La ricetta e la storia del limoncello, un liquore identitario

Ogni sorso equivale a scoprire un sapore e un profumo della Costiera Amalfitana. Il liquore, tradizionalmente fatto in casa, ha una storia antica che chiama in causa monaci, uomini di cultura fino ad arrivare a Zeus e le sirene!

Chi al ristorante, presso un venditore ambulante o seduto ad un tavolo di un ristorante campano non ha assaporato almeno una volta nella vita il limoncello? Ogni sorso ci racconta una storia, ci permette di conoscere i sapori e i profumi della Costiera Amalfitana. Il limoncello è un infuso alcolico naturale molto aromatico, ottenuto dalla macerazione delle bucce del limone in alcol. Il liquore, che si distingue per il suo gusto fresco, ma allo stesso tempo deciso e persistente, si beve come digestivo a fine pranzo, freddo da freezer. Utilizzato come ingrediente in diversi cocktail, trova impiego anche in pasticceria per aromatizzare i dolci o per bagnare i babà. La crema di limone al limoncello è, invece, usata spesso come farcia dei profiteroles. E dal momento che del limone non si butta via niente, persino le foglie trovano un utilizzo alimentare: servono per avvolgere scamorze e mozzarelle prima di abbrustolirle alla brace.

La ricetta e la storia del limoncello

Il profumo dei limoni ricorda il sole che riscalda le coste della Costiera Amalfitana ma anche lo scorrere delle stagioni. Il limoncello è uno di quei liquori che si beve sempre!

Ogni famiglia custodisce gelosamente la sua ricetta. Le madri insegnano ai figli la ricetta tramandata dalle nonne. Il limoncello non è, dunque, solo un liquore o un digestivo, diventa una bevanda identitaria. La bottiglia custodisce una storia famigliare, permettendo la conservazione della cultura popolare. Per molti che hanno dovuto lasciare la propria casa per cercare fortuna all’estero, significa riannodare i fili della memoria. E noi di Famelici sappiamo bene quanto il cibo e i rituali che lo circondano servano proprio a questo. Servono per tenere unite le comunità, consentendole di contaminarsi senza annullarsi con altre culture. Cibo è cultura!

Il limoncello, la cui paternità è contesa da sorrentini, amalfitani e capresi, ha una storia avvolta nel mistero. La leggenda che affonda le radici nell’antichità lo fa risalire agli antichi Greci, quando Zeus, nella terra delle Sirene, svelò ad un uomo, il cui nome nessuno conosce, la ricetta per produrre una bevanda, il cui ingrediente principale era il limone. Ma per altri gli artedici della nascita del liquore sono stati i monaci certosini. Altri ancora sostengono che i pescatori, per fare fronte al freddo, soreggiassero un liquore al limone.

Sorrento: cultura e gastronomia

limoni in costiera amalfitana

Limoni, limoni, limoni… come quello dipinto da Edouard Manet o come quelli rappresentati nei quadri del 700 di scuola fiamminga e olandese. Ma soprattutto il mare, un mare che aveva già affascinato i Greci, che lo consideravano dimora delle Sirene. La costiera sorrentina è diventata ispiratrice di diversi capolavori dell’arte pittorica e letteraria. In particolare Sorrento fu una delle tappe di Goethe nel suo viaggio in Italia, fu scelta come dimora per lunghi periodi da molti letterati russi, tra cui Gorkij. Non solo: numerose celebrity l’hanno eletta come meta per trascorrere le loro vacanze. Come non ricordare l’estate trascorsa qui da Marylin Monroe e Jack Lemmon o i film girati da Sofia Loren? Caruso e Dalla trassero ispirazione dai suoi paesaggi, profumi e colori. Sorrento è un lusso che non conosce il logoramento del tempo.

Il limoncello, il liquore di limone di Sorrento

Il limoncello di Sorrento si ottiene dall’infusione a freddo delle sole bucce della specie botanica di limoni «Limone Ovale di Sorrento», che ha ottenuto il riconoscimento europeo di prodotto con Indicazione Geografica Protetta (I.G.P.). Nel 2008 anche il liquore che utilizza questa tipologia di limone ha ottenuto un simile riconoscimento e per questo è chiamato: “Liquore di Limone di Sorrento”. Il limone ha una buccia piuttosto spessa, un succo acido, un profumo intenso dato dagli oli essenziali. Le piante sono coltivate sotto le “pagliarelle”, stuoie di paglia integrate con pali di sostegno.

Limone di Amalfi, l’oro della costiera amalfitana

Terrazze a picco sul mare, viti che si alternano alle limonaie. Non è la descrizione di un paesaggio rappresentato da una fotografia o da un quadro, ma è la costiera amalfitana. Il limone, in origine chiamato “citro“, è il protagonista indiscusso della cucina e della pasticceria amalfitana. In particolare, sono utilizzati gli sfusati coltivati sulle terrazze e nei giardini di Positano, Amalfi, Praiano. Dalla forma ellittica allungata, dalla buccia liscia e gialla, si distinguono per un sapore molto intenso, pochi semi e tanto succo.

Ricetta e storia del limoncello

È realizzato dalla macerazione (almeno 1 mese) delle bucce di limone nell’alcol, a cui si aggiunge uno sciroppo a base di acqua e zucchero. Importante è la scelta del limone. Si consiglia lo sfusato amalfitano o l’ovale di Sorrento. Il suo grado alcolico oscilla tra il 20% e il 32% vol.

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Ingredienti

  • 5 limoni biologici (150 grammi circa)
  • 500 ml alcol etilico 90°
  • 500 ml acqua
  • 300 g zucchero

Preparazione

Lavare i limoni ed asciugarli. Tagliare la buccia scartando la parte bianca. Mettere le bucce dei limoni in un recipiente di vetro e unire l’alcol. Chiudere il recipiente e far macerarle bucce nell’alcol per 10 giorni.

Trascorsi i 10 giorni, eliminare le bucce e filtrare l’alcol.

In un pentolino, versare l’acqua e lo zucchero e portare ad ebollizione. Sciolto loi zucchero, togliere lo sciroppo dal fuoco e farlo intiepidire. Unire lo sciroppo all’alcol e mescolare.

Versare il liquore in una bottiglia di vetro e farlo riposare per 30 giorni.

E così ecco ricetta e storia del limoncello.

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