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Tra arte, disegno e cibo: Diego Cusano il fantasy researcher della ristorazione

Diego Cusano ama l’arte, il disegno, la musica, il cibo è il supporto su cui scrive le sue storie, i racconti di vita quotidiana: non ama farsi chiamare artista ma fantasy researcher del mondo del food.

Ha iniziato ad usare i social network quasi per caso ma è diventato presto un influencer: “Mi piace osservare gli oggetti della quotidianeità e disegnarli sotto un punto di vista inaspettato, è stata proprio la mia voglia di scappare dalla realtà che, credo, mi ha reso così conosciuto sui social, chi non ama sognare?”.

Trova stimoli da ogni cosa, viaggia e continua a viaggiare, ha vissuto a Caserta fino ai 18 anni, poi Perugia, fino ai 28 e quindi Carpi perché “ non mi piacciono le città troppo grandi, caotiche, che obbligano a concentrarsi nel vortice degli eventi, fuori dal sé: questo dà moltissimi stimoli ma si rischia di perdere l’attenzione verso la propria interiorità e la propria vena creativa. Mi piace avere dei punti di riferimento e delle abitudini per poi spaziare e perdermi nelle mie fantasie”.

Ed è proprio così che è nato il Diego Cusano che tante aziende pubblicitarie stanno cercando di domare, senza successo: “Quando apro il frigo e vedo le pareti bianche, un foglio pronto per essere riempito, mi immagino in un’altra realtà, che mi catapulta in un altro luogo, ecco come ho cominciato a pensare di usare il cibo, la quotidianeità, in un modo diverso”. Da un piatto molto colorato a un tratto nero, una matita, un acquerello, contrasti di colori, materiali e segni.

Ha iniziato a studiare presso l’Accademia di Belle Arti a Perugia in pittura e grafica d’arte, ma è anche un musicista e compositore, negli ultimi quattro anni ha scritto oltre 300 canzoni, ha sperimentato dal pop ai generi più sconosciuti, ma non vuole legami con società di produzione, vuole farcela da solo, è un’anima libera.

Da un uovo vede il tramonto, da uno spaghetto una splendida Brigitte Bardot, da degli spicchi di pizza una ballerina di flamenco, da una scatola di cannoli di una gelateria di Milano una carrozza con cavalli, da due cannoli escono un Napoleone Bonaparte e un ranocchio, da una pallina di gelato l’atollo di un’isola caraibica, da delle salsicce uno scorpione bellicoso. Poi ha chiesto il mio cibo preferito: la parmigiana di melanzane, un’ottimo cappellino da cocktail.

Quali saranno i nuovi spunti del fantasy researcher della ristorazione?

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Written by Roby Rossi

Chi sono? bella domanda! ispirandomi a Pico Iyer, "una sorta di piccione viaggiatore...".

"...viaggiare è il modo migliore per salvare l`umanità dei luoghi e per liberarli dall`astrazione e dall`ideologia. E nello stesso tempo anche noi veniamo salvati dall`astrazione e riusciamo a capire quanto possiamo dare ai luoghi che visitiamo, e come possiamo diventare una sorta di piccione viaggiatore - un antiespresso federale, se vogliamo - che trasporta avanti e indietro quello che serve ad ogni cultura."

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