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La colazione di Manet e Picasso: due quadri, lo stesso soggetto

Picasso era ossessionato dal cibo. Tutti conoscevano la sua passione per i patti di pesce, in particolare i ricci di mare, tanto che li troviamo spesso rappresentati nei suoi quadri. Ma il pittore spagnolo era turbato anche da un quadro che segnò un’intera generazione di pittori: Le déjeuner sur l’herbe (Colazione sull’erba) di Édouard Manet, esposto per la prima volta al Salon des Refusés nel 1863.

In occasione della mostra dedicata a Picasso a Milano presso Palazzo reale ( Le Metamorfosi– dal 18 ottobre al 17 febbraio 2019), lasciatevi guidare da Famelici per scoprire come i quadri di Manet e Picasso abbiano reso omaggio a uno dei momenti principali della nostra giornata: la colazione.

La colazione di Manet e Picasso

La colazione di Manet e Picasso: due quadri, lo stesso soggetto

La tela rappresenta:

  • una natura morta di cibo e bevande
  • un uomo con bombetta nera disteso nel verde lussureggiante di un bosco con accanto una donna nuda
  • sul fondo, una figura femminile avvolta in un bianco panneggio che si bagna nelle acque di una fonte.

Gli uomini in Manet perdono ogni eroicità, sono svuotati da ogni forma di superiorità, sono “gli uomini della porta accanto”. Il pittore francese trae spunto da Tiziano, in particolare al Concerto campestre, dialoga con il passato, ma impone un nuovo linguaggio. Dipinge la natura con semplicità e rende il nudo “naturale”.

Le déjeuner sur l’herbe: l’ossessione di Picasso per il quadro di Manet e per le donne

Picasso, ormai ottuagenario, affascinato dalla tela di Manet, decide di riproporla “a modo suo”. Ma la sua ammirazione dell’opera nasce molto prima.  Nel 1932, quando l’artista spagnolo era già famoso e non conduceva più la vita da bohémien squattrinato, dichiara: «Quand je vois “Le déjeuner sur l’herbe” je me dis des douleurs pour plus tard “(“Alla vista della Colazione sull’erba di Manet intravedo dolori futuri”). Per George Bataille, Picasso era attratto dalla modernità dell’opera, dal suo essere “sovversiva”. Inizia il nuovo progetto nel 1954 scrivendo su un quaderno «PREMIERS dessins/du déjeuner sur l’herbe/1954». Il pittore spagnolo continuerà a confrontarsi con Manet fino al 1970, con la realizzazione di 27 versioni e 150 disegni preparatori.

La colazione di Manet e Picasso: due quadri con lo stesso soggetto

Picasso continuerà l’opera di avanguardia liberando il disegno dalle forme ed esaltando la forza dei colori blu e verde, i colori del Mediterraneo. Le figure diventeranno evanescenti ma paradossalmente fortemente radicate, presenti. É evidente la sua ossessione per il corpo femminile decostruito, con nasi lunghi, con colori che accentuano i limiti del corpo. Sembrano assenti, annoiate, assorte in un mondo fatto di sogni. Hanno qualcosa di primitivo, di sacro, nonostante il loro distacco, celebrano la vita. Le donne sono quasi sempre presenti nei quadri di Picasso, anche nelle nature morte. Hanno spesso forme esagerate, non corrispondono all’ideale maschile della bellezza.

Picasso ripropone inizialmente il quadro fedelmente: il paesaggio, la natura morta,  la bagnante, l’uomo a sinistra con il braccio proteso, la donna nuda e il secondo uomo seduto alle sue spalle. Successivamente il pittore spagnolo si concentrerà sulla posizione dei quattro personaggi, cambiando le distanze e i movimenti.

In seguito si concentrerà sui colori. Alla fine della guerra li renderà più austeri, declinando il verde e il nero, dando più forma ai personaggi. I protagonisti della tela diventano la donna e l’uomo che nel quadro di Manet ha il braccio proteso. La raffigurazione femminile di Manet perde la sua eroticità giudicata tanto scandalosa. Non ammicca più allo spettatore ma si rivolge all’uomo che le sta di fronte. Sembra avviare un silenzioso dialogo che rimanda all’interiore dialogo tra Picasso e la pittura. Nel 1961 la donna assume fattezze da gigante, quasi da mantide religiosa.

Nel 1960 Picasso ritorna su “Le déjeuner sur l’herbe”, rivedendo completamente la raffigurazione della donna in primo piano che torna ad essere rotondeggiante. La scena sembra raffigurare un momento gioioso, festoso: l’uomo è vestito di rosso. Ma a distanza di pochi mesi il dipinto è rivisto più volte e riacquista toni austeri.

Non è soddisfatto e rivoluziona la tela, spogliando tutti i personaggi, probabilmente prendendo spunto da Cezanne, che aveva ritratto bagnanti nudi di entrambi i sessi. Radicalizza ciò che aveva fatto Manet proponendo una donna nuda accanto ad uomini vestiti.

L’ultima versione del 1961, più volte riproposta, raffigura la donna accanto al solo uomo con il braccio proteso, vecchio, calvo, che sembra essere il proprio autoritratto. E se la donna fosse sua moglie Jacqueline? Nelle diverse raffigurazione la donna appare dapprima piccola, poi della stessa grandezza dell’uomo, infine enorme. L’uomo è ridotto a una marionetta e sullo sfondo la bagnante è in  una vasca da bagno. Ironia allo stato puro!

Nel 1962 Picasso realizza una serie di bozzetti dedicati a “Le déjeuner sur l’herbe” riflettendo sul valore della natura e dei personaggi. L’ultima versione a cui arriva Picasso è una riflessione sulla pittura.

Lo sforzo di Picasso non è tanto quello di copiare il soggetto di Manet reinterpretandolo, ma quello di porsi nella stessa maniera del pittore francese di fronte alla situazione dipinta, interpretandola con i suoi occhi. Più che copiare prende in prestito.

Ma che cosa vedeva Picasso nel quadro “Le déjeuner sur l’herbe” che noi non scorgiamo?

Forse quel dialogo iniziato da Manet tra la tradizione, incarnata dalla donna nuda, e l’età moderna, l’uomo vestito secondo la moda dell’epoca.

 

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One Comment

  1. Come Picasso anch’io guardo e riguardo questa opera Però nonostante tutte le spiegazioni possibili questo quadro mi attira ma non mi piace e più lo riguardo e più non lo vorrei avere

Written by Monica Viani

Vivo a Milano, frequento librerie, musei, cinema, teatri e ...ristoranti! Laureata in filosofia, ex insegnante di materie umanistiche nei licei classici e scientifici milanesi, sono approdata nel 1998 al giornalismo enogastronomico. Dopo aver coordinato diverse riviste tecniche, aver dato vita a una collana e curato diversi libri, nel 2017 ho deciso con Alessandra Cioccarelli di fondare il blog Famelici, un blog "di frontiera", dove declinare il cibo in mille modi. Io e Ale scriviamo di cibo, rimandando a Marx, a Freud, a Nietzsche, ai futuristi, perché crediamo che il cibo sia cultura. Perché lo facciamo? Per dimostrare che si può parlare di food rifuggendo dalle banalità. Stay hungry, stay foolish!

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