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Porridge, la nuova tendenza della cucina sana

16244467 - tasty oatmeal with berries and glass of juice, isolated on white

Il porridge è la nuova star della colazione sana. Non è sempre stato così. In UK era servito per punire i carcerati, l’espressione “doing porridge” significa andare in galera. Oggi è acclamato dai guru del mangiare sano. Lo si può preparare in versione dolce o salata. Secondo uno studio condotto nel 2015 dai ricercatori della Harvard University mangiare una tazza di porridge al giorno migliora le aspettative di vita e procura benessere. Chi assume regolarmente cereali integrali (riso, quinoa, avena…) vive più a lungo, riduce il rischio di diabete, colesterolo e malattie cardiovascolari. Mai però esagerare: il consumo eccessivo può provocare gonfiori. La ricetta? Semplice.  L’ingrediente principale è l’avena, ma ecco cosa serve  secondo i dettami della ricetta classica:

  • fiocchi d’avena
  • latte
  • zucchero
  • miele
  • frutta
  • yogurt

Prendente tre o quattro cucchiai di avena e aggiungete una tazza di latte fresco, mezza tazza di acqua tiepida, una piccola quantità di zucchero (se proprio non potete farne a meno!) e un pizzico di sale. Versate gli ingredienti in un pentolino e mettete sul fuoco a fiamma non troppo alta. Cuocete fino ad ottenere un composto cremoso. Per renderlo più gustoso- ricordiamoci che sano non deve essere punitivo- si può arricchire il porridge con frutta fresca o secca. In questo modo si evitano gli zuccheri e si diversificano i sapori.

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Written by Monica Viani

Vivo a Milano, frequento librerie, musei, cinema, teatri e ...ristoranti! Laureata in filosofia, ex insegnante di materie umanistiche nei licei classici e scientifici milanesi, sono approdata nel 1998 al giornalismo enogastronomico. Dopo aver coordinato diverse riviste tecniche, aver dato vita a una collana e curato diversi libri, nel 2017 ho deciso con Alessandra Cioccarelli di fondare il blog Famelici, un blog "di frontiera", dove declinare il cibo in mille modi. Io e Ale scriviamo di cibo, rimandando a Marx, a Freud, a Nietzsche, ai futuristi, perché crediamo che il cibo sia cultura. Perché lo facciamo? Per dimostrare che si può parlare di food rifuggendo dalle banalità. Stay hungry, stay foolish!

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