolla ci va o no? Uscito quest’anno, “Il pregiudizio universale. Un catalogo d’autore di pregiudizi e luoghi comuni” (introduzione di Giuseppe Antonelli), edito da Laterza, si propone di confutare alcuni pregiudizi che ci accompagnano dall’infanzia

Ma nella carbonara la cipolla ci va o non ci va?