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The Worth of Life, Koen Vanmechelen: l’incontro di natura, cibo e cultura

Una giornata a Mendrisio per conoscere un artista, uno sciamano che riassume in sé l’incontro di natura, cibo e cultura. Dal 4 ottobre, il Teatro dell’architettura di Mendrisio, progettato dall’architetto Mario Botta ospita Koen Vanmechelen – The worth of life – 1982/2019, una mostra dedicata alla carriera di Koen Vanmechelen.

The Worth of Life, Koen Vanmechelen

Visiti la mostra di Koen Vanmechelen e ciò che vorresti fare subito è risolvere l’enigma di che cosa sia la vita, di quale sia il suo valore. Filosofi, teologi, scienziati e artisti hanno riflettuto sull’intricato rapporto tra mondo umano, vegetale, animale e creativo, ma il rompicapo è rimasto irrisolto.

The Worth of Life, Koen Vanmechelen: il suo approccio all'arte

Koen Vanmechelen, originario del Limburgo – la regione compresa tra la Vestfalia, il Brabante e i Paesi Bassi- ti porta in un mondo surreale, dominato da molte domande in cerca di risposte. Sei sopraffatto da quella meraviglia che ti spinge a interrogarti sul valore etico della vita.

The Worth of Life, Koen Vanmechelen al teatro dell’Architettura di Mendrisio

Uno spazio espositivo scelto non a caso. Mario Botta, presidente della Fondazione Teatro dell’Architettura di Mendrisio, ricorda che “il Teatro dell’Architettura è nato come complemento agli studi e alla ricerca dell’Accademia di Architettura di Mendrisio. Qual è il compito dell’architettura? Organizzare la vita dell’uomo, costruendo uno spazio confortevole che ci consenta di vivere bene. Oggi tutto ciò è diventato più complesso. La permeabilità delle nostre società rischia di farci perdere il senso di appartenenza ad una comunità, creando un forte spaesamento. Per l’architetto è diventato essenziale interrogarsi su chi sia l’uomo e su come vive sulla terra. Solo l’incontro di discipline diverse permette di riflettere sul rapporto tra globalizzazione e identità”.

The Worth of Life, ovvero il legame tra forma artistica e forma fisica

The Worth of Life, Koen Vanmechelen : natura, cibo e cultura

In origine la mostra doveva intitolarsi Fertility, termine che si riferisce alla natura, ma anche all’arte; la prima dà origine alla vita, la seconda alle forme. La parola deriva dal latino fero, verbo dai tanti significati:

  • generare
  • procedere
  • offrire
  • narrare.

In effetti il verbo latino rimanda alla difficile traduzione concettuale del termine miracolo. Richiama la vita, la crescita, la trasformazione, la storia. Indica la strada verso il futuro, verso l’abbondanza.

Koen Vanmechelen, l’artista che sussurra alle galline

Koen Vanmechelen , scultore, pittore, performer, video artista, attivista dei diritti umani, nato nella terra di Bruegel, Bosh e Rubens, risente dello stile barocco e visionario della pittura fiamminga. La sua espressione artistica affianca progetti di ibridazione di animali e di vegetali alla contaminazione di arti figurative, di materiali e di mezzi espressivi. Il suo immaginario ruota intorno alla figura della gallina.

The Worth of Life, Koen Vanmechelen: a Mendrisio al Teatro dell'Architettura

In effetti tutto è cominciato da un uovo e da una gallina. Da un lato un’incubatrice, dall’altro un pollaio. Come racconta Koen Vanmechelen: “ A 5 anni mio zio mi ha regalato dei pulcini e un’incubatrice. Ho subito intuito che vivere significa lottare per venire al mondo. Non tutte le uova si schiudono dando la possibilità al pulcino di entrare in un altro ambiente. É importante saper scegliere il momento giusto per venire al mondo: devi trovare le condizioni adatte per rompere il guscio. La vita, fin dagli inizi, è un lungo viaggio con diversi ostacoli da superare.

The Worth of Life, Koen Vanmechelen: il significato della gallina

Chi è l’artista? Uno sciamano, un medium che con parole segrete crea un legame tra l’opera e lo spettatore attraverso un rito teso a rianimare il rapporto tra il mondo delle cose e quello delle idee. Un intermediario tra natura e cultura.

Koen Vanmechelen. The Worth of Life 1982–2019L’artista è colui che contribuisce a costruire una comunità. Quando si rompe il guscio, quando si comincia a vivere, è meglio trovarsi in un ambiente fatto di persone che ti aiutano a iniziare il tuo viaggio. Il nostro compito è proprio quello di aiutare a rompere il guscio, di aiutare a uscire dalla gabbia. Occorre creare le condizioni migliori per consentire alle generazioni future di vivere bene.

Un’università, una biblioteca sono luoghi importanti, luoghi dove si custodiscono libri che racchiudono il sapere. Ma quei libri devono uscire dalle mura, devono essere liberati, anche se non se ne conoscono i contenuti. Solo così il sapere scorre consentendo la costruzione del futuro.

La vita è questo: trasformazione, tensione per costruire un nuovo sapere e una nuova comunità. La cultura deve essere levatrice, aiutare la nascita di una nuova comunità. Il valore dell’arte sta nel percepire il futuro, nell’essere interpreti nel presente del linguaggio del domani”.

Perché è una mostra famelicamente consigliata

 

La gallina è metafora della nostra società. Il futuro del pollo è in pericolo se non c’è scambio genetico. Nella monocultura, da molti esaltata, crediamo di essere forti, ma è la diversità a essere più potente e ad aprire le porte al vero progresso.

The Worth of Life, Koen Vanmechelen

Koen Vanmechelen – The worth of life – 1982/2019 è esercizio di abilità espositiva. Una mostra che si basa sulla re-invenzione della natura, che chiede alla scienza di materializzare le visioni dell’ immaginario dell’artista.

KOEN VANMECHELEN, THE WORTH OF LIFE – 1982/2019
A cura di Didi Bozzini
4 ottobre 2019 – 2 febbraio 2020
Teatro dell’architettura Mendrisio
Via Turconi 25
6850 Mendrisio, Svizzera
+41 58 666 50 00
www.arc.usi.ch

 

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Written by Monica Viani

Vivo a Milano, frequento librerie, musei, cinema, teatri e ...ristoranti! Laureata in filosofia, ex insegnante di materie umanistiche nei licei classici e scientifici milanesi, sono approdata nel 1998 al giornalismo enogastronomico. Dopo aver coordinato diverse riviste tecniche, aver dato vita a una collana e curato diversi libri, nel 2017 ho deciso con Alessandra Cioccarelli di fondare il blog Famelici, un blog "di frontiera", dove declinare il cibo in mille modi. Io e Ale scriviamo di cibo, rimandando a Marx, a Freud, a Nietzsche, ai futuristi, perché crediamo che il cibo sia cultura. Perché lo facciamo? Per dimostrare che si può parlare di food rifuggendo dalle banalità. Stay hungry, stay foolish!

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