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Stiamo entrando in un’economia di guerra? No …

Io, tu, NOI, gli altri - Per un via italiana all’economia della condivisione è un libro che parte dall'economia civile di scuola napoletana del '700 per giungere ad una economia della condivisione di impronta italiana

In questo preciso momento in cui siamo tutti impegnati nella Fase 2 e quindi concentrati su due parole chiave #foodrestart e #ripartenzasoft, abbiamo bisogno di “vision” per andare al di là delle scelte quotidiane, della contingenza e si prospetta una terza keyword: #ripartenzadiqualita.

Abbiamo chiesto aiuto ad un economista della Scuola partenopea (da Napoli, ricordiamo, è partito il messaggio dell’Economia Civile a metà del ‘700) e Segretario Generale Assocamerestero: stiamo parlando di Gaetano Fausto Esposito che afferma: “in questi giorni l’economia di guerra è spesso evocata. Dal punto di vista macro-economico la situazione ha molte differenze rispetto all’economia di guerra, ma il riferimento non è inappropriato: l’economia di guerra comporta profonde trasformazioni economico-sociali: di produzione interna, di scambi con l’estero, di abitudini e mobilità, di intervento pubblico nell’economia e nella società.

Allora economia di guerra è una metafora dei cambiamenti che sperimentiamo in tanti campi: dal lavoro, alla produzione, all’utilizzo delle tecnologie. É per dire che nulla sarà come prima e quindi siamo tutti sfidati ad un grande sforzo di innovazione e di creatività. Per il grande stratega Sun Tzu (autore più di 2500 anni fa dell’Arte della Guerra): ‘se nel mezzo di una situazione difficile siamo pronti a sfruttare un improvviso vantaggio, potremo tirarci fuori dalle difficoltà’. Suona come uno stimolo per tutti noi”.

#ripartenzadiqualita: da una economia quantitativa a una qualitativa

ripartenzadiqualitaPer approfondire le dinamiche economiche della fase 2, ci rifacciamo alla lettura di due suoi articoli pubblicati da pochi giorni: il primo contributo è “Economia di guerra? Perché la crisi COVID-19 è veramente diversa” in cui si tratta gli argomenti sopra citati; mentre con il secondo, ritorna con forza il tema di uno sviluppo pieno, sostenibile (e umano), così come identificato dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite: “forse la principale indicazione che viene da questa situazione di emergenza”, sottolinea G.F.Esposito,riguarda la fortissima discontinuità nel modo di considerare lo sviluppo economico-sociale, con il passaggio da una economia quantitativa a una che deve considerare di più gli aspetti di qualità. Progredire ha significato, fino ad oggi, aumento di variabili quantitative: il Pil, la produttività, l’occupazione, i redditi, l’interscambio commerciale, ecc. Maggiori difficoltà abbiamo avuto nel considerare gli effettivi fattori qualitativi, che alla fine rendono la vita degna di essere vissuta”. La parola chiave #ripartenzadiqualita risuona promettente, si tratta del secondo articolo “La Fase 2 del COVID-19: recuperare la dimensione qualitativa dello sviluppo”. Buona lettura.

 

 

 

 

 

 

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