Ci sono progetti innovativi che forniscono una soluzione allo spreco alimentare di prodotti scartati – frutta e verdura – per motivi estetici e che non raggiungono gli scaffali. Li trasformano in polvere per ottenere ingredienti naturali, ne prolungano la scadenza e li vendono
Quasi 9 milioni di tonnellate di avanzi all’anno, un costo di oltre 12 miliardi di euro. Ecco le impressionanti cifre dello spreco alimentare in Italia. Da luglio una legge tenta di ridimensionare la dispersione di cibo con incentivi e abbattimento di cavilli burocratici. La Fao calcola che in tutto il mondo 1,3 miliardi di tonnellate di alimenti siano gettati nella spazzatura. Le persone che soffrono la fame sono 2 miliardi. Si può fare qualcosa per colmare questa tragica contraddizione? Noi vi raccontiamo alcune esperienze anti-spreco che hanno come fine quello di recuperare gli avanzi.
Basta avanzi: premiare chi non spreca
L’obiettivo della nuova legge approvata dal Parlamento italiano? Premiare chi non spreca. Al contrario della Francia, dove si penalizza chi getta il cibo, in Italia si tenta la strada dell’incentivo. La legge, erede di Expo 2015, è una traduzione dei principi della Carta di Milano. La sua aspirazione è quella di recuperare un milione di tonnellate di avanzi e donarli a chi ne ha bisogno.
La legge definisce per la prima volta nell’ordinamento italiano i termini di “eccedenza”e “spreco” alimentari, fa chiarezza tra il termine minimo di conservazione e la data di scadenza, semplifica le procedure per la donazione, nel rispetto delle norme igienico-sanitarie e della tracciabilità. Qualche esempio? Il pane potrà essere donato entro le 24 ore di produzione; la ristorazione potrà servire “family bag”; oltre alle onlus, anche gli enti pubblici potranno essere soggetti donatori.
E all’estero? E le app?
Forte è la tendenza a non gettare frutta e verdura realizzando un modo diverso di consumare. Reidratare e consumare. È così facile. Ma vediamo alcune app che si segnalano per la lotta allo spreco alimentare
Interessante l’iniziativa inglese Sharing Fridge: frigoriferi sociali, per strada, dove si dona e si prende. Ad Amsterdam il ristorante Instock (“in Magazzino”), gestito da quattro ex commessi di supermercato, utilizza solo cibo anti spreco, cucinando gli avanzi che provengono dalla GD. Doveva essere un temporary restaurant, ma visto il successo è diventato un locale permanente. Il menù? Sempre in evoluzione. In Danimarca ha aperto WeFood, supermercato di cibi di scarto. Il web non poteva non partecipare a questa nuova formula etica di new economy. Da Too Good To Go, a Last Minute Sotto Casa, Eco dal frigo, MyFoody e S-CambioCibo.
La nuova tendenza? Frutta e verdura liofilizzata
Un modo intelligente per salvare l’agricoltura locale. Il 30% del cibo che coltiviamo va perso. La disidratazione per convenzione naturale èuna tecnologia economica con uno scarso consumo energetico
Non manca chi promuove l’utilizzo di prodotti disidratati da frutta e verdura che vengono scartati per motivi estetici o commerciali. Il motivo? Così si allunga la durata di conservazione di frutta e verdura fino a due anni rispetto alle materie prime fresche, che spesso finiscono per marcire nei campi. È un’economia circolare, quella di sfruttare prodotti che non andranno a finire sugli scaffali ma nella spazzatura non per la loro qualità, ma per la loro forma, dimensione, peso o semplicemente perché due partii sono unite tra loro e non possono essere vendute.
Chi mangia bene fa bene all’ambiente…lo sanno bene i francesi
Frutta e ortaggi sono gli alimenti con minore impatto ambientale in tutta la filiera, al contrario della carne rossa che è la più. inquinante. Ma quali sono i paesi più virtuosi nella lotta agli sprechi alimentari? Ce lo dice una pagella stilata da Food Sustainability Index realizzata con il centro di ricerca The Economist Intelligence Unit, analizzando l’impatto agricolo, lo spreco del cibo e l’equilibrio nutrizionale di 25 paesi. Il primo posto lo guadagna la Francia, dove vige una severa legge anti spreco alimentare, che arriva a tassare le bevande zuccherate. Fanalini di coda l’India e l’Arabia Saudita. E l’Italia? Sesta, dopo Giappone, Canada, Germania e Regno Unito. In Italia si mangia troppo e si spreca molto. A quando un cambiamento culturale?
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