in

Follemente razionali: dadaismo e tunnel del San Gottardo

Un secolo fa a Zurigo nasceva il dadaismo

Un secolo fa a Zurigo nasceva il dadaismo. Sembra una follia, eppure è accaduto. Come è stato possibile che in una disciplinata città svizzera nascesse una corrente culturale il cui principio è l’opposto del rigore?

Un secolo fa a Zurigo nasceva il dadaismo. Sembra una follia, eppure è accaduto. Come è stato possibile che in una disciplinata città svizzera nascesse una corrente culturale il cui principio è l’opposto del rigore? Per il dadaismo non esiste nulla capace di racchiudere un significato: l’arte si fonda sulla fantasia. Zurigo è la dimostrazione di quanto possano essere falsi quei pregiudizi a cui spesso ci appelliamo per pronunciare affrettati giudizi. Zurigo non è solo ordine, efficienza, disciplina, ma anche genio e sregolatezza. Lo dimostra il fatto che un secolo fa proprio in questa cittadina al Cabaret Voltaire nasceva il dadaismo, quel movimento artistico con un unico scopo dichiarato a gran voce: ” Dada means nothing”. Che cosa significa “Dada”? Nessuno lo sa con precisione. In russo potrebbe voler dire “si, si”, in francese “cavalluccio di legno”, o più semplicemente potrebbe essere l’imitazione dei primi tentativi di parlare dei bambini.  In un secolo che cercava disperatamente di rispondere a domande che fino ad allora non avevano ottenuto alcuna risposta, si affermava un movimento che si autoproclamava privo di significato. Il dadaismo  dette vita a poesie sonore, spesso recitate in contemporanea in lingue differenti. Si cercavano “versi senza parole”. Ne facevano parte uomini che cercavano asilo in una Svizzera neutrale che aveva accolto esuli che fuggivano dai disastri della Prima Guerra Mondiale o dalle rivolte bolsceviche in Russia. Uomini stanchi di credere in ideali che si trasformavano solo in violenza.

Dadaismo: Cabaret Voltaire, ma non solo

al Cabaret Voltaire nasceva il dadaismo, quel movimento artistico con un unico scopo dichiarato a gran voce: " Dada means nothing".

A Zurigo, nel  quartiere Niederdorf – all’epoca malfamato, oggi trend-  il Cabaret Voltaire, in via Spiegelgasse 1, a poca distanza dalla casa dell’esule Lenin, ospita numerose celebrazioni per ricordare il 5 febbraio 1916, il giorno in cui l’esule Hugo Ball, in un costume da vescovi fatto di carta, recitò una poesia fonetica: Gadji Beri Bimba. Era l’inizio del movimento dadaista. Hugo Ball e la futura moglie Emmy Hennings avevano voluto il Cabaret Voltaire per protestare contro la guerra, le gerarchie e l’ordine. Lo  facevano rendendo l’irrazionalità e la follia un’ arma culturale. Qui, oltre a partecipare ai numerosi eventi organizzati per celebrare la nascita del movimento dadaista, si possono comperare gadget come l’assenzio dada, libri fotografici e fanzine rigorosamente autentiche. Le vivaci  Dada Night del Cabaret Voltaire sono ancora assai frequentate, qui è facile incontrare persone diversissime che dialogano tra loro in modo talvolta irriverente. Ma l’atmosfera dadaista non si respira solo al Cabaret Voltaire. Che dire del Cafe’  de La Terrasse in stile Art Decò con le sculture erotiche di Rolf Brem?

Non si può poi evitare un aperitivo al caffè Odeon frequentato da un giovane Lenin e da molti rivoluzionari russi controllati dalla polizia svizzera perché considerati pericolosi

Non si può poi evitare un aperitivo al caffè Odeon frequentato da un giovane Lenin e da molti rivoluzionari russi controllati dalla polizia svizzera perché considerati pericolosi. Una proposta in pieno spirito dadaista è quella poi offerta dallo Zunfthaus Zur Waag in Munsterhof 8, all’interno di una vecchia casa nobiliare, sede dal Medioevo della Corporazione dei Tessitori, gestita oggi da 140 famiglie zurighesi che vi organizzano numerosi eventi. Qui sarebbe stato redatto il famoso Manifesto Dadaista scritto da Tristan Tzara. ” Come si raggiunge la beatitudine eterna? Dicendo Dada. Come si diventa famosi? Con nobili gesti e maniere gentili. Fino alla pazzia e fino alla perdizione di coscienza”. In effetti, dopo pochi mesi dalla fondazione del movimento, gli artisti dovettero abbandonare il Cabaret Voltaire perché le soirée non rendevano e si ripresentarono in pubblico il 14 luglio 1916 per una soirée di danza e poesia “senza parole” proprio in una sala del Zunfthaus zur Waag.Ma che cosa si beveva  nelle serate dadaiste? Vino bianco Rauschling prodotto nell’area di Zurigo. Molti ristoranti lo ripropongono in onore di quel movimento che dalla Svizzera penetrò in tutta Europa. Ma non solo vino, molti barman si sono sbizzarriti nel dare vita a cocktail dadaisti. Così  al bar dell’ Hotel Ambassador si può ordinare un Swiss Dada Tonic preparato con gin svizzero al rosmarino o al bar dell’ Hotel Marktgrasse il Dada Century Cocktail, fatto con assenzio della Val de Travers.

Escursioni dadaiste

Tunnel San Gottardo: Milano più vicina a Zurigo

Molte gallerie di arte celebrano il dadaismo e, per rispettare lo spirito dadaista dell’“illegale legale”, le autorità svizzere  tollerano che alcuni capannoni sfitti lungo il fiume Sihl siano occupati per eventi culturali. E una provocazione possiamo lanciarla anche noi? Perché non sfruttare le numerose celebrazioni del dadaismo dopo l’apertura del tunnel  del San Gottardo che accorcerà i tempi di percorrenza in treno da Milano a Zurigo a 3 ore e 26 minuti? La realizzazione della galleria di base del San Gottardo, con due canne principali a binario unico, è un vero capolavoro di ingegneria. Sarebbe piaciuto ai fautori del dadaismo?

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

GIPHY App Key not set. Please check settings

Written by Monica Viani

Vivo a Milano, frequento librerie, musei, cinema, teatri e ...ristoranti! Laureata in filosofia, ex insegnante di materie umanistiche nei licei classici e scientifici milanesi, sono approdata nel 1998 al giornalismo enogastronomico. Dopo aver coordinato diverse riviste tecniche, aver dato vita a una collana e curato diversi libri, nel 2017 ho deciso con Alessandra Cioccarelli di fondare il blog Famelici, un blog "di frontiera", dove declinare il cibo in mille modi. Io e Ale scriviamo di cibo, rimandando a Marx, a Freud, a Nietzsche, ai futuristi, perché crediamo che il cibo sia cultura. Perché lo facciamo? Per dimostrare che si può parlare di food rifuggendo dalle banalità. Stay hungry, stay foolish!

Il porridge è la nuova star della colazione sana. Non è sempre stato così. In UK era servito per punire i carcerati, l’espressione “doing porridge” significa andare in galera. Oggi è acclamato dai guru del mangiare sano. Lo si può preparare in versione dolce o salata

Porridge, la nuova tendenza della cucina sana

Premessa: abbiamo bisogno di zucchero. I neuroni si nutrono di glucosio, ne vogliono più di un etto al giorno. Il problema? Ne mangiamo più del necessario. La malattia è in agguato e così parte la caccia allo zucchero buono, quello che non fa male

Zucchero: come sostituirlo senza rinunciare al gusto